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Investimenti, 10 temi per il 2023

Per Capital Group, i mercati stanno affrontando una fase di grande cambiamento. E gli investitori potrebbero dover riallineare le loro aspettative. Ecco i trend su cui focalizzare gli investimenti

Sta prendendo forma una nuova realtà, che potrebbe definire i mercati globali nel prossimo decennio. Anche se molti investitori prevedono un ritorno alla normalità dopo il calo dell’inflazione e l’interruzione dei rialzi dei tassi ad opera delle banche centrali, secondo Matteo Astolfi, head of client group Italy di Capital Group, i mercati stanno affrontando una fase di grande cambiamento. E gli investitori potrebbero dover riallineare le loro aspettative in questo contesto. L’esperto ha quindi identificato 10 temi a lungo termine su cui focalizzarsi per meglio orientare gli investimenti.

1. Il decennio dei dividendi

“Con il rallentamento della crescita e l’aumento del costo del capitale, ci aspettiamo che i dividendi apportino un contributo più stabile ai rendimenti totali in futuro – spiega Astolfi -. I dividendi hanno rappresentato solamente il 16% dei rendimenti totali negli anni 2010, ma la media storica si è attestata intorno al 38%, con un picco al 72% durante l’inflazione degli anni Settanta. Stiamo individuando molte opportunità nei vari settori, ivi inclusi i titoli industriali, i servizi di pubblica utilità, la sanità. Le aziende farmaceutiche possono essere interessanti in un contesto inflazionistico, perché molte tendono ad avere bilanci e flussi di cassa solidi e sono spesso in grado di alzare i prezzi anche in un contesto di mercato molto competitivo”.

2. Nuova crescita

Per un investitore orientato alla crescita, a detta dell’esperto è essenziale differenziare tra le aziende che hanno raggiunto la fine del loro percorso o che stanno affrontando una concorrenza più serrata da quelle che stanno semplicemente attraversando un rallentamento ciclico. “Ad esempio – argomenta -, le società di streaming di contenuti e i social network basati sulla pubblicità risentono della concorrenza dei nuovi entranti, pertanto gli investitori devono focalizzarsi maggiormente sulla redditività rispetto al passato. Dall’altra parte, la crescita del cloud computing sta rallentando, ma potrebbe trattarsi di un rallentamento ciclico. A nostro avviso, i fondamentali aziendali delle aziende cloud rimangono solidi, ma il mercato le sta forse penalizzando tanto quanto i titoli tech più problematici. Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi 12 o 18 mesi, ma pensiamo che l’industria dei chip potrebbe essere destinata a una solida ripresa ciclica”.

3. Leader globali

Gli investitori temono la deglobalizzazione e la considerano negativa per i portafogli. Non è escluso che lo sia, ma per Astolfi i cambiamenti nei pattern del commercio generalmente favoriscono i leader globali, le multinazionali leader di settore in grado di adattarsi al panorama mutevole. “Ci focalizziamo principalmente sui ‘supertanker’, ossia società dominanti che generano un solido flusso di cassa, vantano vantaggi competitivi robusti e hanno la capacità di finanziare la loro stessa crescita, in settori come quello sanitario, dei semiconduttori e delle assicurazioni”, spiega.

4. L’epoca d’oro della sanità

Nel settore sanitario, l’innovazione è oggi al suo apice. Negli ultimi anni le società farmaceutiche hanno investito ampiamente nella ricerca e di conseguenza stanno sviluppando ampie pipeline di trattamenti d’avanguardia per risolvere alcune tra le problematiche sanitarie più complesse. “Eli Lilly e Novo Nordisk, ad esempio, hanno sviluppato trattamenti per l’obesità con il potenziale di ridurre il peso corporeo fino al 25%. AstraZeneca è divenuta leader nell’oncologia con terapie avanzate per il tumore al polmone, alla vescica e al seno. Il sequenziamento genetico è un’altra innovazione chiave che ha importanti conseguenze sulla salute e gli investimenti”, fa notare l’esperto.

5. Il rinascimento dell’industria

Secondo Astolfi, l’aumento delle spese in conto capitale potrebbe gettare le basi per un rinascimento dell’industria. “Teniamo sotto controllo diversi trend pluriennali che potrebbero portare a un incremento degli investimenti di capitale e generare opportunità per una vasta gamma di titoli industriali. Tra essi il focus dell’Europa sulla sicurezza energetica, l’aumento della spesa nell’aerospaziale e difesa e il reshoring delle filiere”, evidenzia.

6 Il reshoring delle filiere

Messe in difficoltà dalle crisi delle filiere durante la pandemia, molte aziende stanno prendendo provvedimenti per diversificare le loro operazioni manifatturiere, ponendo l’accento sull’affidabilità e la sicurezza piuttosto che sui costi e l’efficienza. “Si tende erroneamente a credere che questa tendenza sostituirà la Cina come maggiore base manifatturiera al mondo – sottolinea l’esperto -. Piuttosto, molte aziende stanno passando a una strategia ‘Cina +1’mantenendo operazioni nel Paese e inserendo altre strutture altrove. Gli investimenti incrementali in Cina si focalizzeranno principalmente sul mercato domestico, mentre ulteriori investimenti in altre location serviranno il resto del mondo. Il Sudest asiatico, il Messico, l’India e gli Stati Uniti sono tra le principali destinazioni. Le aziende che agevolano tale transizione, come gli enabler dell’automazione giapponesi o i Reit in India, potrebbero essere ben posizionate per trarre vantaggio da questa tendenza”.

7. Solidità core

Per Astolfi, poi, le solide opportunità di reddito e un potenziale rallentamento dell’economia potrebbero rendere le obbligazioni core la star di un portafoglio ben diversificato. “Oggi, sentiamo ovunque la parola recessione – argomenta -. Se il rallentamento della crescita può rappresentare un ostacolo per molte asset class, per le obbligazioni core è una benedizione. Il rallentamento della crescita, il calo dell’inflazione, l’aumento dei rendimenti e una Federal Reserve Usa che si appresta a concludere il suo ciclo di rialzi consentono ai fondi obbligazionari core di generare rendimenti complessivi intorno al 5% e fornire ancora una volta equilibrio a un portafoglio”.

8. Il ritorno del credito

“I fondamentali creditizi potrebbero tornare presto alla ribalta, con il raffreddamento dell’inflazione e il rallentamento dei tassi – prosegue -. I rendimenti iniziali di oggi per le obbligazioni a reddito più elevato come l’investment grade, l’high yield, i mercati emergenti e il debito cartolarizzato offrono punti di ingresso interessanti per gli investitori di lungo periodo. L’opportunità in termini di rendimento complessivo è inoltre più interessante rispetto agli ultimi anni, perché i rendimenti più elevati possono aiutare a proteggere dalla volatilità del mercato obbligazionario”.

9. High yield selettivo

Ai rendimenti odierni, secondo Astolfi, le obbligazioni high yield possono offrire un reddito interessante al portafoglio di un investitore. “Pur essendo consapevoli della possibilità di una contrazione, non prevediamo lo stesso livello di volatilità dei prezzi nel mercato high yield che ha fatto seguito alla crisi finanziaria globale o all’avvio della pandemia. Il mercato obbligazionario high yield Usa presenta oggi una qualità superiore (come indicano i rating creditizi) con solamente l’11% di obbligazioni con rating CCC o inferiore (al 31 dicembre 2022) rispetto al 20% a dicembre 2007”, chiarisce.

10. Un nuovo 60/40

“Nonostante l’anno difficile, riteniamo che il concetto di un portafoglio ben bilanciato (sia esso 60/40 o 65/35) sia ancora estremamente attuale. Per la prima volta dopo anni, potrebbe essere possibile ricercare rendimenti complessivi poco inferiori al 10% investendo in obbligazioni core e titoli che versano dividendi senza assumersi un rischio inutile o ricercare il rendimento”, conclude l’esperto.

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