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Mercati, quanto durerà il rally?

Per Generali Insurance Am, il 2023 sarà molto più accidentato di quanto la performance attuale suggerisce. E per questo è ora di iniziare a ridurre un po’ la ciclicità dei portafogli

I mercati globali quest’anno stanno registrando una crescita media dei valori vicino al 5%, con l’Europa insolitamente in testa con una performance a due cifre. Sebbene gli investitori mostrino ancora scetticismo, secondo Luca Finà, head of equity di Generali Insurance Am, questo trend è pienamente giustificato da ragioni sia fondamentali che tecniche. “Inverno mite, calo dei prezzi del gas, inflazione apparentemente sotto controllo, consumi resilienti e migliori aspettative sulla Cina dopo l’uscita dalla politica zero Covid hanno migliorato significativamente il quadro macro, rimuovendo lo scenario fortemente ribassista in Europa dovuto a recessione e razionamento di gas ed elettricità”, spiega l’esperto.

Inoltre, a detta di Finà, un’allocazione relativamente contenuta sulle azioni (e molto bassa verso le azioni europee), limitata volatilità, buona stagionalità e significative posizioni nelle call S&P a breve scadenza hanno funzionato come fattori di supporto dal punto di vista tecnico. Le aspettative sugli utili per il quarto trimestre erano state significativamente ridotte tra novembre e dicembre, abbassando l’asticella a gennaio e febbraio per l’attuale reporting season. Questa è ormai storia, l’interrogativo è se ora i mercati possano salire ulteriormente.

“Probabilmente sì – afferma l’esperto -, un altro incremento di qualche punto percentuale potrebbe ancora essere possibile, principalmente nei titoli non statunitensi, per i quali l’allocazione non è ancora estrema, la stagionalità è ancora positiva, la valutazione inferiore alla media storica e gli utili stanno ancora registrando sorpese migliori”. 

Ma secondo Finà non è questo il punto e la vera domanda è: per quanto tempo è sostenibile? “Se consideriamo che i recenti dati sull’inflazione sembrano suggerire che sia più resiliente del previsto, che uno dei cicli di rialzi nei tassi più ripidi della storia da parte delle banche centrali a un certo punto mostrerà il loro effetto sull’economia, ma che le aspettative di crescita degli utili per il 2024 sono ancora positive a due cifre, probabilmente dobbiamo aspettarci che il 2023 sarà molto più accidentato di quanto la performance attuale suggerirebbe e che avrebbe senso iniziare a ridurre un po’ la ciclicità dei portafogli”, avverte. 

“Aggiungeremmo quindi alcuni settori penalizzati da inizio anno ed oggi con valutazioni convenienti, come utilities e telecomunicazioni che dovrebbero funzionare meglio in contesto di volatilità più elevata e in uno scenario di incertezza, riducendo quelli che sono attualmente più cari e prezzano uno scenario eccessivamente positivo”, conclude Finà.

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