Casa&Famiglia Primo piano

Evasione fiscale, niente privacy in caso di accertamento

Ridimensionati i poteri interdittivi del Garante: il trattamento dati personali è sempre consentito alle PA se perseguono interessi pubblici

Il diritto alla privacy cede il passo alla lotta all’evasione fiscale. È l’ultima novità introdotta dal governo Draghi e contenuta nel cosiddetto “decreto capienze”, il 196/2003 pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 ottobre scorso. Stando alle nuove norme, il Fisco può ora superare i vincoli del trattamento dei dati personali e l’intervento preventivo del Garante in caso di accertamenti che perseguano l’interesse pubblico.

Evasione fiscale, stop al Garante della privacy

In sostanza, i poteri del Garante della privacy vengono depotenziati e il trattamento dei dati personali da parte dell’amministrazioni e delle Autorità indipendenti sarà sempre consentito ove necessario per svolgere i propri compiti nel pubblico interesse.

Il provvedimento va quindi a ridimensionare i poteri interdittivi dell’Authority. In questo modo, i controlli fiscali e l’uso delle informazioni presenti nelle banche dati pubbliche verranno implementati e velocizzati

Nel dettaglio, come chiarito dal Sole 24 Ore, la norma fa sì che il Garante per la privacy non avrà più il potere “di prescrivere misure e accorgimenti a garanzia dell’interessato nel caso dei trattamenti svolti per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico che possono presentare rischi elevati”. La finalità del trattamento dei dati potrà essere definita dalle amministrazioni stesse in coerenza coi propri compiti, nel caso non sia già specificato da una norma di legge.

L’interesse pubblico, insomma, andrà a prevalere su alcune garanzie precedentemente riconosciute dalla legge sulla Privacy del 2003. E la contrazione del potere di controllo del Garante dovrebbe facilitare le attività della pubblica amministrazione, compresa appunto la lotta all’evasione fiscale.

Gli altri strumenti contro la lotta all’evasione fiscale

Ma il governo non si ferma alla privacy. In preparazione ci sono infatti una serie di nuovi e vecchi strumenti per fermare i “furbetti” delle tasse. Tra questi, la fattura elettronica e l’anonimometro.

L’obbligo di fattura elettronica è di due anni fa (Legge di Bilancio 2020) e l’obiettivo è arrivare a consentire nei prossimi otto anni un utilizzo più ampio dei dati non strettamente fiscali. L’anonimometro consiste invece nella possibilità di pseudo-anonimizzare i dati presenti in Anagrafe tributaria, così da analizzare il rischio evasione e definire dei parametri su cui poi effettuare i controlli. Allo studio c’è infine anche la super anagrafe dei conti correnti, un database che punterebbe sull’incrocio delle informazioni.

Commenta

Articoli correlati

Casa, comprare è sempre più caro. Crollano le vendite

Enzo Facchi

Assegno di inclusione, al via le domande

Enzo Facchi

Rottamazione quater, ultima chiamata per pagare le prime due rate

Enzo Facchi
UA-69141584-2