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Healthcare? Meglio industriali e finanziari

Secondo Scauri (Lemanik), l’healthcare potrebbe beneficiare in parte dell’agenda di Biden, ma per le big pharma il vaccino comporterà pochi profitti

“Se nei primi mesi del 2021 proseguirà la rotazione dei portafogli dai titoli a crescita elevata (growth) a quelli con buoni fondamentali ma sottovalutati (value), il settore dell’healthcare potrebbe sottoperformare in generale il settore più ciclico del mercato, rappresentato ad esempio dagli industriali o dai finanziari”. Lo sostiene Andrea Scauri, gestore del fondo Lemanik European Dividend Preservation, secondo cui, al contempo, la vittoria dei democratici in Georgia potrebbe mitigare questa rotazione e quindi il settore healthcare potrebbe beneficiare in parte dei temi più vicini all’agenda di Biden.

Pensare che i titoli farmaceutici possano produrre facili guadagni trainati dai vaccini anti Covid-19 potrebbe quindi rivelarsi una pericolosa illusione, a detta di Scauri, perché nel 2020 il tema del vaccino ha sostenuto soprattutto quei titoli come Biontech o Moderna che avevano il vaccino stesso come core business, con produzione e commercializzazione affidate a terzi. 

Diverso invece il discorso per le big pharma come Pfizer, Sanofi o AstraZeneca: in questi casi, a detta dell’esperto, la produzione non comporterà profitti se non in maniera molto limitata, perché il prodotto sarà venduto a un prezzo molto vicino a quello di costo. “Il beneficio arriverà soprattutto a livello reputazionale, anche perché questi giganti farmaceutici hanno un portafoglio di prodotti molto ampio e la parte di business legata al coronavirus è soltanto una piccola parte dell’intera offerta”, afferma il gestore.

“Allargando l’orizzonte, i vaccini in corso di lancio e la graduale eliminazione delle restrizioni di viaggio nel corso dell’anno potrebbero portare a una normalizzazione della situazione sanitaria e a uno slancio molto positivo degli utili – conclude Scauri -. E nonostante il recente forte rally, le ragioni per rimanere più costruttivi sul mercato restano invariate: la politica monetaria e fiscale continuerà a essere accomodante nei prossimi mesi e le banche centrali difficilmente aumenteranno i tassi d’interesse nel 2021; le valutazioni azionarie sono più appetibili delle obbligazioni; e gli utili nel 2021 potrebbero sorprendere al rialzo e tornare a livelli pre-Covid, considerando che i recuperi sono tipicamente più forti delle recessioni. Del resto, nel rimbalzo post-lockdown abbiamo assistito a un grande appetito dei consumatori, in parte alimentato dai risparmi accumulati durante il blocco”.

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