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Mutui, ennesima stangata sulle rate dopo la Bce

Il nuovo aumento del costo del denaro si tradurrà in 20 euro in più al mese per chi ha un tasso variabile. Un salasso di 240 euro all’anno. E i mutui a tasso fisso sono ormai più convenienti

Continuano a correre le rate dei mutui variabili. Dopo la decisione della Banca centrale europea di alzare nuovamente i tassi d’interesse dello 0,25%, ottavo aumento consecutivo, si fanno i conti sull’impatto che la decisione avrà sulle tasche degli italiani. Secondo l’osservatorio Mutuionline.it, l’incremento della rata di un variabile da 160mila euro raggiungerà il 72% (+ 339 euro al mese) rispetto al gennaio 2022.

Rate mutui, la mossa Bce vale 20 euro di più al mese

Stando al Codacons, l’aumento deciso dalla Bce rappresenta una mazzata media da 20 euro in più a rata per le famiglie italiane che hanno acceso un mutuo a tasso variabile. L’associazione specifica che però occorrerà attendere le prossime settimane per capire come il mercato risponderà al rialzo dei tassi. Negli ultimi giorni l’Euribor, indice di riferimento, si è attestato attorno al 3,33% per quello a 1 mese, 3,52% quello a 3 mesi. Se l’aumento deciso dalla Bce dovesse essere traslato interamente sul mercato, l’Euribor salirebbe a quota 3,58% (quello a 1 mese), 3,77% quello a 3 mesi. Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, secondo l’analisi del Codacons la rata mensile è destinata quindi a salire tra i 15 e i 25 euro.

Se però si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 240 e i 320 euro rispetto a quanto pagato nel 2021. Con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +2.880 e + 3.840 euro all’anno.

Stangata di 240 euro all’anno

Anche secondo l’Unione nazionale consumatori, considerando l’ultimo Taeg comunicato da Bankitalia, 4,52%, l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi di 25 punti percentuali corrisponde, nel caso di un pieno trasferimento sull’Euribor, ad un aumento della rata, per chi sottoscrive ora un mutuo a tasso variabile, a 20 euro al mese. 

“Una stangata annua pari a 240 euro –  precisa il presidente Unc, Massimiliano Dona -. Un rincaro che, considerato che in Italia i piani di ammortamento sono alla francese, vale per chi ha sottoscritto da poco il contratto e ha ancora una quota di interessi molto alta, ma che ovviamente va scemando man mano che il mutuo si avvicina alla sua scadenza e si paga quasi soltanto la quota capitale”.

Mutui, tasso variabile meno conveniente del fisso

Per l’osservatorio Mutuionline.it, i tassi variabili sono ormai molto meno convenienti dei fissi. A maggio il variabile medio delle richieste raggiunge il 4,36%, mentre il fisso è stabile al 3,70. L’osservatorio nota come si siano dimezzate le richieste di tasso variabile rispetto al primo trimestre dell’anno (7,6% contro 14,7%). Il fisso si conferma la scelta più sicura. 

Sale l’importo medio richiesto (131.156 euro), ma aumenta la tendenza dei mutuatari a versare maggiori anticipi (+13,6% di mutui con Loan to value sotto il 60% rispetto al 2022). In questo contesto sono prevalentemente i consumatori con le fasce di reddito più elevate che richiedono mutui. Rispetto al secondo trimestre 2022, il reddito medio dei richiedenti è aumentato di quasi 450 euro (2.761 euro contro 2.315 euro), portando la quota di richiedenti con reddito mensile sopra i 2.000 euro al 42,4% del mix, rispetto al 29,8% dello scorso anno. “Chi non ha risparmi da investire sta temporeggiando nell’attesa che i tassi scendano un po’”, sottolineano gli esperti.

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