Per Mirabaud, questa nuova ‘Unione Europea’ asiatica è un segno del ritorno della globalizzazione. E il principale beneficiario è la Cina, che dovrebbe superare rapidamente gli Usa come prima potenza mondiale
Il 15 novembre, 15 Paesi dell’Asia-Pacifico hanno firmato un accordo commerciale promosso dalla Cina. L’accordo punta a creare un’area di libero scambio tra i 10 Stati membri dell’Asean e Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. La Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep) è stato firmato dopo 8 anni di negoziati in un momento di forte crisi economica nei 10 Paesi Asean a causa del Covid-19.
Secondo John Plassard, investment specialist del Gruppo Mirabaud, sebbene la maggior parte dei firmatari stia ancora combattendo contro il coronavirus, la Rcep potrebbe aiutarli ad attutire il colpo economico della pandemia. “Anche se ci vorrà poi del tempo per comprendere appieno i dettagli esatti dell’accordo (solo il programma tariffario per il Giappone è di 1334 pagine), per ora sappiamo che prevede programmi tariffari e regole per i 15 paesi coinvolti – osserva -. L’accordo non arriva a un’integrazione delle economie dei Paesi membri sul modello dell’Unione Europea, ma è costruito su accordi di libero scambio già esistenti. La Rcep favorisce il commercio di beni, in quanto riduce gradualmente i dazi su molti prodotti”.
Inoltre, l’accordo permetterà alle aziende di vendere gli stessi beni all’interno del blocco, ma eliminerà la necessità di compilare documenti separati per ogni destinazione di esportazione. “Questo aiuterebbe i produttori asiatici a vendere una maggior quantità dei loro prodotti al resto della regione – evidenzia Plassard -. Anche per le aziende che esportano beni al di fuori dell’area dell’accordo, ci saranno incentivi per costruire le loro catene di approvvigionamento attraverso tutti i Paesi membri della Rcep”.
Infine, questo mega-accordo getta le basi per una cooperazione più profonda in futuro tra i Paesi membri, soprattutto per quelli tra i quali non esistono accordi commerciali bilaterali. “L’accordo ha permesso di consolidare la generale partnership economica regionale come il più grande blocco commerciale del mondo, che copre un mercato di 2,2 miliardi di persone e una produzione globale di 26,2 mila miliardi di dollari. Si tratta di un mercato che rappresenta circa il 30% della popolazione mondiale e del PIL globale, e il 32,5% degli investimenti globali”, prosegue l’esperto, secondo cui è un accordo anche più grande dell’Umsca tra Stati Uniti-Messico-Canada e dell’Unione Europea.
Plassard fa notare anche che l’accordo firmato la scorsa domenica è chiaramente una sconfitta per l’amministrazione Trump, e la sua difesa della politica ‘America first’ che ha portato a una guerra commerciale, e per i suoi tentativi di convincere altre grandi potenze regionali a ‘isolare’ la Cina. “Non appena ha preso il potere nel 2017, Donald Trump ha infatti denunciato il Tpp e ha ritirato gli Usa dal tavolo dei negoziati. Questo è stato un duro colpo per gli 11 partner rimasti che, rappresentando solo il 13% del Pil globale, hanno messo in dubbio la possibilità di andare avanti con il progetto”, afferma.
“Dopo la sua elezione Donald Trump ha proclamato a gran voce al summit del Forum Asia-Pacifico la sua politica dell’’America first’, mentre il presidente cinese ha definito ‘irreversibile’ la globalizzazione – prosegue l’esperto -. Trump e Xi Jinping hanno così delineato due visioni chiaramente divergenti sul futuro del commercio. Denunciando gli ‘abusi commerciali cronici’ che gli Stati Uniti ‘non potevano più tollerare’ e condannando gli accordi multilaterali che “legano” le mani del suo Paese, Trump aveva pronunciato un discorso decisamente isolazionista che ha definito tutto il suo mandato”.
La Rcep segna quindi un importante punto di svolta e un evidente rimescolamento delle carte. Alla firma del patto, il premier cinese Li Keqiang ha dichiarato che l’accordo era una “vittoria contro il protezionismo”. I media internazionali lo hanno definito un “colpaccio della Cina” che rafforzerebbe le pretese di Pechino di essere un “campione della globalizzazione e della cooperazione multilaterale”. “Questa nuova ‘Unione Europea’ asiatica è un segno del ritorno della globalizzazione dopo 4 anni di ‘America First’. Sebbene la Rcep sia uno sviluppo cruciale per tutti i Paesi firmatari, il principale beneficiario è la Cina, che dovrebbe superare rapidamente gli Stati Uniti come prima potenza mondiale”, assicura Plassard.