Aumentano in tutta Italia i pagamenti senza contanti. Anche per importi contenuti. La classifica delle province più cashless dell’Osservatorio SumUp
Prosegue l’aumento dei pagamenti senza contanti. Una crescita diffusa in quasi tutto il Paese, come dimostrano i valori medi sempre più bassi delle transazioni digitali. Nel 2022 infatti, rispetto ai dodici mesi precedenti, lo scontrino medio cashless a livello nazionale è diminuito dell’8%, attestandosi sulla cifra di 40,4 euro.
È quanto emerge dall’Osservatorio Scontrini Cashless 2023 di SumUp, la fintech leader nel settore dei pagamenti digitali, che ha analizzato i valori degli scontrini medi cashless degli ultimi due anni nelle diverse province italiane.
Pagamenti cashless anche al bar
Cagliari è la provincia con lo scontrino medio più basso, pari a 33,5 euro. Seguono Bologna (35 euro) e Caltanissetta (35,1 euro). In fondo alla classifica si posizionano Savona (77,8 euro), Siena (55,7 euro) e Grosseto (51,3 euro), che sono le province con il ticket medio cashless più elevato.
I settori in cui gli scontrini digitali sono più bassi sono bar e club (14,9 euro), tabaccherie (21,4 euro) e fast food (22 euro), a indicare un maggiore utilizzo di pagamenti digitali anche per spese minori e in esercizi tradizionalmente associati ai contanti. Dall’analisi degli scontrini nelle diverse aree del Paese, emerge che l’evoluzione dei pagamenti senza contanti riguarda quasi tutte le province, pur con velocità diverse.
Cala lo scontrino medio
“La diminuzione dello scontrino medio è uno degli indicatori che meglio rappresenta la crescita del cashless in Italia. Perché dimostra che, da un lato, i consumatori sono sempre più abituati a utilizzare metodi di pagamento alternativi al contante anche per piccoli importi e che, dall’altro, gli esercenti sono sempre più disposti a introdurre strumenti digitali per semplificare e velocizzare le operazioni di cassa”, spiega Umberto Zola, growth marketing lead di SumUp.
Le province più cashless
Per trovare gli scontrini medi cashless più bassi (dopo Cagliari, Bologna e Caltanissetta, che occupano il podio della classifica) bisogna recarsi a Lodi (35,9 euro), Livorno (35,8), Taranto (36), Palermo (36), Catania (36,2), Oristano (36,2) e nella provincia di Barletta-Andria-Trani (36,5). Una top ten che premia dunque in maggioranza i territori del Sud e Isole, con sole tre province del Centro-Nord del Paese.
Al di fuori delle prime dieci, le province del Nord con il ticket medio più ridotto sono Genova, in dodicesima posizione con 36,6 euro, Torino, tredicesima con 36,7 euro, e Ferrara, quindicesima con 37,4 euro. La prima città del Centro Italia, dopo Livorno, si trova solo alla 39 posizione, dove si colloca Frosinone (39,6 euro), seguita da Viterbo (40,5 euro) e Latina (40,7 euro ), rispettivamente al 50esimo e 51esimo posto.
L’Osservatorio scontrini cashless di SumUp ha analizzato anche le province dove il calo del ticket medio digitale è stato più evidente. A guidare questa classifica è Trieste, con una flessione del 28,8% rispetto al 2021. Seguono Parma, con una diminuzione del 22,5%, e Ancona, dove lo scontrino è sceso del 19,5%. Dall’altro lato della classifica, Enna (+5,8%), Napoli (+3,8%) e Vibo Valentia (+1,5%) sono le uniche province in cui la transazione media cashless è aumentata.
Nel confronto con il 2021, i fotografi sono gli esercenti che segnalano il calo più significativo dello scontrino medio cashless (-44%). Seguono librerie (-23,9%) e tabaccherie (-23,2%). La cosmesi è il settore più in controtendenza, con una crescita del ticket digitale del +79,2%, seguita dalle gioiellerie (+36,9%) e dai pet shops (+27,8%).