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Mercati 2023: Europa e Usa? Meglio Asia ed Emergenti

Secondo Ubp, Ue e Stati Uniti sono a rischio recessione. Prospettive più positive per l’Asia e i Paesi in via di sviluppo

Nel 2023 la crescita globale sarà probabilmente debole e i rischi di coda restano elevati a causa delle tensioni geopolitiche, della crisi energetica e dell’attuale politica monetaria restrittiva. Ne è convinto Patrice Gautry, chief economist di Union Bancaire Privée, secondo cui i Paesi sviluppati rischiano una recessione nei prossimi dodici mesi e l’Europa appare più fragile a causa delle continue incertezze sull’approvvigionamento energetico.

“I Paesi emergenti – sottolinea Gautry – soprattutto l’Asia, offrono invece prospettive relativamente costruttive, in quanto l’anno prossimo è prevista una ripresa in Cina dopo i cambiamenti nella politica sanitaria ed economica. L’inflazione dovrebbe diminuire rispetto al suo picco, ma in modo progressivo, restando ancora al di sopra del 2% a fine 2023. La politica monetaria restrittiva rimarrà in vigore, con un ulteriore aumento dei tassi di riferimento ma a un ritmo moderato”.

Economie sviluppate

In dettaglio, secondo l’economista, la crescita nei Paesi sviluppati si indebolirà ulteriormente nei prossimi trimestri sia nel settore industriale che in quello dei consumi. “Negli Stati Uniti – chiarisce – la domanda interna è destinata a peggiorare e il mercato del lavoro dovrebbe indebolirsi pur mantenendo uno slancio positivo. L’inflazione core rimane resistente, obbligando la Fed a mantenere un atteggiamento restrittivo e, secondo il nostro scenario, non è previsto alcun allentamento dei tassi di riferimento nel 2023”.

Ma è l’Europa che rischia di subire una contrazione più profonda dell’attività a fine anno, a causa della combinazione di shock derivanti dai prezzi dell’energia, inflazione elevata e politica monetaria restrittiva. “Dopo che la fiducia ha toccato i minimi durante l’anno, i dati reali dovrebbero deteriorarsi ulteriormente nel quarto trimestre 2022 e si prevede una recessione nel 2023”, avverte Gautry.

Mercati emergenti

I Paesi asiatici, a detta dell’economista, dovrebbero invece mantenere una crescita aggregata del 4,2% nel 2023, dopo il 3,6% del 2022: l’andamento positivo della demografia, le esportazioni regionali solide e la posizione esterna confortevole costituiscono un ammortizzatore contro il dollaro forte e l’aumento dei tassi. “In India – argomenta -, la crescita dovrebbe rallentare dal 7,2% al 6,5% nel 2023, ma i consumi dovrebbero rimanere un grande sostegno. La spesa per le infrastrutture e lo sviluppo di nuove tecnologie dovrebbero sostenere una crescita regolare”. 

“In Cina – conclude Gautry – dopo un forte rimbalzo nel terzo trimestre, sono tornati i venti contrari a causa delle nuove chiusure locali, con una crescita debole prevista per il quarto trimestre 2022. Tuttavia, le regole della politica Zero-Covid sono state ora allentate e si prevede un maggiore sostegno all’economia”.

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