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Asset allocation, meglio puntare sui difensivi

Pharus raccomanda cautela sulle storie con valutazioni molto elevate e vede grande disequilibrio a favore dei settori difensivi. Soprattutto di farmaceutici, consumi non discrezionali e utilities

La narrativa dominante i mercati è tornata a focalizzarsi sui dati macro, ed in particolare sulla resilienza dei dati economici statunitensi a fronte del deterioramento di quelli europei. “Come è evidente dall’analisi dei CITI economic surprise index, termometro sulle sorprese dei dati macro, nell’ultima settimana si osserva una ripresa dell’indice americano, a fronte invece di un indice europeo in deciso calo”, osserva il team di gestione di Pharus.

Un altro tema molto caldo tra gli investitori negli ultimi giorni ha riguardato il rallentamento dell’economia cinese unito a nuove tensioni geopolitiche tra Cina e Stati uniti. Fattori che, secondo gli esperti, si sommano ad un sentimento di grande perplessità da parte di sempre più investitori sulla bontà del modello di crescita economica cinese, con un deterioramento del sentiment e vendite verso la Cina e verso tanti titoli che più dipendono in termini di fatturato dal mercato cinese. “In particolare – spiegano – la decisione di alcune agenzie governative cinesi di imporre delle restrizioni sull’uso degli iPhone ai dipendenti statali ha spinto al ribasso oltre al titolo Apple (che ha perso il 7% in due giorni) anche alcune mega-cap del Nasdaq, insieme ad altri best performer del mercato da inizio anno come ad esempio alcuni titoli del lusso particolarmente esposti al mercato cinese”.

La classica scusa insomma, secondo il team di gestione di Pharus, per prendere profitto su alcuni settori e titoli che erano semplicemente arrivati a valutazioni troppo generose e che, come sempre accade sui mercati quando le valutazioni diventano care, si devono prima o poi scontrare con la classica notizia che diventa scusa per fare ritornare le valutazioni su livelli più consoni. “Un esempio su tutti è il titolo Lvmh – argomentano -, leader globale nel lusso, che ha registrato una correzione del 20% dai massimi e si è portato in media valutativa a 20 volte gli utili, dopo essere arrivato a trattare a 36 volte gli utili con una performance del +35% da inizio anno. Semplicemente il riaggiustamento di un disequilibrio, con valutazioni eccessive ora rientrate in media”.

Sui mercati intanto continua a dominare il tema dell’Intelligenza Artificiale. Gli esperti Pharus fanno dogare come nella reporting season appena conclusa negli Stati Uniti siano state 177 le società che hanno citato il termine ‘AI’ nei commenti ai loro risultati. Non era mai successo prima, e le performance borsistiche di queste società dopo i risultati sono state abbondantemente superiori di quelle del mercato.

Sempre sulla scia dell’AI, sta poi salendo l’attesa per l’Ipo della società Arm da parte di SoftBank. “Arm – spiegano gli analisti – è una società inglese leader nei chip per data center e Intelligenza Artificiale che dovrebbe essere quotata ad una valutazione intorno ai 55 miliardi di dollari, stiamo parlando di multipli intorno alle 20 volte il fatturato e 90 volte gli utili, con una domanda che sarebbe tanto forte al punto da spingere SoftBank a pensare di rivedere addirittura a rialzo il prezzo dell’offerta.  Anche Tesla segna ieri un +10% spinta da un analista di Morgan Stanley che evidenzia le rosee prospettive della società sugli sviluppi in ambito AI e del suo supercomputer per le analisi dei dati sulla guida autonoma”.

il team di gestione di Pharus è però molto cauto su queste storie caratterizzate da valutazioni molto elevate e continua a vedere grande disequilibrio sui mercati a favore invece dei settori difensivi. “In particolare i farmaceutici, i consumi non discrezionali e soprattutto le utilities, un settore su cui si è aperta una sottoperformance del 30% da inizio anno rispetto allS&P500, un livello di sottoperformance che raramente si è visto nella storia. Crediamo che questi settori potrebbero tornare a sovraperformare in uno scenario di risk off e di dati macro che ci attendiamo in continuo deterioramento nei prossimi mesi”, conclude.

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