Per Candriam, non c’è da aspettarsi alcun cambiamento rivoluzionario sul piano politico. E le risposte della Germania alle domande più pressanti saranno positive per i mercati
Tra meno di un mese la Germania tornerà alle urne per eleggere il nuovo Parlamento e, per la prima volta dopo 16 anni, il nuovo governo non sarà guidato da Angela Merkel. Stando agli ultimi sondaggi, le elezioni tedesche saranno seguite da una serie di trattative che avranno l’obiettivo di creare una coalizione, molto probabilmente tra tre partiti. Una volta concluso questo processo, verrà nominato il nuovo Cancelliere che succederà ad Angela Merkel.
L’avvenimento è ovviamente di quelli caldi anche per i mercati, che guardano alle elezioni tedesche per capire quale sarà l’agenda di Berlino e quali potrebbero essere le ripercussioni sull’intera Unione Europea.
“La Germania – spiega Stefan Keller, asset allocation strategist di Candriam – sta affrontando numerose sfide interne ed esterne, tra cui l’invecchiamento della popolazione, l’evoluzione tecnologica e la digitalizzazione, l’emergenza climatica, il ruolo crescente della Cina, la spesa pubblica e la condivisione dei rischi nell’Eurozona. Nonostante alcune di queste sfide si siano acuite a causa della pandemia, nella campagna elettorale non si avverte il senso di urgenza necessario per affrontare queste importanti problematiche”.
Elezioni tedesche, cosa dicono i sondaggi
Stando ai sondaggi, il blocco conservatore di centro-destra dell’Unione, Cdu (Unione Cristiano-Democratica di Germania) e Csu, (Unione Cristiano-Sociale in Baviera) dopo la perdita di slancio registrata durante l’estate non ha più i favori del pronostico. Allo stesso modo, il partito dei Verdi ha perso terreno nel corso di tutta la campagna elettorale. In forte ascesa è invece il partito di centro-sinistra, l’Spd (Partito Socialdemocratico Tedesco), che ha superato i Verdi e sta diminuendo il divario con i partiti conservatori. “Si prevede – sottolinea Keller – che, a causa della pandemia, ci sarà un’impennata di voti per corrispondenza, intorno un livello al 40%-50%, rispetto al 28,6% delle precedenti elezioni politiche del 2017 e al 24,3% del 2013. Si tratta di un dato importante, poiché il voto per corrispondenza è già stato aperto in tutta la Germania lo scorso 16 agosto”.
I possibili scenari post voto
Se i sondaggi restano incerti, ad essere praticamente scontato è che il partito che vincerà le elezioni tedesche avrà bisogno di ottenere anche la maggioranza nel Bundestag, motivo per cui, come accade quasi sempre, dovrà formare una coalizione in Parlamento con un altro partito. “A nostro parere, non è probabile che dalle urne esca un risultato netto e il partito che uscirà vincitore dalle elezioni dovrà formare una coalizione non con un solo partito ma forse con due e ciò complicherà di molto i colloqui per formare una coalizione”, avverte Keller, secondo cui gli scenari possibili sono diversi e spaziano da un governo guidato dai conservatori o dall’Spd, con i Verdi e il partito Fdp (Partito Liberale Democratico) orientato al libero mercato fino a un governo guidato dall’Spd con i Verdi e Die Linke, il partito socialista democratico.
“Quest’ultima coalizione, che rappresenterebbe il cambiamento più radicale rispetto allo status quo attuale, non è comunque lo scenario più probabile poiché Olaf Scholz, attuale ministro delle Finanze e candidato dell’Spd alla Cancelleria, non è ‘uomo di sinistra’”, chiarisce.
Nonostante una campagna elettorale poco convincente, per la prima volta dall’ottobre 2005 esiste la possibilità concreta che il partito dei Verdi entri a far parte del governo. “Dal punto di vista politico, bisogna tener conto che il partito dei Verdi preferirebbe probabilmente una posizione di junior partner in un governo guidato dall’Spd piuttosto che in un governo guidato da Cdu/Csu, mentre l’Fdp preferirebbe lo scenario opposto”, sottolinea lo strategist.
Aria di rinnovamento per la Germania
In un recente sondaggio della Fondazione Bertelsmann, un’ampia maggioranza (61,5%) degli intervistati si è detta favorevole a un cambiamento nel governo federale. Quest’opinione è stata espressa da tutti gli elettori tranne quelli affiliati a Cdu/Csu. Tra le prime cinque aree per cui gli elettori si aspettano un cambiamento politico significativo o addirittura un nuovo inizio, occupano un ruolo di primo piano l’ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici, seguiti da immigrazione, pensioni, istruzione. Al quinto posto c’è la necessità di un cambiamento nella politica di lotta contro il Covid-19, che chiaramente non sembra un tema prioritario per la Germania. “È curioso come i media tedeschi non abbiano prestato particolare attenzione a questi temi, preferendo invece presentare le posizioni politiche preelettorali dei candidati dei vari partiti”, fa notare Keller.
Elezioni tedesche, le implicazioni per i mercati
“Le prime elezioni federali senza che la candidatura del Cancelliere uscente segnano di per sé un cambiamento di leadership – afferma in conclusione lo strategist -. Tuttavia, poiché per rimuovere il ‘debt brake’ o per rendere permanente il fondo europeo per la ripresa è necessaria una maggioranza qualificata di due terzi, in un contesto in cui non è probabile che nessuna coalizione di governo otterrà così tanti voti, non dovremmo aspettarci alcun cambiamento rivoluzionario sul piano politico”.
Per Keller, le risposte della Germania alle domande più pressanti saranno in realtà positive per i mercati, poiché a suo avviso è probabile che si traducano in un aumento della spesa per infrastrutture e nella promozione della domanda interna in altre aree. “Inoltre, una politica fiscale più accomodante, un maggiore sostegno all’unione bancaria e un più ampio margine di manovra nella prossima discussione sulle regole fiscali dell’Eurozona potrebbero in ultima istanza ridurre il premio al rischio per una dissoluzione dell’Eurozona”, assicura.