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Intelligenza artificiale, più opportunità che sfide

Secondo Comgest, l’intelligenza artificiale rappresenta un modo per le economie sviluppate di mantenere livelli di crescita elevati. E una notevole opportunità per le aziende

Di recente, le notizie riguardanti l’Intelligenza Artificiale spaziano da studi che diffondono statistiche allarmanti (Goldman Sachs ha da poco dichiarato che l’IA potrebbe portare alla perdita di 300 milioni di posti di lavoro), a sentimenti che rasentano un allarmismo iperbolico. Ma secondo Justin Streeter, cestore del fondo Comgest Growth America di Comgest, uno sguardo al passato rivela che ‘cambiamenti epocali’ come la rivoluzione industriale o l’ascesa di Internet hanno creato paure simili, eppure la civiltà non è implosa. “Al contrario, gli esseri umani hanno utilizzato questi sviluppi per migliorare i propri processi originari e il mondo, di conseguenza, è diventato più efficiente. L’intelligenza artificiale presenterà delle sfide, ma non c’è motivo di mobilitare una rivoluzione luddista contro di essa”, afferma.

Per Streeter la riflessione che dovremmo fare, come investitori, riguarda invece le immense opportunità che questa tecnologia sta creando. “Innanzitutto – spiega -, in un periodo in cui la crescita del Pil globale è sottoposta a maggiori pressioni a causa delle tendenze demografiche, dei livelli di indebitamento, della scarsità di risorse, delle preoccupazioni climatiche e altro ancora, la produttività è diventata il fattore X per guidare la crescita e la prosperità. In questo senso, l’IA è arrivata in un momento opportuno e potrebbe favorire gli investimenti di alcuni tipi di aziende”.

L’esperto prende ad esempio gli ‘assistenti virtuali’, come il ‘Copilot’ di Microsoft, che sarà integrato in Microsoft 365 e Azure. “Questa tecnologia è in grado di accelerare i processi e allo stesso tempo di ridurre i costi, offrendo agli imprenditori più tempo e denaro da investire in altri settori della loro attività. In effetti, gli sviluppatori che utilizzano GitHub Copilot di Microsoft sono più produttivi del 55% nelle attività”, osserva.

In questo modo, a suo parere, è possibile democratizzare strumenti che in precedenza erano disponibili solo per le grandi aziende. “Ad esempio- prosegue – Intuit utilizza l’intelligenza artificiale da diversi anni per offrire ai clienti delle piccole imprese una migliore comprensione delle loro finanze. Di conseguenza, il 69% di questi clienti rimane in attività per 5 anni, rispetto a circa il 50% delle piccole imprese negli Stati Uniti. Inoltre, l’approfondimento dell’IA generativa dovrebbe rendere ancora più facile per gli imprenditori con meno risorse avviare e gestire un’attività, generare contenuti di marketing personalizzati e raggiungere nuovi clienti”. Anche Credit Karma, il marchio di Intuit rivolto ai consumatori, sta sfruttando le proprie analisi di intelligenza artificiale per ‘garantire’ l’approvazione delle carte di credito ai propri utenti, con un tasso di approvazione medio circa doppio per i membri che richiedono carte di credito su Credit Karma rispetto a quelli che non utilizzano la piattaforma.

Su un versante più leggero, Streeter cita Meta (Facebook) che sta lanciando strumenti di intelligenza artificiale come assistenti virtuali, editing di foto e creazione di emoji, per consentire ai propri utenti un’interazione più divertente e personalizzata sulla propria piattaforma. “Meta si differenzia da altri leader tecnologici perché ritiene che l’adozione di massa (Meta ha 3,6 miliardi di utenti) avverrà grazie a modelli di intelligenza artificiale multipli e personalizzati (uno per lo sport, uno per i viaggi, uno per le questioni familiari…), anziché a un modello universale. Meta ha ingaggiato celebrità di spicco per guidare questo lancio con i loro avatar”, precisa.

L’esperto evidenzia poi come l’Intelligenza Artificiale stia portando miglioramenti anche nell’healthcare, che è uno dei settori più inefficienti degli Stati Uniti (la spesa sanitaria rappresentava oltre il 18% del Pil nazionale nel 2022). “Uno dei motivi principali è la mancanza di una banca dati nazionale, che comporta l’inserimento manuale di molti dati e quindi molti errori – fa notare -. Questi errori possono portare a diagnosi errate, degenze ospedaliere più lunghe e spese eccessive, che a loro volta sottraggono risorse a cure di vitale importanza. Diverse aziende stanno attualmente lavorando per migliorare l’organizzazione dei dati a livello nazionale. Microsoft ha recentemente acquisito Nuance, leader nella tecnologia AI conversazionale, per 20 miliardi di dollari nel 2021. Nuance utilizza l’intelligenza artificiale per compilare la documentazione dei pazienti, liberando così tempo prezioso per il follow-up dei medici e consentendo di dedicare maggiori risorse ad altre aree”.

Anche Oracle sta investendo, ad esempio con l’acquisizione di Cerner, leader nelle cartelle cliniche elettroniche, per 28 miliardi di dollari nel 2021. Secondo Streeter, questa acquisizione fa parte dell’obiettivo di Oracle di costruire un database sanitario nazionale integrato da potenti strumenti di intelligenza artificiale. Ciò contribuirà a migliorare le diagnosi e avrà un impatto sulla spesa, sulle degenze ospedaliere e sulle liste d’attesa.

Nel settore farmaceutico, l’intelligenza artificiale sta accelerando lo sviluppo di farmaci nella fase di scoperta, grazie alla previsione di quali proteine e molecole sarebbero adatte a determinati disturbi. “Eli Lilly – argomenta l’esperto – è un’azienda che si è già mossa per trarre vantaggio da questo punto di vista e ha recentemente avviato una partnership da 425 milioni di dollari con Schrödinger, una biotecnologia che fornisce una piattaforma tecnologica software alimentata dall’intelligenza artificiale. Fornendo ai tester dei farmaci un punto di partenza più solido quando si tratta di strutture proteiche, la tecnologia AI potrebbe accelerare drasticamente il processo di sviluppo dei farmaci, portando a numerosi miglioramenti nei trattamenti a una velocità mai vista prima. Ciò avrà l’effetto di rendere l’industria sanitaria ancora più efficiente, rendendo disponibili più farmaci salvavita”.

In sintesi, secondo Streeter non dobbiamo dimenticare che l’IA, come molti altri strumenti di sviluppo, comporta una serie di sfide. Ad esempio, richiederà maggiori investimenti nei settori della sicurezza informatica, dei centri dati, dell’elettricità, dell’istruzione e della regolamentazione per riconoscere e ridurre i contenuti ingannevoli e non veritieri. Ciononostante, l’approccio ragionevole ai progressi dell’IA consiste nel mantenere una mentalità positiva. “Sebbene l’IA costituisce un elemento di disruption per il futuro, essa rappresenta anche un modo per le economie sviluppate di mantenere livelli di crescita più elevati di quelli che sarebbero stati altrimenti in grado di raggiungere. Non solo, offre anche opportunità alle aziende tecnologiche e a molti altri tipi di imprese che possono sfruttare il potenziale dell’IA per rendere più efficienti i propri prodotti e servizi”, conclude.

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