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Rc auto, prezzi ancora su del 4%: premio medio a 368 euro

Rc auto e bollo

L’Ivass certifica nel primo trimestre 2023 il secondo aumento consecutivo. A Roma i rincari maggiori. I consumatori: stangata da 490 milioni, incrementi ingiustificati

Rc auto sempre più cara. Lo certifica l’Ivass, secondo cui nel primo trimestre del 2023 il premio medio è risultato pari a 368 euro. Con una crescita del 4,0% su base annua per il secondo trimestre consecutivo. L’incremento rimane comunque inferiore al tasso di inflazione (+7,6% su base annua), sottolinea l’Authority, che specifica come il premio medio sia ancora inferiore ai valori osservati nel periodo prepandemico (406 euro nel 2019) e più basso del 26% rispetto al primo trimestre del 2014.

Rc auto, l’aumento riguarda tutte le province

L’incremento dell’Rc auto ha interessato tutte le province italiane, con diversa intensità. Le variazioni più elevate si registrano a Roma (+8,0%), Massa Carrara (+6,0%) e Sassari (+5,9%). Il differenziale di prezzo pagato tra Napoli e Aosta risulta pari a 252 euro, stabile su base annua e in diminuzione del 48,3% rispetto al primo trimestre del 2014. Il 21,9% delle polizze prevede una clausola legata alla presenza di scatola nera; il tasso di penetrazione risulta stabile nel biennio. La diffusione della scatola nera e eterogenea tra le province, con un tasso di penetrazione mediamente più elevato al Sud (ad esempio Caserta: 66,5%, Napoli: 55,5%).

Per l’Rc auto stangata da 490 milioni

La protesta delle associazioni dei consumatori non si è fatta attendere. “Il costo di una polizza Rc auto sale da una media di 353 euro del primo trimestre 2022 ai 368 euro dell’analogo periodo del 2023, con un aumento di 15 euro ad assicurato”, denuncia il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi. Questo per l’associazione significa che, considerato che in Italia circolano 43 milioni di veicoli assicurati, di cui 32,5 milioni di autovetture, la stangata determinata dal rincaro delle polizze per la sola categoria degli automobilisti ammonta a quasi 490 milioni di euro su base annua. 

L’Unione Nazionale Consumatori fa notare come si sia passati da 352,9 euro del secondo trimestre 2022, il punto più basso raggiunto, a 367,5. Con un rialzo di 14 euro e 60 cent, +4,14%. “Considerando il prezzo dello stesso trimestre dell’anno precedente, così da non risentire della stagionalità, la situazione non cambia: il prezzo aumenta da 353,4 a 367,5, +4%, +14 euro e 10 cent”, spiega il presidente Massimiliano Dona, che parla di “ennesima stangata a carico delle famiglie”.

“Aumenti ingiustificati”

“Avevamo denunciato in tempi non sospetti l’intenzione delle imprese assicuratrici di sfruttare la scusa dell’inflazione per incrementare le tariffe Rc auto – aggiunge Truzzi -. Un aumento del tutto ingiustificato, considerato che negli anni della pandemia le compagnie di assicurazioni hanno incamerato lauti guadagni grazie ai limiti alla circolazione privata e alla drastica riduzione dei sinistri stradali. Per questo chiediamo al Governo di accendere un faro sulla fiammata dell’Rc auto, convocando Mister Prezzi e la Commissione di allerta rapida. Al pari di quanto fatto per pasta e biglietti aerei”.

Anche per il Codacons, gli aumenti Rc auto sono del tutto ingiustificati. Soprattutto se rapportati all’andamento della incidentalità in Italia. “Il costo delle polizze sale in media del 4% in Italia rispetto allo scorso anno, ma il numero di incidenti sulle nostre strade si è fortemente ridotto – spiega il presidente Carlo Rienzi. – Rispetto al 2019, ossia prima del Covid e dei limiti alla circolazione scattati nel 2020 e nel 2021, il numero di sinistri si è ridotto nel 2022 del -3,7%, mentre i feriti sono crollati addirittura del -7,4%. I costi per le compagnie di assicurazioni legati ai risarcimenti sono così diminuiti, mentre nel biennio 2020/2021 sono aumentati i loro ricavi grazie alle auto rimaste ferme per la pandemia”.

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