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Bnp Paribas lancia 17 certificati bonus cap su azioni

cerrtificati premi fissi

Scadenza a 3 e 9 mesi, rendimenti potenziali compresi tra il 3% e il 36% e possibilità di ricevere premi a scadenza anche in caso di moderati ribassi del sottostante fino al 40%

Bnp Paribas ha lanciato 17 nuovi certificati bonus cap su Borsa Italiana. La nuova emissione include le azioni di alcune tra le più rilevanti società italiane ed europee, con una buona diversificazione in termini sia di barriere di protezione sia di settori di appartenenza. Per quanto riguarda questi ultimi infatti, la lista delle azioni sottostanti l’emissione variano dal classico bancario e assicurativo all’energetico, passando per il settore dei trasporti, l’industriale, l’automotive, il chimico e farmaceutico.

L’aspetto più interessante di questa emissione però, è rappresentata da scadenze rispettivamente a giugno e a dicembre 2021: la nuova gamma bonus cap infatti prevede proposte sia a 3 che a 9 mesi, rispondendo in questo modo alle esigenze degli investitori di protezione e rendimento su un orizzonte temporale di breve periodo. A fronte di scadenze a 3 o 9 mesi, i nuovi certificati offrono rendimenti potenziali compresi tra il 3% e il 36%. 

“Una delle caratteristiche di questi certificati – segnala la società – è infatti quella di ‘monetizzare la volatilità’; quando è elevata, come in questo periodo, consente di emettere prodotti con barriere molto profonde, assicurando un ‘cuscinetto’ rispetto a possibili ulteriori discese dei corsi fino al 40%”.

I bonus cap consentono di ottimizzare il portafoglio rispetto all’investimento diretto in azioni o indici. Inoltre, a scadenza, permettono di ottenere un bonus se nel corso della vita del certificate il sottostante non ha mai raggiunto un valore pari o inferiore alla barriera continua. Infatti, è possibile guadagnare anche in caso di ribassi moderati delle azioni sottostanti, compresi tra il 60% e l’80% del valore iniziale a seconda del prodotto selezionato. Se invece si verifica l’evento barriera, a scadenza il certificate non paga il bonus, ma un importo proporzionato all’effettiva performance del sottostante. In questo caso sono possibili due scenari: l’investimento si può concludere con un ritorno se il valore finale del sottostante è superiore a quello iniziale e il guadagno rimane comunque limitato dal livello del cap. Si verifica una perdita del capitale investito commisurata alla performance negativa del sottostante, se il valore finale del sottostante stesso è inferiore al valore iniziale.

Questo tipo di certificati sono rivolti a un investitore che ritiene che una certa azione o un determinato indice azionario possa mantenere nel periodo di vita del certificato un andamento ‘laterale’, cioè all’interno di un determinato range. In tal caso a scadenza l’investitore guadagna il bonus, ossia ottiene un rendimento prefissato sul proprio investimento. Per queste caratteristiche ricorrono ai bonus cap anche risparmiatori provenienti da un mercato obbligazionario dai rendimenti ormai molto risicati, se non addirittura negativi, ma che non si sentono ancora preparati ad investire direttamente nei mercati azionari, caratterizzati da un maggior livello di rischio.

Ad esempio, il Bonus Cap su Stellantis (ISIN: NLBNPIT11PQ4) pagherà a scadenza un premio di 113 euro se durante tutta la vita del certificate il titolo si è sempre trovato al di sopra del prezzo barriera (9,7468€). Qualora Stellantis tocchi la barriera continua nel corso della vita del certificate, a scadenza l’investitore riceve un importo commisurato alla performance del sottostante. Se tale performance è positiva, il Certificate scade e paga il valore nominale (100 €) più il rendimento di Stellantis (per un valore massimo pari a 13 euro), se invece è negativa ci sarà una conseguente perdita sul capitale investito (100 € per certificate).

“Ancora più di altri certificati, che nascono per essere tenuti fino a scadenza – prosegue la nota -, i bonus cap ben si adattano ad essere venduti anche durante la vita del prodotto, quando la quotazione del bonus si avvicina al cap: proprio per rendere ancora più efficiente questo tipo di operatività, Bnp Paribas ha deciso di ridurre ulteriormente gli spread (la differenza tra il prezzo denaro e la lettera), che per i bonus cap è di soli 50 punti base per le azioni, scendendo addirittura a 30 punti base per alcuni indici”.

In particolare Bnp Paribas ha lanciato 17 bonus cap certificate su indici e azioni di primarie società quotate, italiane e straniere: Stellantis (ISIN: NLBNPIT11PM3 e NLBNPIT11PQ4), Generali (ISIN: NLBNPIT11PN1 e NLBNPIT11PV4), ArcelorMittal (ISIN: NLBNPIT11PO9), Enel (ISIN: NLBNPIT11PP6), Ferrari (ISIN: NLBNPIT11PR2), Telecom Italia (ISIN: NLBNPIT11PS0), ENI (ISIN: NLBNPIT11PT8 e NLBNPIT11PU6), ArcelorMittal (ISIN: NLBNPIT11PW2), Bayer (ISIN: NLBNPIT11PX0), Tenaris (ISIN: NLBNPIT11PY8), Air France-KLM (ISIN: NLBNPIT11PZ5), Lufthansa (ISIN: NLBNPIT11Q03), Infineon (ISIN: NLBNPIT11Q11) e Safran (ISIN: NLBNPIT11Q29).

“In questo momento di forte incertezza – ha commentato Nevia Gregorini, head of exchange traded solutions di Bnp Paribas Corporate & Institutional Banking -, i bonus cap certificate rispondono all’esigenza degli investitori di avere un prodotto che offra rendimenti interessanti, una scadenza nel breve periodo e protezione. La nuova emissione di Bnp Paribas va a soddisfare proprio questa domanda, grazie a soluzioni che forniscono diversi profili di rischio-rendimento, al tempo stesso proteggendo il capitale investito da moderati ribassi grazie alle barriere poste tra il 60% e l’80% del valore iniziale”.

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