Ubp vede il metallo giallo a 2.000 dollari entro fine 2023 e l’argento a quota 26 dollari
“Prevediamo che l’oro salirà a livelli di circa 2.000 dollari per oncia entro la fine dell’anno mentre l’argento a circa 26 dollari l’oncia”. È la tesi di Peter Kinsella, global head of Forex strategy di Ubp, la cui previsione di prezzi leggermente più alti riflette diversi fattori. In primo luogo, a suo dire, i tassi d’interesse reali prospettici hanno probabilmente raggiunto il picco e ciò significa che il loro calo nei prossimi trimestri offrirà una spinta sia all’oro che all’argento.
In secondo luogo, per Kinsella assisteremo a una modesta debolezza del dollaro per il resto dell’anno, il che favorisce un contesto costruttivo per entrambi i metalli. “Notiamo inoltre che gli investitori restano sotto investiti rispetto agli anni precedenti, il che comporta alcuni rischi di rialzo nel momento in cui gli investitori torneranno ad allocazioni più tradizionali”, evidenzia.
Dato il beta di lungo periodo dell’argento rispetto all’oro, secondo l’esperto l’argento recupererà terreno in caso di rialzi più ampi. “Notiamo che le banche centrali continuano ad aumentare le loro disponibilità di oro, e questo dovrebbe continuare nel resto dell’anno grazie alla diversificazione delle loro riserve”, puntualizza.
In conclusione, quindi, per Kinsella il contesto macroeconomico è ancora costruttivo per i metalli preziosi, date le pressioni inflazionistiche e gli elevati livelli di incertezza geopolitica.