Per T. Rowe Price, il settore sanitario americano appare solido. E sono tre i sottosettori particolarmente interessanti: managed care, dispositivi medici e prodotti terapeutici
Dopo un 2022 complesso, nel 2023 i mercati finanziari hanno visto un rimbalzo. Tuttavia, molte delle cause alla base della recente incertezza non sono scomparse, dato che persistono pressioni inflazionistiche, tassi di interesse elevati, segnali macroeconomici contrastanti e preoccupazioni geopolitiche. In questo contesto, sono pochi i settori che offrono sia importanti caratteristiche difensive sia l’opportunità di generare rendimenti. Per Taymour Tamaddon, gestore del fondo T. Rowe Price Funds Sicav – Us Large‑Cap Growth Equity di T. Rowe Price, l’healthcare è uno di questi.
L’healthcare è una rara dicotomia d’investimento
“L’healthcare – argomenta – ha storicamente mostrato una relativa resilienza durante i periodi di incertezza, grazie all’inelasticità della domanda di molti prodotti e servizi sanitari: qualunque cosa accada, le persone continuano ad ammalarsi, garantendo una domanda costante di cure ospedaliere, assicurazioni mediche, prodotti di consumo e trattamenti per le patologie croniche. Ciò si è verificato anche nel 2022, quando il settore sanitario ha sovraperformato l’indice S&P 500 del 15,8%”.
Allo stesso tempo, l’healthcare continua a offrire un interessante potenziale di crescita sotto forma di progressi rivoluzionari nelle terapie farmacologiche e nei dispositivi medici. “Le aziende più interessanti in questi settori – evidenzia Tamaddon – non solo hanno un forte potere di determinazione dei prezzi grazie alla natura innovativa dei loro prodotti, ma la presenza di brevetti e la necessità di autorizzazioni normative creano anche chiare barriere all’ingresso”.
Crescita strutturale della spesa
Anche le tendenze socioeconomiche strutturali sono di sostegno: le persone vivono più a lungo, il che comporta un maggiore consumo di prodotti e servizi sanitari. Inoltre, come fa notare l’esperto, i progressi della tecnologia e delle scoperte biologiche si traducono anche in un aumento dell’assistenza sanitaria e lo sviluppo di nuovi trattamenti per esigenze cliniche insoddisfatte ha il potenziale di interessare ampie fasce della popolazione. “La pandemia di coronavirus è stata un campanello d’allarme per i governi mondiali – osserva – con i sistemi sanitari nazionali, e in particolare gli ospedali, che sono stati messi a dura prova. Per rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari globali, sono necessari investimenti significativi e continui. I governi sono stati scossi dall’azione della pandemia e stiamo assistendo ad un aumento dei flussi di capitale destinati all’healthcare in tutta una serie di settori”. Ciò è positivo per il settore e favorisce un periodo potenzialmente entusiasmante di innovazione, consolidamento e ottimizzazione in quest’area cruciale della società.
Un panorama complesso e sfaccettato
Dal punto di vista degli investimenti, Tamaddon precisa che l’universo dell’healthcare è un panorama ricco di opportunità differenziate: sfaccettato, complesso, innovativo e con una correlazione generalmente bassa con le condizioni macroeconomiche globali. In particolare, tre aree, o sottosettori, appaiono a suo parere attualmente particolarmente interessanti.
Managed care. “All’interno del settore dei servizi sanitari ci piacciono in particolare le società di managed care – afferma – che sono i fornitori di assicurazioni sanitarie statunitensi. Queste aziende sono interessanti, in parte, per le loro caratteristiche più difensive, ma anche perché il mercato non apprezza il valore significativo che queste società creano. Contrattando con una serie di fornitori, come ospedali, medici, laboratori e altre strutture specializzate, possono offrire tariffe assicurative ridotte agli iscritti, pur mantenendo invariata la qualità delle cure. Dal punto di vista degli investimenti, molte di queste società sono attualmente scambiate a multipli che sembrano sottostimare sostanzialmente il loro potenziale di crescita”.
Dispositivi medici. “Alcune di queste aziende – prosegue Tamaddon – stanno cambiando la modalità di gestione di alcuni ambiti sanitari attraverso l’innovazione, dalla somministrazione di insulina ai pazienti diabetici alla chirurgia robotica. L’influenza dei robot chirurgici nelle sale operatorie, ad esempio, sta crescendo rapidamente. La maggiore destrezza consente ai chirurghi di operare in spazi molto ristretti che in precedenza sarebbero stati accessibili solo con la chirurgia a cielo aperto. I robot chirurgici contribuiscono inoltre a fornire ai chirurghi una maggiore precisione e controllo degli strumenti, che portano a risultati migliori, tempi di recupero più rapidi, degenze ospedaliere più brevi e tassi di riammissione generalmente più bassi. La percentuale di interventi chirurgici condotti con i robot è ancora relativamente bassa, il che significa che il potenziale di crescita è significativo”.
Prodotti terapeutici. “Queste aziende sono all’avanguardia nello sviluppo di nuovi farmaci o terapie per migliorare l’assistenza ai pazienti e i risultati sanitari – sottolinea -. Le biotecnologie, ad esempio, stanno trasformando il modo di trattare le malattie. I progressi della ricerca e dello sviluppo sono continui e anche il successo commerciale è una caratteristica, nonostante le condizioni macro più difficili che influenzano i settori più ciclici. Alcune delle società che riportano eccellenti dati clinici stanno attirando l’attenzione degli investitori e sono state premiate con forti movimenti del prezzo delle azioniLe azioni sono titoli rappresentativi del capitale di una so... Leggi. Le grandi aziende farmaceutiche sono inoltre alla ricerca di opportunità di acquisizione di società biotecnologiche per i loro prodotti e le loro tecnologie. Queste tendenze fondamentali sono state probabilmente rafforzate dall’emergere della pandemia di coronavirus”.
L’incertezza dell’anno elettorale è un rischio
Uno dei rischi principali a breve termine per il settore, secondo Tamaddon, è rappresentato dalle elezioni presidenziali statunitensi del 2024: gli anni delle elezioni sono tipicamente una fonte di notevole incertezza per il settore sanitario. “Non solo non si conosce il vincitore finale – chiarisce – ma spesso i candidati non sono noti fino a una fase avanzata della corsa. Le potenziali differenze nelle politiche sanitarie, non solo tra i partiti repubblicano e democratico, ma anche tra i candidati all’interno di ciascun partito, possono essere significative, creando una grande incertezza”.
Guardando al futuro
“Il contesto macroeconomico si preannuncia difficile fino alla fine del 2023 e oltre. Riteniamo infatti probabile una recessione. L’assistenza sanitaria tende a essere meno sensibile al ciclo e le sue caratteristiche difensive dovrebbero aiutare il settore a resistere a qualsiasi rallentamento dell’economia generale”, conclude Tamaddon.