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Bolletta del gas, da ottobre si rischiano aumenti fino a 250 euro

aumento bollette

Il 30 settembre scadono l’azzeramento degli oneri di sistema e l’Iva agevolata. E le famiglie potrebbero ritrovarsi a pagare anche il 16% in più

Il 30 settembre scadranno l’azzeramento degli oneri di sistema sulla bolletta del gas e l’Iva agevolata al 5%. E per gli italiani si prospetta una nuova stangata. Secondo le stime di Facile.it, se il governo non rinnoverà le due misure, la spesa per una famiglia tipo potrebbe infatti aumentare fino a 205 euro su base annua. Con un rincaro fino al 16%.

Bollette del gas, verso un rincaro del 16%

Per stimare l’impatto degli oneri di sistema sulla bolletta del gas, Facile.it ha preso in esame le tariffe in vigore nel mercato tutelato a settembre 2021, le ultime prima dell’azzeramento. All’epoca, questa voce di spesa era pari, su una bolletta tipo, a 5,6 centesimi per smc.

Se gli oneri tornassero nella stessa misura di allora, l’aumento per una famiglia tipo sarebbe di 41 euro su base annua. Con un incremento di circa il 3% rispetto ad oggi. Se, oltre agli oneri, anche l’Iva tornasse alla sua aliquota originale, vale a dire 10% per consumi fino a 480 smc e 22% per quelli superiori, l’aggravio complessivo sarebbe di 205 euro su base annua. La stima sull’Iva è basata sul PUN rilevato ad agosto 2023: qualora questo dovesse crescere, il peso in valori assoluti dell’imposta sarebbe superiore.

Occhio a sprechi e fornitori

“Oggi il prezzo del gas è nettamente inferiore rispetto al 2022, ma le bollette rimangono comunque elevate se paragonate a quelle degli anni precedenti. La fine delle misure introdotte dal governo andrà certamente a pesare sulle tasche di molte famiglie italiane”, spiega Gabriele Airoldi, BU Director Gas&Power di Facile.it. 

Secondo l’esperto, il consiglio per i consumatori è, come sempre, di fare attenzione agli sprechi. E di ridurre, laddove possibile, i consumi, anche in vista della stagione invernale quando i prezzi del gas potrebbero tornare ad aumentare. “Fondamentale, inoltre, scegliere con attenzione il proprio fornitore, soprattutto per chi è ancora nel mercato tutelato. La fine del regime di tutela si avvicina e, salvo ulteriori rinvii, è prevista per gennaio 2024. Il suggerimento per chi ancora non l’ha fatto è di muoversi per tempo nella scelta del nuovo contratto”, conclude Airoldi.

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