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L’asset allocation per i prossimi mesi

Per Dje Kapital Ag, i titoli tech sono pronti a beneficiare dello stop Fed. Sul fronte obbligazionario meglio mantenere una duration breve

Molti mercati azionari hanno registrato buone performance nei primi quattro mesi del 2023. I prossimi mesi potrebbero ora diventare più impegnativi: il ritmo stagionale da maggio a ottobre spesso, infatti, non è facile e il contesto monetario può ancora essere classificato come difficile. Secondo Stefan Breintner, head of research and portfolio management di Dje Kapital Ag, non è prevedibile un ulteriore aumento dei tassi d’interesse. Tuttavia, guardando alla seconda metà dell’anno, per l’esperto le aspettative del mercato verso una possibile riduzione dei tassi siano troppo ottimistiche. “In generale, il mercato ha una visione molto più ottimistica degli sviluppi dei tassi di interesse rispetto ai membri del Federal Open Market Committee della Federal Reserve. Pertanto i tassi di interesse potrebbero rimanere alti più a lungo di quanto il mercato si aspetti oggi”, afferma.

Per Breintner, infatti, l’inflazione core è ancora troppo alta e probabilmente diminuirà lentamente. Inoltre, i prestiti bancari sono in calo e questo rallenterà lo sviluppo economico. “Il presidente della Fed Powell continua a credere in un atterraggio morbido dell’economia statunitense piuttosto che in una recessione – osserva -. Noi non siamo così ottimisti e attualmente riteniamo improbabile che una recessione negli Stati Uniti possa essere completamente evitata. I prestiti immobiliari commerciali rimangono un fattore di rischio, soprattutto per le banche regionali statunitensi. I problemi del settore bancario e il rallentamento dello slancio dell’inflazione potrebbero significare che il ciclo di rialzi dei tassi d’interesse negli Stati Uniti sia ormai giunto al termine”. Per l’esperto, questo favorirebbe il settore tecnologico, un settore a suo parere non sopravvalutato in termini assoluti e rispetto alla sua storia, ma valutato in maniera elevata rispetto ad altri.

Guardando al 2024, molte delle attuali previsioni di crescita per Breintner sembrano troppo ottimistiche: i ritardi con cui la politica monetaria più restrittiva entrerà in vigore non sono ancora stati previsti nelle attuali previsioni. “Attualmente vediamo opportunità in Cina, dove il settore dei servizi/viaggi si sta sviluppando molto bene. Nel mercato immobiliare la situazione si sta stabilizzando e i prezzi stanno già tornando a salire in molte città e regioni. Tuttavia, probabilmente ci vorrà del tempo prima che la ripresa del mercato immobiliare cinese abbia un impatto positivo anche sulla domanda di materie prime. Inoltre, le banche cinesi stanno attualmente registrando performance relativamente buone”, spiega.

Secondo l’esperto, l’inflazione complessiva negli Stati Uniti dovrebbe continuare a diminuire nei prossimi mesi. Anche nell’Eurozona dovrebbe calare, trainata dai prezzi dell’energia. Al contrario, l’inflazione core  dovrebbe diminuire più lentamente. “Con l’inflazione core che rimane complessivamente elevata, rapidi tagli dei tassi di interesse sembrano irrealistici. Anche negli Usa sono improbabili ulteriori rialzi dei tassi d’interesse”, afferma.

Sul fronte obbligazionario per il momento Breintner continua a mantenere una duration tendenzialmente breve. “Molto sembra essere scontato dal mercato per quanto riguarda i titoli di stato statunitensi a 10 anni (ben al di sotto dei fondi Fed), mentre il livello del tasso di interesse dei decennali tedeschi sembra relativamente poco attraente al 2,25%. Le obbligazioni con scadenza da due a quattro anni sono a nostro avviso più interessanti”, conclude.

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