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Inflazione, la Bce dovrà essere più “falco”

Inflazione core oltre le attese a febbraio nell’Eurozona. Per IG Italia, l’Eurotower alzerà i tassi di 50 pb a marzo e di 25 pb a maggio, giugno e luglio, arrivando a un terminal rate del 4,25%

Eurostat ha pubblicato i dati sull’inflazione flash relativa al mese di febbraio in Eurozona. L’indice dei prezzi al consumo ha evidenziato, su base annuale, un rialzo del 8,5%, superiore alle attese del mercato, all’8,2%, e in lievissimo calo rispetto all’8,6% di gennaio. Su base mensile il Cpi è salito dello 0,8%. L’indice core, quello al netto di energetici ed alimentari, ha mostrato una crescita del 5,6%, contro il 5,3% delle previsioni e il 5,3% di gennaio.

La Bce dovrà essere più “falco”: terminal rate superiore al 4%

“Il dato odierno sull’inflazione di febbraio – commenta Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia – a nostro avviso porta ulteriori argomenti a favore dei membri più falchi all’interno del Consiglio Direttivo della Bce (soprattutto Nord Europa e in particolare la Germania). Le mosse restrittive della Bce effettuate negli scorsi mesi hanno avuto poco effetto sull’economia reale. L’inflazione soprattutto core continua a essere persistente su livelli alti. E dai dati pubblicati dalla Bce non è più solo un’inflazione legata da fattori dal lato dell’offerta ma anche a quelli della domanda”.

Insomma, per l’esperto l’Eurotower dovrà necessariamente cambiare passo sia nelle scelte sui tassi di interesse ma soprattutto nella comunicazione. “E qualcosa in effetti è cambiato nelle ultime dichiarazioni da parte dei membri del Governing Council – fa notare -. Nelle ultime ore il governatore della banca centrale francese Villeroy ha affermato che il picco del livello dei tassi potrebbe essere raggiunto in estate, al massimo nel mese di settembre”.

Diodovich sottolinea come la persistenza dell’inflazione su livelli così alti modifichi le sue aspettative sulle prossime mosse della Bce. “Crediamo che l’istituto di Francoforte dovrà prolungare molto più a lungo del previsto gli sforzi per riportare l’inflazione in un sentiero per raggiungere il 2% (target che sarà raggiunto probabilmente nei prossimi 18 mesi) – spiega -. Ci aspettiamo un aumento di 125 punti base del costo del denaro nei prossimi mesi (con forti pressioni dei membri hawkish per aumenti di 75 punti base a marzo e 50 pb a maggio). Nel dettaglio crediamo che il Governing Council alzerà il costo del denaro di 50 pb (tassi di interesse a breve sulle operazioni di rifinanziamento principale al 3,50%, tassi sui depositi al 3%) per poi continuare ad aumentarli anche nelle riunioni di maggio, giugno e luglio (25 pb a riunione portando il tasso benchmark a un terminal rate del 4,25%)”.

Reazione sui mercati debole

I mercati hanno reagito poco al dato sull’inflazione di febbraio, tenendo conto anche della serie di cifre sull’inflazione dei vari stati componenti dell’Eurozona pubblicate già nei giorni scorsi (Francia, Spagna, Germania). “Gli operatori di mercati hanno ancora forti dubbi che la Bce possa mostrarsi pronta come la Federal Reserve a cambiare passo e ad essere più hawkish del previsto”, conclude Diodovich.

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