Secondo Ethenea, negli Usa l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali frenerà il dinamismo della Fed. E la Cina non sarà più la locomotiva della ripresa globale
“Con il calo dell’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi, il ciclo di rialzo dei tassi della Bce è di fatto giunto al termine, ma, vista la crescita sostenuta dei salari e gli incentivi fiscali, sarebbe necessario proseguire con la politica restrittiva. Tuttavia, dubitiamo che la banca centrale sia sufficientemente paziente e perseverante per farlo. Al contrario, riteniamo che taglierà i tassi prima della Fed, per non penalizzare l’economia”. È la previsione di Michael Blümke, portfolio manager di Ethenea.
L’esperto fa notare che i dati economici dell’Eurozona indicano una crescita debole per il quarto trimestre 2023, mentre gli indicatori anticipatori Pmi rimangono in territorio negativo per il sesto mese consecutivo. “Più che un crollo, i dati economici segnalano un ristagno dell’economia”, sottolinea, aggiungendo che il mercato del lavoro appare solido, ma la crescita dell’occupazione rallenta notevolmente.
Per Blümke, dal momento che vengono creati sempre meno posti di lavoro, il tasso di disoccupazione è salito al 6,5%. E sebbene vi siano i primi segnali di miglioramento nel settore manifatturiero e la fiducia dei consumatori si stia stabilizzando su un livello molto basso, le vendite al dettaglio continuano a scendere. “In questo clima poco favorevole alla crescita e in assenza di una tendenza chiara, nei prossimi mesi l’autorità monetaria europea sarà messa alla prova: abbassare i tassi d’interesse troppo presto sarebbe controproducente, in un contesto di inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi persistente e stimoli fiscali costanti. Mentre, d’altro canto, mantenere una politica restrittiva troppo a lungo potrebbe aggravare la recessione”, osserva.
Ma con il calo dell’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi al 2,4%, e al 3,6% per l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi di fondo, per l’esperto si può ritenere che il ciclo di rialzo dei tassi della Bce sia di fatto giunto al termine. “Tuttavia la banca centrale non vorrà penalizzare l’economia e quindi potrebbe essere la prima a tagliare i tassi nel 2024”, aggiunge.
Se poi guardiamo agli Stati Uniti, per Blümke non dobbiamo aspettarci un eccessivo dinamismo da parte della Fed, visto l’approssimarsi delle elezioni presidenziali e in assenza di una recessione. “Dopo un’espansione insostenibile di quasi il 5% annualizzato nel terzo trimestre, negli ultimi tre mesi dell’anno l’economia statunitense ha perso slancio, con una crescita del Pil prevista del 2%. Resta comunque improbabile una recessione nel prossimo futuro”, fa notare.
Innanzitutto, a suo parere l’imminente anno di elezioni garantirà che la politica fiscale rimanga espansiva, nonostante il disavanzo di bilancio record. In secondo luogo, i dati sui consumi americani sono incoraggianti. Quanto al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è salito al 3,9% e le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono in lieve aumento. “Malgrado questi primi segnali di rallentamento, le offerte di lavoro restano numerose e il numero totale di licenziamenti è ancora lontano dai livelli indicanti una recessione. L’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi ha continuato a scendere, ma le aspettative di inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi rimangono elevate. Pertanto, probabilmente la Fed resterà in attesa per qualche mese e, prima di intervenire, soppeserà attentamente i rischi di un’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi elevata e prolungata, rispetto a quelli di una stretta monetaria eccessiva”, sostiene.
Infine la Cina. A Pechino, la ripresa economica prosegue a un ritmo moderato nel quarto trimestre. In un contesto di crisi del settore immobiliare, le autorità continuano a fornire incentivi monetari e fiscali mirati, che stanno lentamente producendo i loro effetti e le prospettive di crescita sono in graduale miglioramento. La ripresa trainata dai consumi inizia a influire positivamente sulla produzione industriale. “Tuttavia – precisa Blümke – gli investimenti continuano a risentire dell’impatto negativo del settore immobiliare e hanno ceduto l’11,3% rispetto al 2022. Le aspettative sull’attività economica futura si confermano deboli a novembre e segnalano un ristagno nei prossimi trimestri. Il rischio di deflazione è ancora concreto”.
“Alla luce del ritmo lento della ripresa, la politica monetaria deve rimanere espansiva per favorire una ripresa autosufficiente. Tuttavia, la Cina è lontana dal diventare la locomotiva della prossima ripresa globale, come è avvenuto durante le ultime crisi”, conclude l’esperto.