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Mercati, perché le elezioni di midterm non segneranno una svolta

Secondo La Française Am, nonostante i dati storici, il voto di metà mandato sarà solo ‘rumore’ che avrà un impatto minimo o nullo nel lungo periodo

Guardando alla storia, le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti sono statisticamente un punto di svolta per i mercati finanziari e in particolare per i mercati azionari. Ma potrebbe essere una falsa correlazione, secondo François Rimeu, senior strategist di La Française Am.

“I mercati azionari statunitensi hanno storicamente sottoperformato nel corso dell’anno che precede le elezioni di metà mandato – analizza lo strategist -. Il rendimento medio a 12 mesi dell’S&P 500 prima delle elezioni di midterm è prossimo allo 0, significativamente inferiore alla media storica dell’8,1%. Il periodo successivo alle elezioni di midterm è molto diverso: l’S&P 500 ha sovraperformato nei 12 mesi successivi alle elezioni di midterm, con un rendimento medio del 16,3%. Ciò è particolarmente vero per il periodo compreso tra uno e tre mesi successivi alle elezioni di midterm”.

Ma per Rimeu la vera domanda che dobbiamo porci è se questi dati sono rilevanti o sono solo una mera coincidenza. “Siamo propensi a credere che si tratti di una semplice coincidenza per due motivi – spiega -. Supponendo che le elezioni eliminino l’incertezza, sarebbe logico che i mercati azionari rimbalzassero in assenza di questa incertezza. Tuttavia, questa osservazione non è coerente con il fatto che l’esito delle elezioni di metà mandato (democratici contro repubblicani) non ha un impatto significativo sulla performance complessiva del mercato azionario”.

“Osservando i dati – prosegue -, possiamo anche notare che i rendimenti di mercato negativi prima delle elezioni di midterm hanno dominato negli anni ’60 e ’70. Se si esclude questo periodo dall’analisi, il rendimento medio a 12 mesi dell’S&P 500 prima delle elezioni di metà mandato è più o meno in linea con la performance media annuale dell’indice”.

Guardando ai possibili esiti delle elezioni di midterm del 2022, sembra che il risultato più probabile l’8 novembre sarà che i democratici mantengano il Senato e i repubblicani vincano la Camera dei Rappresentanti. “Storicamente – fa notare Rimeu -, questo scenario porta a una serie di azioni procedurali, a parziali chiusure del governo e a lotte sul tetto del debito, che si traducono sostanzialmente nell’inazione”.

Per lo strategist, il successivo scenario più probabile è che i Democratici vincano entrambe le camere, il che potrebbe portare a un aumento della spesa con ulteriori leggi ‘Build Back Better’ relative ai prestiti studenteschi federali, alle infrastrutture verdi per il clima o all’assistenza all’infanzia. “Nello scenario meno probabile – prosegue -, in cui i repubblicani otterrebbero la maggioranza alla Camera e al Senato, i repubblicani tenterebbero probabilmente di approvare leggi sulle tasse e sull’immigrazione, ma senza una super maggioranza (60 seggi), si troverebbero ad affrontare i democratici che utilizzano la regola del filibuster”.

I commentatori dei mercati finanziari potrebbero utilizzare le elezioni di midterm per spiegare i movimenti del mercato azionario statunitense intorno all’8 novembre, ma secondo Rimeu si tratta per lo più di “rumore” che ha un impatto minimo o nullo nel lungo periodo. “Al massimo, la vittoria dei democratici in entrambe le camere porterebbe probabilmente a un aumento della spesa, che a sua volta potrebbe portare a un aumento dei tassi e del dollaro Usa”, conclude.

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