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Debito emergente, Turchia e Argentina potrebbero tornare interessanti

Per Mirabaud Am, sarà un altro anno di rendimenti positivi per il debito locale, sovrano e corporate degli Emergenti. Ecco i Paesi da tenere d’occhio

“In generale, riteniamo che le prospettive per il reddito fisso nel 2024 siano notevolmente migliorate in tutti i segmenti”. Ne è convinto Daniel Moreno, head global emerging market debt di Mirabaud Am, che sottolinea come i tassi d’interesse core statunitensi siano ora ai livelli più alti degli ultimi 15 anni, il che aumenta le probabilità di rendimenti in tutto l’universo obbligazionario compreso il debito dei mercati emergenti. Per l’esperto, l’incertezza rimarrà elevata per quanto riguarda le prospettive di crescita e inflazione, ma il suo scenario di base prevede una sovraperformance delle obbligazioni emergenti grazie a livelli elevati di reddito e a prospettive favorevoli per i tassi core e il dollaro Usa.

“La dispersione dei rendimenti tra regioni e Paesi – sottolinea – rimarrà probabilmente elevata come quest’anno, con ampie differenze di performance nel debito in valuta locale tra i Paesi con le migliori (America Latina, Europa dell’Est) e peggiori (Asia) performance del 2023. Per quanto riguarda il credito, in assenza di una forte recessione, prevediamo che l’high yield continuerà a sovraperformare l’investment grade, offrendo un’ampia gamma di opportunità di investimento sia nel debito corporate che in quello sovrano”.

Nel complesso, Moreno prevede che il 2024 sarà un altro anno di rendimenti positivi per il debito locale, sovrano e corporate degli Emergenti. Tra i mercati emergenti, a suo parere, uno scenario positivo potrebbe verificarsi sia in Turchia sia in Argentina, due delle maggiori economie che negli ultimi anni hanno subito gravi conseguenze macro negative e una perdita di fiducia degli investitori a causa di politiche economiche profondamente poco ortodosse. “In entrambi i casi – afferma – le elezioni del 2023 hanno segnato uno spartiacque per quanto riguarda la volontà politica di cambiamento, che ora è ai massimi livelli. Nel caso della Turchia, questo è iniziato a metà aprile con una nuova squadra al ministero delle Finanze e alla banca centrale. In Argentina, invece, il nuovo governo eletto entrerà in carica solo il 10 dicembre”.

Per l’esperto, i rischi legati all’esecuzione delle riforme sono elevati, in particolare nel caso dell’Argentina, dove il nuovo governo mira a porre fine a oltre due decenni di peronismo/kirchnerismo e a ripristinare l’antico splendore attraverso una profonda riforma dello Stato, il contenimento della politica fiscale, un programma di privatizzazioni e la sconfitta dell’inflazione attraverso la dollarizzazione. “Molti fattori dovranno convergere – precisa – per far scendere l’inflazione in entrambi i Paesi, ma se riusciranno nell’intento e se tornerà la fiducia, crediamo che probabilità che la Turchia e l’Argentina finiscano per essere rispettivamente i mercati con la migliore performance in valuta locale/divisa forte nel 2024, sarà molto più alta di quella che il mercato si aspetta attualmente”.

Un’ulteriore sorpresa positiva, secondo Moreno, potrebbe essere rappresentata dalla Cina. “Se il governo dovesse attuare politiche molto più ad ampio raggio per rilanciare il mercato immobiliare, gli asset cinesi potrebbero potenzialmente lasciarsi alle spalle parte della stigmatizzazione che ha dominato per oltre due anni. La fiducia degli investitori potrebbe non essere completamente ristabilita, ma gli asset cinesi potrebbero registrare una performance migliore del previsto”, spiega.

“Una potenziale sorpresa negativa che teniamo d’occhio è il Messico, che nonostante stia cavalcando i venti di coda della quasi delocalizzazione e abbia beneficiato maggiormente dei problemi della Cina, è il più esposto a un soft landing negli Stati Uniti e al potenziale ritorno di Trump alla Casa Bianca”, conclude l’esperto.

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