Holman (TwentyFour Am): “Riteniamo che nel breve termine i Treasury a 10 anni che adesso si avvicinano all’1%, dovrebbero essere sostenuti abbastanza bene”
Dopo una settimana di pressioni per i rendimenti dei Treasury statunitensi, il rendimento di riferimento a 10 anni ha raggiunto il livello più alto dal 20 marzo. Cosa possiamo imparare dalla recente azione sui prezzi, e dove pensiamo che possano andare i rendimenti da qui in avanti? A questa domanda che si stanno ponendo tutti gli investitori, prova a rispondere Mark Holman, ceo di TwentyFour Am.
“Il graduale backup dei rendimenti dall’inizio della pandemia ha dato ai Treasury un po’ più di potenza per proteggere i portafogli obbligazionari, anche se non pensiamo che il rialzo sia abbastanza alto da permettere loro di comportarsi come una volta – avverte -. Tuttavia, per gli investitori che hanno cercato protezione la scorsa settimana, quando i lockdown erano diventati effettivi in tutta Europa e le elezioni americane erano al culmine dell’incertezza, i Treasury statunitensi di più lunga data hanno fatto il loro lavoro, anche se in piccola parte. Questo a condizione che abbiano preso i profitti abbastanza rapidamente, dato che lunedì i rendimenti si sono rialzati nuovamente quando la fine della pandemia si è manifestata all’orizzonte con l’annuncio del nuovo vaccino Pfizer”.
Per Holman i Bund, i Gilts e gli altri mercati dei tassi hanno seguito un modello simile a quello dei Treasury, ma con meno movimenti di prezzo, poiché le loro curve di rendimento rimangono più ancorate, rendendo le coperture meno efficaci. Al contrario, l’esperto ritiene che offrano una migliore stabilità per gli investimenti di credito.
E adesso dove andremo da qui? “Riteniamo che nel breve termine i Treasury a 10 anni che adesso si avvicinano all’1%, dovrebbero essere sostenuti abbastanza bene – afferma l’esperto -. I driver tecnici dell’intervento sono ancora pienamente operativi e alcuni investitori in real money vedranno questo come un livello di supporto fondamentale, e potrebbero prendere in considerazione l’aggiunta di capitale al loro patrimonio ‘di sicurezza’ dopo il recente rally del rischio”.
“Nel medio termine – prosegue -, il nostro scenario di base è una deriva modestamente più elevata dei rendimenti Usa, trainata da grandi esigenze di finanziamento e da una piccola ripresa dell’inflazione verso la fine del primo trimestre del 2021. Accoglieremmo con favore questo aumento disciplinato dei rendimenti privi di rischio, in quanto segnalerebbe un miglioramento dell’economia globale, ma anche perché gli investitori a reddito fisso possono utilizzare tassi più interessanti e privi di rischio per fornire equilibrio e stabilità ai propri portafogli in caso di eventi negativi e per proteggersi più tardi nel corso del ciclo”.
Tuttavia, conclude Holman, questo aumento disciplinato potrebbe richiedere diversi anni, poiché l’intervento della banca centrale sui mercati dei titoli di Stato rimarrà probabilmente una caratteristica permanente durante questa ripresa.