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Azionario Usa, i settori più interessanti 

Tra ripresa degli utili e timori di recessione, Nuveen vede rosa per i titoli tech e sanitari. Ecco perché

A cura di Saira Malik, cio di Nuveen

Finirà una recessione e ne inizierà un’altra? Chiunque sia stato l’ottimista che ha inventato il detto “Quando si chiude una porta, se ne apre un’altra”, di certo non aveva in mente gli utili societari e le recessioni economiche. Ma con la stagione degli utili del terzo trimestre in corso, molti investitori sperano che la crescita degli utili delle società dell’indice S&P 500 torni in territorio positivo dopo tre trimestri consecutivi di calo. Se ciò accadrà, la porta si chiuderà sulla recessione degli utili e, a differenza del vecchio aforisma, questa porta chiusa è una buona cosa. Al 06 ottobre, le stime di crescita degli utili per l’S&P 500 sono solo modestamente negative (-0,3%). Le cattive notizie si concentrano nel settore energetico, che deve ancora fare i conti con gli effetti base della forte crescita degli utili nel 2022.

Saira Malik, Cfa, chief investment officer di Nuveen
Saira Malik, Cfa, chief investment officer di Nuveen

L’attuale recessione degli utili statunitensi è una delle poche che non ha coinciso con una recessione dell’economia nel suo complesso. D’altra parte, gli Stati Uniti non hanno mai sperimentato una recessione economica che non includesse almeno due trimestri consecutivi di crescita negativa degli utili. Questa relazione tra utili e recessione economica richiede cautela, poiché le nostre previsioni di base prevedono ancora una contrazione dell’economia, seppur lieve, nel 2024. Si tratta di un’altra porta aperta, ma in questo caso verso una recessione economica.

I margini possono essere la chiave della porta. Sebbene gli utili abbiano mostrato un certo miglioramento e, a livello di indice generale, siano ampiamente in linea con le medie di più lungo periodo, non è facile decidere un’allocazione azionaria specifica. Tuttavia, i flussi di cassa di alta qualità e i margini difendibili sono un buon punto di partenza, poiché le società con queste caratteristiche sono solite sovraperformare nei periodi di recessione.

Considerazioni sul portafoglio

Grazie soprattutto al rally del mercato azionario statunitense di quest’anno, il multiplo prezzo/utili (P/E) dell’indice S&P 500 è aumentato del 6,8% nel 2023 fino a settembre (sulla base degli utili a 12 mesi). L’S&P 500 ha registrato un rendimento del 13,1% in questo periodo, mentre le aspettative di crescita degli utili sono aumentate del 4,1%. Il rapporto P/E risultante per l’indice è pari a 17,9 volte gli utili, in linea con la media a 10 anni. Pur avendo una visione neutrale sulle azioni, le nostre prospettive economiche prevedono un rallentamento nei prossimi trimestri. In considerazione di ciò, e con la stagione degli utili societari in corso, siamo particolarmente attenti a dove vogliamo allocare il rischio azionario.

Dal punto di vista settoriale, siamo ottimisti per quanto riguarda l’informatica e la sanità. I titoli tecnologici hanno nettamente superato il mercato generale da inizio anno, trainati dalle mega-cap. L’impennata dei loro prezzi azionari è stata accompagnata da un netto vantaggio in termini di Ebit. Nell’ambito della tecnologia, rimaniamo costruttivi nei confronti di alcune meno cicliche e selezionate società di software, in particolare quelle le cui fonti di reddito sono orientate verso le imprese piuttosto che verso i consumatori. Queste società tendono ad avere modelli di business resistenti e una domanda anelastica. L’healthcare è un settore difensivo con il potenziale di sovraperformare se il rallentamento economico che ci aspettiamo si concretizzerà. Il settore ha visto crescere la propria quota di spesa al consumo, in gran parte grazie all’aumento delle spese per l’Affordable Care Act (ACA) (crescita del 12% nel 2022 e del 35% negli ultimi due anni).

La nostra opinione sul settore energetico è neutrale. L’energia ha fatto parlare di sé ultimamente, con il prezzo spot giornaliero del greggio Wti che ha registrato un’impennata del 29% nel terzo trimestre, sfiorando i 95 dollari al barile a fine settembre. Tuttavia, riteniamo che un ulteriore rialzo dei prezzi del petrolio possa essere limitato e che i margini della benzina abbiano raggiunto il massimo stagionale. Una nota positiva è che i bilanci societari hanno subito una massiccia riparazione dopo il Covid, quando i titoli azionari erano pari all’85% del valore d’impresa del benchmark. Con l’indebitamento che non rappresenta più un ostacolo, le società energetiche stanno effettuando riacquisti di azioni e pagando dividendi sia regolari sia speciali. Le società energetiche upstream (quelle che si occupano di esplorazione e produzione) vedranno probabilmente revisioni positive degli utili, dato che la curva dei future a più lunga scadenza sul petrolio è salita significativamente negli ultimi mesi.

Rimaniamo meno ottimisti sui titoli finanziari. Le banche devono far fronte a pressioni normative sulla liquidità del capitale e a una maggiore concorrenza per i depositi dei clienti. Anche l’inasprimento degli standard di prestito pesa sul settore bancario e i margini di interesse netti sono sotto pressione.

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