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Mercati, le strategie da adottare da qui a fine anno

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Pictet Am suggerisce un sovrappeso sui mercati obbligazionari e un posizionamento difensivo sugli attivi a rischio

Durante il mese di luglio, gli investitori hanno assistito a un recupero significativo e sincrono dei mercati azionari e obbligazionari. Tali dinamiche sono state completamente corrette durante il mese di agosto avendo incontrato la ‘disapprovazione’, in occasione del simposio a Jackson Hole, dalle principali banche centrali. 

“Negli Stati Uniti, i futures sui Fed funds prezzano ora un punto di arrivo da qui a sei mesi al 4%, mentre in Europa i tassi di politica monetaria sono ora prezzati a 1,75% per fine 2022 con un punto di arrivo nel primo semestre del 2023 al 2,25%”, fa notare Fabio Castaldi, senior investment manager di Pictet Asset Management, secondo cui nei prossimi mesi, l’attenzione delle banche centrali resterà fermamente puntata sul rientro dell’inflazione anche a costo di sacrificare la crescita economica.

Cosa aspettarsi quindi in questo contesto e quali le prospettive per i mercati? Per Castaldi nei prossimi mesi l’attenzione delle banche centrali resterà fermamente puntata sul rientro dell’inflazione a costo di sacrificare, se necessario, la crescita economica. “Questo dichiarato approccio delle banche centrali sarà fonte di volatilità e di regimi di correlazioni instabili tra classi di attivo tradizionalmente de-correlate, nella fattispecie i mercati azionari e i mercati obbligazionari governativi – avverte -. In questo contesto, la gestione del rischio, e quella tattica, diventa rilevante”. 

Dal punto di vista dell’allocazione fra le diverse classi d’attivo, per l’esperto di Pictet Am, a seguito del re-pricing aggressivo del mese di agosto e inizio settembre, un sovrappeso sui mercati obbligazionari rispetto agli attivi a rischio può ora essere giustificato. “In particolare – chiarisce -, in Europa, in assenza di una improbabile svolta sui negoziati di pace nel conflitto russo-ucraino, il peso della crisi energetica inevitabilmente impatterà profondamente aziende e consumatori. Nel contesto di una probabile recessione nel prossimo semestre, è possibile che la traiettoria dei rialzi dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea possa essere meno aggressiva rispetto a quanto ora prezzato dai mercati e fatto intendere da Christine Lagarde in occasione della riunione della Bce di settembre”.

Secondo Castaldi, viceversa,  i mercati azionari restano vulnerabili. “La correzione degli indici fin qui osservata è riconducibile prevalentemente a una revisione valutativa legata al rialzo dei tassi di interesse – evidenzia -. Il deterioramento del contesto macroeconomico rischia di impattare gli utili societari, su cui è lecito ipotizzare nei prossimi mesi, in uno scenario recessivo, importanti revisioni al ribasso, anche nell’ordine del 15-20% su base annua”. 

“Riteniamo pertanto che un posizionamento difensivo sugli attivi a rischio sia al momento l’impostazione da assumere nei portafogli degli investitori”, conclude quindi il senior investment manager di Pictet Am.

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