Per Tcw l’economia statunitense si sta deteriorando più di quanto stimasse il consensus negli scorsi mesi. Meglio essere rialzisti sull’obbligazionario e molto più cauti sull’azionario
“Una recessione è quasi inevitabile per gli Stati Uniti e in questo scenario gli investitori dovrebbero adottare un approccio conservativo”. Ne è convinta Katie Koch, ceo di Tcw, rimasta sorpresa dalla resilienza mostrata dai mercati sin da inizio anno. Mentre, infatti, Wall Street si è preparata a una contrazione per gran parte degli ultimi due anni, l’economia statunitense ha tenuto soprattutto grazie alla liquidità e alla resilienza dei consumi e del mercato del lavoro.
Di recente, sta però cominciando a emergere una maggiore avversione al rischio. “In questo momento – osserva la Koch – siamo più pessimisti rispetto alla maggior parte degli investitori su ciò che ci aspetta da qui in avanti e pensiamo che l’economia statunitense si stia deteriorando più di quanto stimasse il consensus negli scorsi mesi. Questo ci ha portato a essere rialzisti sull’obbligazionario e molto più cauti sull’azionario”.
Per l’esperta l’effetto dei rialzi dei tassi d’interesse della Federal Reserve, mirati a rallentare l’economia e a ridurre l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi, cominceranno a far sentire i loro effetti sull’economia reale: da tempo si ritiene che l’aumento dei tassi abbia effetti ritardati, la cui tempistica è incerta e dipende da una serie di fattori. “Potrebbe sembrare audace dirlo – afferma – ma stiamo andando incontro a una recessione, perché è così che funzionano i cicli economici. Non ne abbiamo avuta una vera e propria da oltre un decennio e mezzo, tranne che per un breve lasso di tempo”.
In questo contesto, a detta della Koch destano preoccupazione le aziende e i consumatori che hanno utilizzato la strategia ‘extend and pretend’ per rimandare il pagamento dei prestiti. “Questa strategia è stata il fondamento dell’economia statunitense, soprattutto per i consumatori e per le piccole e medie imprese, che però in un contesto in deterioramento faranno fatica a finanziarsi. Questo scenario ci porta a una prospettiva relativamente ribassista”, chiarisce.
“Abbiamo avuto molti eccessi sui mercati negli scorsi anni e occorre andare verso una normalizzazione, anche se l’atterraggio questa volta rischia di essere più duro – prosegue -. Quando il capitale si riprezza in modo così aggressivo, qualcosa si rompe. Già si sono sentiti i primi scricchiolii sul mercato: si sono viste forti criticità sui fondi pensione britannici, sono fallite alcune banche regionali Usa e ci saranno altri problemi in futuro”.
Un altro motivo per essere cauti, a detta della Koch, è che oggi si è pagati per essere pazienti. “La liquidità ha un buon ritorno e conviene essere difensivi, investendo in titoli investment grade di alta qualità o restando nello spazio del debito cartolarizzato, Mbs, cash e Treasuries. Tutti questi strumenti stanno remunerando gli investitori. E li remunerano per pazientare e vedere gli effetti del rialzo dei tassi, perché ancora non abbiamo visto il pieno effetto della politica restrittiva”, conclude.