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Più spazio in portafoglio all’azionario europeo

Dalle valutazioni agli impatti delle riaperture post Covid: per l’equity del Vecchio Continente Franklin Templeton prevede un grande autunno

Quest’autunno va di moda l’azionario europeo. Sono sempre di più infatti gli investitori che hanno deciso di aumentare nei loro portafogli lo spazio destinato all’equity del Vecchio Continente, nonostante i possibili venti contrari. “Abbiamo una view costruttiva sull’azionario europeo e una posizione di sovrappeso all’interno di un’asset allocation globale”, spiega Pierluigi Ansuinelli, portfolio manager di Franklin Templeton Multi-Asset Solutions, la cui predilezione per questa asset class è sostenuta da diversi fattori, dalle valutazioni agli impatti della riapertura post Covid. 

“Le valutazioni dell’azionario europeo sembrano interessanti rispetto ad altre regioni – fa notare -: il price-to-book (p/b) è scambiato al 67% rispetto al resto del mondo (RoW) e il ritorno sul capitale (Roe) al 63%. C’è un ampio divario relativo da coprire considerando che entrambe le valutazioni presentano medie storiche molto più elevate”.

Non solo. Per Ansuinelli, la performance dei settori dopo il 23 marzo 2020 mostra come l’Europa abbia sottoperformato gli Stati Uniti in tutti gli 11 settori Gic, con una sottoperformance più rilevante nei settori finanziario, delle comunicazioni, dell’energia e dei materiali. “Riteniamo che la riapertura insieme alla politica monetaria e al piano di ripresa guiderà l’azionario europeo al rialzo – assicura -. L’Europa è la classica regione dei beni voluttuari rispetto agli Stati Uniti e il settore è più economico: viene scambiato a 19x p/e in Europa e 29x p/e negli Stati Uniti. Il Recovery Fund fornirà un grande stimolo per i trasporti, la tecnologia e l’edilizia, senza dimenticare che il 30% dei fondi totali è destinato a combattere il cambiamento climatico”.

Inoltre, secondo il portfolio manager una forte crescita dell’utile per azione nei prossimi 12 mesi fornirà un altro buon motivo per guardare all’azionario europeo in modo positivo. “Il denaro non può comprare la felicità ma può riacquistare azioni: negli ultimi 15 mesi buyback e dividendi sono stati eliminati in tutta l’Eurozona, ma poiché i profitti rimbalzano ha senso aspettarsi che queste attività cash riprendano in modo significativo”, sottolinea.

Certo, i rischi non mancano, ma l’Europa resta una buona scelta. “Non escludiamo potenziali venti contrari come l’aumento delle pressioni sui costi e bilanci deboli ma in miglioramento, ma il saldo complessivo rimane positivo per gli investimenti nell’azionario europeo”, conclude Ansuinelli.

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