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Certificati, Bnp Paribas quota i primi dual currency in Italia

cerrtificati premi fissi

I dual currency certificate sono adatti a strategie di breve termine per la gestione della liquidità, con scadenze a 1,3, 6 e 12 mesi

Bnp Paribas ha ampliato la sua gamma di certificati di investimento quotando sul mercato Sedex (MTF) di Borsa Italiana la prima serie di dual currency certificate disponibili in Italia. Quotati sul segmento Sedex di Borsa Italiana, rappresentano un’alternativa ai conti deposito e al mercato monetario: nascono con l’obiettivo di fornire rendimenti potenzialmente più elevati rispetto ai conti correnti, ai conti deposito o ai Titoli di Stato a breve termine, a fronte dell’assunzione di un rischio legato al tasso di cambio.

“I dual currency certificate – si legge in una nota – vogliono rispondere all’esigenza di investire la crescente liquidità che si è accumulata sui conti correnti degli italiani: infatti, se da un lato la liquidità è una risposta all’incertezza degli ultimi mesi, l’inflazione, che ormai da diversi mesi sta rialzando la testa, (stimata addirittura all’11,9% in Italia dall’Istat in Italia ad ottobre) si traduce però in un costo per chi lascia somme inattive sul conto. Da qui la richiesta di molti investitori di investimenti a 1, 3, 6 mesi, massimo un anno”.

Questi certificati sono una particolare classe di strumenti finanziari, pensata per coloro che desiderano diversificare i propri investimenti e aumentare il rendimento della liquidità in portafoglio, a fronte dell’assunzione di un rischio legato al tasso di cambio. Molto noti sul mercato asiatico, i dual currency certificate vengono dunque per la prima volta offerti sul mercato e per importi accessibili a clienti privati.

Uno degli aspetti più rilevanti di questi prodotti risiede nell’alto grado di personalizzazione ad essi associata: l’investitore può decidere l’importo che desidera investire (valore nominale minimo pari a € 100), il livello di strike (cioè il livello dell’euro/dollaro), così come la scadenza del proprio strumento. Se in fase iniziale Bnp Paribas ha deciso di proporre esclusivamente una gamma sull’euro dollaro, nei prossimi mesi l’offerta verrà ampliata anche ad altre valute.

Entrando nel dettaglio del loro funzionamento, consideriamo a titolo di esempio un dual currency certificate scadenza 1 mese su tasso di cambio eur/usd, con uno strike a 1,04 usd che prevede un premio su base annua pari al 10,44% del valore nominale, che si traduce in un rendimento dello 0,87% ad un mese. Ipotizzando di acquistare 10 dual currency certificate del valore nominale di 100 eur ciascuno, quando tra un mese si arriverà a scadenza se il valore del tasso di cambio eur/usd sarà pari o inferiore al tasso strike, corrispondente al tasso di cambio fissato tra la valuta prodotto (eur) e la valuta di conversione (usd) all’emissione del certificato, i dual currency certificate rimborsano il valore nominale più il premio annuo in euro. 

Quindi nell’esempio rimborsano il valore nominale pari a 1.000€ e pagano un premio pari a 8,70€ (il premio annuo pari a 10,44% corrisponde ad un premio mensile dello 0,87%), per un importo totale pari a 1.008,70 €.

Se invece il valore del tasso di cambio eur/usd sarà superiore al tasso strike, i dual currency certificate pagano un importo in euro pari al valore nominale convertito in usd al tasso strike, più il premio annuo, con conseguente perdita parziale del capitale investito. quindi, ad esempio, rimborsano il valore nominale pari a 1.000€ moltiplicato per (tasso di strike: 1,04/ ipotetico tasso di cambio  a scadenza: 1,07) = 972€ e pagano un premio pari a 8,70€, per un importo totale pari a 980,67€ 

“Con il lancio dei Dual Currency Certificate, la prima in assoluto sul mercato italiano – ha commentato Nevia Gregorini, head of exchange traded solutions di Bnp Paribas Corporate & Institutional Banking -, vogliamo rispondere alle esigenze degli investitori in cerca di opportunità di rendimento anche a pochi mesi che permettano loro di valorizzare la liquidità in portafoglio, con rendimenti superiori alle offerte del mercato monetario, a fronte dell’assunzione di un rischio legato al tasso di cambio”.

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