Per Anima, la volatilità proseguirà e le fasi di debolezza potrebbero essere sfruttate per incrementare l’esposizione verso l’equity. Ecco i settori da preferire
Con un po’ di ritardo, alla fine la correzione che ci si attendeva è arrivata all’inizio del mese di settembre e la volatilità sembra destinata a proseguire. Ma l’incertezza non è per forza solo negativa per gli investitori e a volte può creare le condizioni per aumentare l’esposizione verso alcune asset class. È proprio questa la tesi degli esperti di Anima, che in questo momento consigliano di approfittare delle fasi di debolezza per puntare sull’equity.
“L’avvicinarsi delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, insieme alla conferma di un probabile rallentamento della crescita globale nell’ultimo trimestre di quest’anno, e ai rinnovati timori per l’evoluzione dell’epidemia di Covid-19, stanno facendo preoccupare gli investitori e di conseguenza i mercati hanno cominciato a prezzare i rischi all’orizzonte – osservano gli esperti Anima -. Manca del resto, ormai, meno di un mese all’importante appuntamento elettorale del 3 novembre e ad essere decisive sono storicamente le ultime settimane di campagna elettorale, durante le quali gli equilibri possono vedere cambiamenti repentini e le indicazioni dei sondaggi vanno interpretate con molta cautela”.
Allo stato attuale Joe Biden, l’avversario democratico di Trump, sembra in evidente vantaggio, anche dopo il primo confronto televisivo tra i due candidati, da cui secondo gli analisti sarebbe uscito vincente. Per Anima lo scenario più costruttivo per l’economia e per i mercati potrebbe essere rappresentato da una vittoria di Biden con passaggio del Senato ai Democratici: potrebbe infatti essere così approvato mediante ordini esecutivi un pacchetto di stimoli da 2,0-2,5 trilioni di dollari, che darebbe un forte impulso alla crescita.
“Ma gli investitori – proseguono gli esperti – potrebbero accogliere positivamente anche una rielezione di Trump con conferma dello status-quo al Congresso (Camera democratica e Senato repubblicano): sarebbero comunque adottate misure di politica fiscale espansiva, ma di ammontare più modesto (1,5 trilioni di dollari). Un mandato più debole per il nuovo presidente (vittoria di Biden con Senato che resta repubblicano o vittoria di Trump con Senato che passa ai democratici) potrebbe invece tradursi in un rallentamento della crescita rispetto al quarto trimestre 2020”.
L’esito indubbiamente più temuto dai mercati, a detta del team Anima, è quello di un verdetto contestato che rischierebbe di provocare una lieve contrazione del Pil nei primi mesi del 2021. Nel caso, infatti, il margine tra i due candidati fosse modesto, il candidato perdente potrebbe rifiutarsi di accettare il risultato elettorale e chiedere un ricalcolo dei voti, provocando una crisi istituzionale. Trump ha già dichiarato che questa è una concreta possibilità, soprattutto alla luce dell’ampio ricorso al voto ‘per posta’ che, a suo parere, espone ad un alto rischio di raggiri e irregolarità.
“A questo quadro già poco chiaro, negli ultimi giorni si è aggiunta la notizia della positività al Coronavirus di Trump, della moglie e di parte del suo staff; ad oggi questa situazione sembra non aver modificato più di tanto gli equilibri tra i due candidati, ma sarà importante monitorare l’andamento dei sondaggi nei prossimi giorni per valutare eventuali conseguenze – si legge ancora nel report -. È importante tenere presente che la composizione del Congresso sarà fondamentale per l’approvazione dell’agenda politica del Presidente nel medio termine: maggioranze diverse nei due rami del Parlamento potrebbero limitare in modo sensibile i margini di manovra in ambiti rilevanti, fra cui il sistema fiscale e la sanità”.
Sul fronte economico globale, il flusso di dati più recente ha confermato lo scenario elaborato dal team di Investment Research & Advisory di Anima che vede un rallentamento nell’ultimo trimestre dell’anno, se pur con grandi differenze tra le diverse aree geografiche, in larga parte dovute ai divergenti sviluppi sul fronte della domanda interna. In particolare, in Cina la ripresa continua ad accelerare, con i consumi che si sono aggiunti ai driver di espansione; negli Stati Uniti la crescita è destinata a perdere intensità per via dell’atteggiamento cauto dei consumatori in mancanza di nuovi stimoli fiscali (su cui il Congresso non ha ancora raggiunto un’intesa). In Area Euro, infine, la fiducia dei consumatori e delle imprese nel settore dei servizi non offrono segnali incoraggianti, appesantite dalla nuova diffusione della pandemia e dai dubbi sull’entità degli interventi governativi a supporto del mercato del lavoro nel 2021.
Per quanto riguarda l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi, le pressioni restano ancora contenute ed è difficile che possano intensificarsi nel breve periodo, secondo gli analisti, mentre, con riferimento all’emergenza sanitaria, aumentano i timori per la seconda ondata di contagi di Coronavirus, in particolare in Europa e Stati Uniti, ma nel contempo l’obiettivo di un vaccino appare oggi sempre più vicino e concreto.
“In questo contesto, le Banche centrali continuano a rappresentare una garanzia, proseguendo con politiche monetare molto espansive e di grande supporto – precisano gli esperti -. In particolare, la Federal Reserve americana non potrebbe essere più accomodante: la magica combinazione identificata come condizione necessaria per un aumento dei tassi (tasso di disoccupazione inferiore al 4,1% e inflazione sopra il 2%) si è verificata solo in tre occasioni negli ultimi 60 anni, e solo una volta per un periodo relativamente prolungato. Invece, per quanto riguarda la Bce (la prossima riunione è fissata per il 29 ottobre) riteniamo probabile la decisione di rafforzare il programma introdotto per l’emergenza sanitaria (Pandemic Emergency Purchase Programme), a dicembre o al più tardi a marzo 2021”.
Per queste ragioni, il team gestionale di Anima ritiene quindi che l’attuale fase di volatilità possa proseguire nelle prossime settimane, ma fasi di debolezza offrirebbero l’opportunità di aumentare l’esposizione all’equity nei portafogli. Il giudizio sull’asset class resta dunque neutrale con approccio flessibile, e l’intenzione è di cogliere le opportunità di acquisto che si stanno delineando: lo scenario di medio termine, infatti, è costruttivo, grazie al supporto di politiche economiche ultra-espansive, alla prospettiva di approvazione di un vaccino ed alla maggiore appetibilità dell’asset class in un contesto di tassi estremamente compressi.
“Rinnoviamo la preferenza strategica per l’Europa e i paesi emergenti a livello di aree geografiche, ma a fare la differenza in termini di valore continuano ad essere le scelte di allocazione settoriale: i settori sostenuti da trend di crescita strutturale (salute e tecnologia) rimangono i preferiti, mentre un orientamento più costruttivo sui settori ciclici sarà funzione dell’esito elettorale in Usa e degli sviluppi relativi alla pandemia”, concludono.