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L’inflazione si batte con gli asset reali

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Busby (Nuveen): “Per fronteggiare la corsa dei prezzi al consumo a livello globale, gli investitori devono crearsi portafoglio più resilienti. E lo possono fare con gli asset reali”. Ma con un orizzonte di lungo periodo

La corsa dei prezzi al consumo ha acceso i riflettori sugli asset reali, con gli asset fondiari in particolare che storicamente ha sempre dimostrato di riuscire a tenere il passo dell’inflazione, a differenza delle asset class tradizionali.

Asset fondiari come i terreni agricoli e i boschivi producono beni, come il cibo, che fanno parte del paniere dell’indice dei prezzi al consumo (CPI). “Con l’aumento dei prezzi di questi beni, aumenta anche l’inflazione e di pari passo aumentano anche i rendimenti dei terreni agricoli e boschivi – afferma Gwen Busby (in foto), head of research and strategy di Nuveen Natural Capital – E i prezzi più alti vengono poi incorporati nelle valutazioni, contribuendo ad aumentare la componente di apprezzamento del capitale”.

L’inflazione influisce in modo diverso sui terreni agricoli e sui terreni boschivi, e quando il legame tra aumento dei prezzi e investimento sottostante è più diretto la copertura contro l’inflazione è più forte ed immediata. “Per quanto riguarda i terreni agricoli, gli investimenti in coltivazioni cereali e semi oleosi tendono ad essere più reattivi alle pressioni inflazionistiche, soprattutto rispetto agli investimenti in colture di mandorle o agrumi”, fa notare Busby.

Parte di questa reattività è dovuta alla relazione con i mercati dell’energia, soprattutto per colture come lo zucchero e i semi oleosi, dove la correlazione con l’inflazione è più forte. “Anche nel settore del legname i contratti di fornitura del legno possono avere prezzi correlati all’inflazione – argomenta Busby – In questi casi, la relazione positiva con la performance è esplicitamente incorporata nell’investimento”.

Ma se da un lato gli asset reali rappresentano un’opportunità, dall’altro lato espongono gli investitori a una serie di rischi che non possono essere ignorati, come quelli legati alla crescita del rendimento delle colture o del legno, ma anche rischi di mercato, di liquidità e di cambio.

Oltre l’inflazione

Investire in asset reali aiuta a proteggere il portafoglio dall’inflazione, ma non solo. I vantaggi sono diversi, e tra questi ci sono sicuramente quelli legati alla diversificazione. Gli asset fondiari, infatti, non sono correlati ai cicli del mercato dei capitali e mostrano una correlazione negativa con gli indici azionari e obbligazionari tradizionali.

Anche i rendimenti degli investimenti fondiari possono essere vantaggiosi. “Nel corso del tempo, vediamo un reddito stabile derivante dai rendimenti degli asset reali e una componente di apprezzamento del capitale derivante dalla vendita degli asset – sottolinea Busby – In generale, per i terreni agricoli e boschivi vediamo rendimenti più elevati rispetto al reddito fisso e una minore volatilità rispetto alle azioni”.

E poi ci sono i benefici ambientali, sociali e di governance (ESG), che includono la biodiversità, la qualità dell’acqua e lo stoccaggio del carbonio. L’inclusione in un portafoglio di asset reali può contribuire a ridurre l’intensità complessiva di carbonio del portafoglio stesso e quindi la potenziale volatilità nella transizione a basse emissioni di carbonio.

“Rispetto alle asset class tradizionali, sia i terreni boschivi sia quelli agricoli hanno una bassa intensità di carbonio, generano emissioni nette di CO2 modeste o poco negative per ogni dollaro investito”, – puntualizza Busby.

Orizzonte di lungo periodo

Gli investimenti in asset fondiari hanno un orizzonte di lungo termine e si concentrano sulla produzione sostenibile di cibo, fibre e legname. “Consideriamo la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio come un’opportunità per gli investitori di costruire portafogli resilienti al clima e in grado di beneficiare dell’aumento dei prezzi del carbonio – aggiunge ancora Busby – Investire in asset fondiari con una forte attenzione alle emissioni di anidride carbonica è importante per la performance e la resilienza nel lungo periodo”, conclude.

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