Per Gam Investments le società finanziate da venture capital saranno in grado di prosperare anche nei contesti più difficili. Ecco perché
Secondo le previsioni di Morgan Stanley, il mercato private equity crescerà complessivamente del 12% all’anno nei prossimi cinque anni, portando il patrimonio in gestione verso quota 17 mila miliardi di dollari. Inoltre per gli analisti della banca Usa, dato che le società del mercato privato stanno introducendo prodotti e strategie lungo l’intero spettro di rischio/rendimento/liquidità, con diversi contenitori e veicoli che si rivolgono a investitori differenti, potremmo assistere alla democratizzazione dei mercati privati e a un aumento delle opzioni di strumenti liquidi alternativi.
Analogamente, da un recente rapporto Preqin emerge che il patrimonio complessivo dei mercati privati dovrebbe raggiungere quota 18,3 mila miliardi di dollari entro il 2027, raddoppiando l’attuale valore. Il sotto-segmento del venture capital dovrebbe crescere del 19,1% all’anno entro il 2027, diventando così l’asset class in più rapida crescita.
“Possiamo attribuire tale fenomeno a due fattori in particolare – commenta Christian Munafo, advisor venture capital di Gam Investments -. Primo, il venture capital può consentire agli investitori di accedere a tecnologie esclusive, innovazioni e soluzioni all’avanguardia del processo di digitalizzazione, con il potenziale di creare valore aggiunto nell’economia globale. Secondo, dato che gli ostacoli macroeconomici possono far aumentare la volatilità e l’incertezza della Borsa valori, molte aziende del settore tecnologico continueranno probabilmente a restare private, per cui il mercato privato comprenderà imprese con una capitalizzazione di mercato più elevata”.
Secondo Munafo, nel 2023 e oltre, gli investitori a lungo termine che vogliono investire in tecnologia innovativa e rivoluzionaria sul mercato privato dovrebbero continuare a beneficiare della creazione di valore in settori come fintech, intelligenza artificiale, sicurezza informatica, cloud, immagazzinamento dei dati e analisi, educazione online, ottimizzazione delle catene di distribuzione, e-commerce, salute digitale ed economia dello spazio.
“È importante riconoscere che la liquidità disponibile nell’ecosistema venture capital è a livelli record (circa 300 miliardi di dollari) a fronte di un mercato più maturo rispetto alle rotazioni cicliche precedenti – sottolinea l’esperto di Gam Investments -. Inoltre, le società finanziate da venture capital raramente hanno un debito elevato nella struttura del capitale, e ciò contribuisce a contenere i rischi derivanti dai rialzi dei tassi di interesse”.
“Nonostante le valutazioni siano in parte scese, e potrebbero restare contenute nel breve termine a causa degli ostacoli macroeconomici – prosegue -, secondo noi persisterà una biforcazione sul mercato per cui le società best-in class continueranno a raccogliere capitali senza particolari problemi, mentre quelle di piccolo calibro rischieranno un calo delle valutazioni, disinvestimenti o la chiusura delle attività. Le società con maggiori potenzialità di successo saranno quelle che adottano business model differenziati, indicatori operativi robusti che bilanciano crescita e redditività, che si avvalgono di dirigenti esperti, consorzi di investitori con capitali elevati e una situazione patrimoniale solida, fattori che aiutano ad attraversare i cicli di mercato”.
Nel complesso, a detta di Munafo, ciò potrebbe significare che nel 2023 le società private continueranno a rinviare il disinvestimento e resteranno sul mercato privato più a lungo finché non sarà il momento giusto per ottimizzare valutazioni e liquidità. “Storicamente – precisa – i periodi di maggiore volatilità e incertezza macroeconomica sono spesso un buon catalizzatore di opportunità nei mercati privati. Praticamente tali catalizzatori dovrebbero migliorare gli squilibri tra domanda e offerta a favore di acquirenti e investitori, dato che i detentori di attività non liquide tendono a diventare più avversi al rischio e a preferire la liquidità. Tale tipo di scenari spesso determina opportunità di investimento adeguate al rischio interessanti; pertanto, le annate che comprendono periodi di maggiore attività in Borsa e incertezza macroeconomica in genere realizzano performance più brillanti”.
Sebbene nessuna azienda sia immune ai fattori macro, secondo l’esperto le società private sono spesso in grado di evitare la volatilità tipica delle Borse Valori che può spingere gli amministratori a dare priorità agli indicatori di breve periodo, come gli utili trimestrali, anziché agli obiettivi di lungo termine, come lo sviluppo di nuovi prodotti, il posizionamento strategico e la performance in generale. “A nostro giudizio – afferma -, le società finanziate da venture capital e ben capitalizzate, in mercati ampi, che offrono prodotti e soluzioni differenziati, che consentono maggiori efficienze, sono in grado di prosperare anche nei contesti più difficili”.
“Per tali ragioni crediamo che sia sempre più importante per gli investitori sfruttare l’alpha potenziale che queste società possono generare prima dell’Ipo, comunque le prospettive a più lungo termine restano fondamentali. Con la democratizzazione dei mercati privati, i consulenti finanziari e gli investitori individuali avranno probabilmente un ruolo importante per la crescita del settore venture capital”, conclude Munafo.