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Obbligazioni convertibili, 4 ragioni per essere ottimisti

Per Ubp, tutti i driver di performance delle obbligazioni convertibili sono di nuovo attivi: le valutazioni sottostanti sono interessanti e i rendimenti sono tornati in gioco

Il sell-off del 2022 ha aperto un nuovo scenario che dà ragione di essere ottimisti sul futuro delle obbligazioni convertibili. Ne è convinto  Matthieu Tournaire, Caia senior investment specialist convertible bonds di Ubp, secondo cui ci sono quattro buoni motivi a sostegno della sua tesi.

La prima è che le valutazioni dei titoli azionari sottostanti sono diventate interessanti. “Sulla scia delle correzioni di mercato – chiarisce -, le società che emettono obbligazioni convertibili hanno subito un massiccio de-rating rispetto ai picchi di valutazione raggiunti nel 2021. Se si considera il rapporto medio prezzo/vendite degli emittenti di obbligazioni convertibili, il calo ha raggiunto il 51% dai massimi del 2021, contro il -20% delle azioni globali. La riduzione del rapporto prezzo/vendite è stata ancora più pronunciata per i titoli del settore tecnologico, sanitario, dei beni di consumo e delle telecomunicazioni”.

Dunque, le valutazioni appaiono ora più interessanti, dati i fondamentali ancora solidi e le prospettive di crescita. “A questo livello – afferma Tournaire – c’è per gli investitori l’opportunità di ricostruire l’esposizione sulle azioni attraverso le obbligazioni convertibili, considerando il potenziale offerto dall’opzione incorporata che viene negoziata significativamente out of money”.

Seconda ragione è che nell’universo delle obbligazioni convertibili è tornato il rendimento. “Negli ultimi anni il mondo delle obbligazioni convertibili ha fatto parlare di sé a causa dei rendimenti negativi, ma ora non è più così – fa notare l’esperto -. Non solo da metà settembre 2022 il rendimento medio delle obbligazioni convertibili è positivo, ma se si guarda alla distribuzione effettiva dei rendimenti, è impressionante che quasi la metà dell’universo abbia ora un rendimento superiore al 5%. Si tratta di un driver di rendimento che mancava da un po’”.

Terzo motivo di ottimismo è che le obbligazioni convertibili funzionano a pieno regime. “Le obbligazioni convertibili sottostanti alle azioni non sono più costose e il rendimento è tornato nell’universo delle obbligazioni convertibili- assicura -. Di conseguenza, il loro profili è diventato molto più interessante, poiché tutti i driver di rendimento sono ora in gioco”.

Infine, quarta ragione, nell’ambiente attuale la strada da percorrere è il tema quality. “Sebbene accogliamo con favore l’aumento dei rendimenti nell’universo delle obbligazioni convertibili, la selettività del credito è essenziale – avverte -. In presenza di elevati rischi di inflazione e recessione, vediamo un vantaggio competitivo per società quality con un bilancio solido e una chiara visibilità sulla crescita degli utili. L’analisi storica mostra che i titoli quality hanno sovraperformato le azioni globali sia in periodi di inflazione che di recessione, con una media del 6,8%”.

Alla luce di ciò, negli ultimi mesi Tournaire spiega di incrementato le posizioni su titoli di qualità superiore. “Siamo passati da una posizione di sottopeso a una di sovrappeso nel settore Health Care – precisa -. Abbiamo ridotto il sovrappeso nel settore tecnologico concentrandoci sui titoli quality. Siamo passati a sottopesare il settore dei consumi discrezionali. Continuiamo a preferire società esposte a trend secolari, come la digitalizzazione dell’economia, la cybersicurezza e le crescenti esigenze sanitarie. Queste società hanno un forte potenziale di crescita degli utili nel medio-lungo periodo e una minore correlazione con il rallentamento generale della crescita globale”.

“Riteniamo che anche i settori healthcare e tecnologico dovrebbero registrare performance migliori nel 2023 grazie alla minore pressione sui tassi di interesse, dato che la Fed si avvicinerà probabilmente alla fine del suo ciclo di rialzi. Siamo convinti che le convertibili siano destinate a sovraperformare nel prossimo futuro. Tutti i driver di performance sono di nuovo attivi: le valutazioni sottostanti sono interessanti e i rendimenti sono tornati in gioco”, conclude.

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