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La Fed impari dall’Afghanistan

L’uscita di scena mal gestita degli Usa ha portato a eventi caotici e sconvolgenti nel Paese asiatico. Ora alla Fed tocca preparare bene il taper per evitare il panico sui mercati

Di Mark Dowding, cio di BlueBay

Nel corso di questa settimana, i media sono stati dominati dalle immagini provenienti dall’Afghanistan. L’uscita di scena mal gestita degli Stati Uniti ha portato a eventi caotici e sconvolgenti, che hanno ricordato il ritiro da Saigon nel 1975 e che potrebbero avere importanti ramificazioni per quanto riguarda il ruolo degli Stati Uniti negli affari mondiali nel prossimo decennio.

D’altra parte il ritorno dei Talebani non dovrebbe sorprendere molto, visto che gli Usa avevano segnalato in anticipo la volontà di ritirarsi. Tuttavia, il modo in cui la situazione si è evoluta negli ultimi giorni lascia molto da rimpiangere e si può solo sperare nella stabilità e nell’ordine nei prossimi giorni, per facilitare l’uscita di coloro che cercano di fuggire temendo per la loro vita.

Anche se questi eventi potrebbero avere effetti limitati sui mercati finanziari nel breve periodo, l’attuale situazione potrebbe rappresentare un’importante lezione sulle conseguenze di un’uscita di scena mal gestita.

In questo contesto, è possibile monitorare come la Fed e le altre banche centrali potrebbero decidere di accelerare la loro uscita di scena cercando di minimizzare le potenziali disruption. Una chiara comunicazione e una timeline ordinata sembrerebbero due elementi centrali in tal senso.

Mark Dowding, cio di BlueBay

Da questo punto di vista, è stato interessante osservare gli speaker della Fed coalizzarsi sull’idea di annunciare un taper nei prossimi mesi e di iniziare a ridurre gli acquisti di obbligazioni più avanti quest’anno.

Un interessante articolo sul Wall Street Journal sembra suggerire che molti interni alla Fed mirino a completare il taper entro metà 2022. Ciò è in linea con la nostra view, ci aspettiamo che la prima mossa sui tassi di interesse arriverà probabilmente entro la fine dell’anno.

Covid

Nel breve termine, le preoccupazioni sulla variante Delta potrebbero pesare sulla fiducia di consumatori e aziende. Con Usa ed Europa ampiamente vaccinati, riteniamo che questi timori potrebbero essere temporanei, via via che impariamo a convivere con il Covid. 

Tuttavia, in Asia e Australasia, dove i governi stanno ancora cercando di eliminare il virus e i tassi di vaccinazione sono molto più bassi, la variante Delta rappresenta senza dubbio un problema più serio.

L’impatto sulle supply chain ha visto aziende come Toyota pianificare tagli alla produzione a settembre, a causa delle continue carenze di semiconduttori. Questo disequilibrio tra domanda e offerta rischia di porre ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi, creando al contempo rischi di downside per la crescita. Negli USA e in Europa riteniamo che ulteriori lockdown o restrizioni all’attività economica siano altamente improbabili. Tuttavia, un sentiment più debole potrebbe dare alla Fed e alle altre banche centrali un motivo per mettersi in pausa prima di abbandonare le politiche ‘da colomba’ avviate al picco della pandemia.

Nel breve periodo ciò potrebbe limitare lo spazio di risalita dei rendimenti, ma senza modificare il nostro outlook per i rendimenti, molto schiacciato al rialzo sul medio termine.

Europa

Le imminenti elezioni in Germania potrebbero vedere Olaf Scholz della SPD diventare il nuovo Cancelliere tedesco, dato che il rivale Armin Laschet continua ad avere difficoltà nel guadagnare popolarità. Tuttavia, dubitiamo che l’esito elettorale di Berlino sarà particolarmente significativo per gli asset finanziari, anche se una coalizione più socialista potrebbe favorire una revisione meno severa del Fiscal Compact dell’UE, quando verrà discusso nel quarto trimestre.

Guardando altrove invece, abbiamo la sensazione che stiano crescendo le divisioni tra falchi e colombe all’interno della BCE, il che potrebbe rendere il meeting di settembre più interessante, in quella che tende a essere una parte dell’anno abbastanza tranquilla per il Vecchio Continente.

Mercati

Sull’altra sponda dell’Atlantico, Trudeau ha convocato a sorpresa elezioni anticipate e ci chiediamo se l’esperienza di suo padre, che ha aspettato senza successo la fine del suo mandato negli anni ’70 prima di andare alle urne, possa aver agito come fattore motivante.

Le preoccupazioni sulla crescita asiatica hanno spinto i rendimenti al ribasso nel corso dell’ultima settimana, con un azionario più debole e il Vix schizzato a 23 dal 15 di settimana scorsa. Gli spread creditizi sono stati più contenuti e sul Forex il dollaro ha guadagnato terreno, riflettendo un tono tendente al risk-off proveniente dall’Oriente, che ha pesato anche sui mercati emergenti. Continuiamo a ritenere che i rendimenti cinesi possano muoversi al ribasso e che il renminbi possa indebolirsi, con la Cina destinata a sottoperformare rispetto all’Occidente, su base relativa, nel corso dei prossimi mesi.

Guardando avanti

Continuiamo a monitorare un possibile aumento delle preoccupazioni riguardo alla variante Delta negli Usa, come già avvenuto in gran parte dell’Europa e nel Regno Unito. Guardando ai dati in termini del numero di giorni che la variante Delta ha impiegato per raggiungere il picco in India, sembra che negli Usa (o almeno negli stati che sono stati maggiormente colpiti) ciò dovrebbe avvenire nel corso della prossima settimana.

Guardando altrove, riteniamo che i trend sottostanti dei dati economici restano stabili, e continuiamo ad attendere un solido progresso verso la normalizzazione del mercato del lavoro, via via che i benefit vengono distribuiti, supportati da livelli record di aperture di posti di lavoro.

I mercati tendono ad essere quieti nel corso dei mesi estivi, e ciò difficilmente cambierà nel corso delle prossime settimane. In ultima istanza, con la liquidità che resta abbondante, dubitiamo che qualsiasi tipo di correzione degli asset rischiosi durerà a lungo. Quando riusciremo a guardare al di là dell’ondata della variante Delta, potrebbero attenderci acque più calme, quindi quello attuale sembra il momento giusto per costruire e detenere le posizioni, con un occhio rivolto al medio termine.

Siamo fiduciosi che il Fomc non gestirà male la sua uscita di scena, rispetto al modo in cui la Casa Bianca ha invece gestito la questione Afghanistan. In questa fase, sembra che i membri della Fed siano consapevoli del fatto che il rischio maggiore potrebbe venire dal ritardare troppo a lungo la normalizzazione, permettendo alle aspettative di inflazione di diventare non ancorate. Abbiamo fiducia in un’uscita ordinata.

Per quanto riguarda invece l’Afghanistan, possiamo solo sperare e pregare affinché la situazione resti tranquilla nei prossimi giorni.

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