Ubp: con una svolta Fed il lingotto potrebbe scendere ai minimi di circa 1.720 dollari l’oncia. Ma nel lungo termine resta un buon investimento
Si prospettano tempi duri per l’oro, visto l’avvicinarsi del tanto temuto tapering da parte della Fed, ma nel lungo periodo il metallo giallo continuerà ad offrire valore. È la tesi di Peter Kinsella, global head of forex strategy di Union Bancaire Privée, che fa notare come, nella riunione del 16 giugno, la banca centrale americana ha spostato il suo famoso dot plot per indicare che si aspetta due rialzi dei tassi nel 2023. “Si tratta di un significativo cambio di politica, poiché in precedenza la Fed si aspettava di alzare i tassi non prima del 2024 – evidenzia -. Lo spostamento è importante perché ha implicitamente mostrato che la Banca centrale non si discosta più dalle stime di consenso, i mercati avevano già prezzato due aumenti dei tassi per il 2023”.
Per l’esperto, l’innalzamento della mediana delle attese del Fomc sui tassi d’interesse è notevole anche perché mostra che la tolleranza della banca centrale nei confronti di un’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi al di sopra del target è inferiore a quella che molti investitori si aspettavano. “Si tratta di un cambiamento molto importante – sottolinea -, perché gli investitori credevano che il quadro di riferimento medio degli obiettivi della Fed per l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi contemplasse una tolleranza prolungata nei confronti di un’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi superiore al target”.
Tutto ciò è ovviamente molto rilevante per il mercato dell’oro. Nelle ultime settimane gli investitori si sono fatti più rialzisti sul metallo giallo a causa dell’impennata dell’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi Usa poiché la Fed sembrava disposta ad accettare un prolungato rialzo dei prezzi. Questo, a detta di Kinsella, spiega perché il posizionamento degli investitori è aumentato da maggio: i futures netti non commerciali Imm hanno mostrato una crescita costante e dopo mesi di deflussi sono aumentati anche gli afflussi verso gli Etf sull’oro.
“Gli investitori non hanno trascurato l’importanza di questi cambiamenti politici – fa notare l’esperto Ubp -. Essi hanno immediatamente riprezzato le aspettative di inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi (più basse), i prezzi delle materie prime sono diminuiti e anche i rendimenti delle obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi a lungo termine sono calati. L’oro non è rimasto immune, scendendo da livelli di circa 1.865 a 1.780 dollari l’oncia in una sola seduta. Si tratta di un calo notevole a prescindere dal metro di paragone, che si è riflesso anche nel mercato delle opzioni. Le inversioni di rischio dell’oro, che mostrano il prezzo di una call rispetto a una put, si sono spostate verso un’offerta esplicita per le put. Il calo delle inversioni di rischio mostra che i mercati stanno facendo pagare di più per coprire potenziali movimenti verso il basso dell’oro piuttosto che quelli verso l’alto, il che dà un’idea delle aspettative del mercato per il prezzo dell’oro dopo la svolta nella politica della Fed”.
Dunque per Kinsella, nel breve termine i rischi per i prezzi dell’oro sono al ribasso. “È probabile che nel corso dell’estate la Fed annunci i dettagli della riduzione del programma di acquisto di asset da 120 miliardi al mese, probabilmente al simposio economico di Jackson Hole (ad agosto) – afferma -. Se la Fed annuncerà il tapering più rapidamente di quanto i mercati si aspettano, ciò porterà ad un ulteriore calo dei prezzi dell’oro. Pensiamo che in questo scenario il metallo giallo potrebbe scendere ai minimi di circa 1.720 dollari l’oncia. Come minimo, gli investitori non dovrebbero aspettarsi grandi movimenti al rialzo”.
Nel lungo termine, però, il metallo giallo offre ancora valore secondo Kinsella, per il quale la compresenza di politiche monetarie generalmente allentate e di enormi deficit fiscali costituisce un contesto sufficiente perché i prezzi dell’oro aumentino nel lungo termine. “In effetti – conclude -, la svolta Usa verso una forma implicita della cosiddetta Modern Monetary Theory (MMT) rappresenta probabilmente uno sviluppo costruttivo per i prezzi dell’oro. I nostri modelli mostrano che un valore equo dovrebbe attestarsi a circa 2.100 dollari l’oncia: per gli investitori a lungo termine c’è quindi ancora la possibilità di un discreto rialzo rispetto ai livelli attuali”.
