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L’asset allocation per il 2022

Azioni, reddito fisso, valute, Cina, Europa, gestione del rischio: ecco le prospettive d’investimento di Union Bancaire Privée per il prossimo anno

Nel 2021 l’orizzonte degli investitori si è rasserenato, con il rinsaldarsi della ripresa economica negli Stati Uniti e in Europa grazie alle riaperture favorite dalle campagne di vaccinazione. Il 2022 richiederà probabilmente la stessa agilità da parte degli investitori, quando il ciclo economico globale si normalizzerà dopo la fase di ripresa post-pandemica sulla falsariga dei minicicli che hanno caratterizzato le riprese economiche sin dall’inizio degli anni Novanta. Ne sono convinti gli esperti di Union Bancaire Privée, che nel loro outlook provano a dare qualche indicazione per l’asset allocation del prossimo anno.

Secondo gli analisti Ubp, quella della trasformazione si confermerà come una narrativa importante, sia come catalizzatore, sia come ostacolo per le performance. Con l’avvicinarsi dell’inverno, i diffusi problemi di approvvigionamento energetico in Europa e in Cina potrebbero infatti accelerare gli investimenti nella transizione ecologica. Ecco nel dettaglio le previsioni Ubp.

Prospettive economiche globali – “La crescita rallenta e l’inflazione continua a salire, trainata dall’impennata dei prezzi dell’energia negli ultimi mesi del 2021. Le Banche centrali si preparano a ritirare gli stimoli monetari e parlano di prossimi aumenti dei tassi. Riappare quindi lo spettro della stagflazione: una sfida per la politica economica, che dovrà trovare un equilibrio ancora migliore rispetto alle crisi precedenti, con un incremento della spesa pubblica e il sostegno delle Banche centrali per mantenere la crescita. Nel 2022 si attende una crescita dell’economia globale del 4% circa, dopo la brusca accelerazione che l’ha portata vicino al 6% nel 2021. La maggior parte delle economie ha recuperato la frenata della produzione causata dalla pandemia e il Pil ha raggiunto o già superato i livelli del 2019”.

Valute – “Ci attendiamo che il dollaro si lasci alle spalle la fase di flessione e cominci ad apprezzarsi nei confronti di gran parte delle valute del G10 e dei mercati emergenti. Ciò costituisce un importante cambiamento rispetto alla visione che nutrivamo da tempo sul dollaro, ma riteniamo che esso sia avvalorato dai toni più hawkish adottati dalla Federal Reserve, che hanno portato a un rialzo dei rendimenti a breve e a lungo termine negli Stati Uniti nonostante l’attesa di una crescita asincrona delle principali economie e i flussi ridotti dei portafogli. Sterlina e rublo russo potrebbero rappresentare un’eccezione, poiché le Banche centrali dei rispettivi Paesi consentiranno loro di rafforzarsi nel nuovo anno”.

Azioni – “Gli investitori azionari dovranno prepararsi a un percorso più accidentato mentre l’economia globale entra in un miniciclo. Nonostante l’accresciuta volatilità, essi possono attendersi performance dell’8-10% sulle azioni globali, trainate dalle società di qualità orientate alla crescita, unitamente a un gruppo selezionato di azioni cicliche. In previsione di un ingresso della ripresa dell’economia globale nella fase matura del ciclo nel 2022, anche il ciclo del mercato azionario dovrebbe arrivare a maturazione e progredire attraverso un miniciclo, mentre la crescita raggiungerà il suo picco e le misure di sostegno statali verranno gradualmente revocate”.

Cina – “L’orientamento della Cina verso un’era di ‘prosperità comune’ implica che le autorità devono condurre l’economia verso un nuovo equilibrio, il cui modello di crescita è guidato dai consumi. Questo cambiamento di rotta, avviato nel 2021, ha interrotto la narrativa tradizionale degli investimenti in Cina, ponendo sfide nel medio termine, ma creando anche opportunità strategiche per gli investitori agili. Dopo la frenata del 2021 non è da escludere una tregua ciclica nel 2022; tuttavia per la Cina non sarà semplice trovare un equilibrio tra crescita e riforme”.

Reddito fisso – “Nel 2022 si prevede che i rendimenti a lungo termine si normalizzino negli Stati Uniti e nell’Eurozona, con i Bund tedeschi di nuovo in territorio positivo e i Treasury sopra il 2% per la prima volta dal 2019. Ci attendiamo che la Fed e la BCE cerchino di ricreare le condizioni propizie a un atterraggio relativamente morbido del sistema finanziario, in linea con quello del 2013–2014, e di evitare le tensioni sul debito verificatesi nelle due precedenti fasi di rialzo dei prezzi immobiliari negli Stati Uniti, perseguendo un aumento più moderato dei rendimenti a lungo termine. Non è da escludere che i titoli del reddito fisso siano scambiati al di sotto della parità, mentre la volatilità degli spread creditizi sarà parzialmente compensata dagli aumenti dei tassi previsti”.

Cambiamenti climatici – “La transizione energetica attualmente in atto segue un paradigma diverso: sarà la prima nella storia il cui obiettivo è ottenere più energia producendo meno CO2 e nei primi anni richiederà verosimilmente un impegno maggiore. Di conseguenza, i decisori politici dovranno probabilmente assicurare un costo del denaro altrettanto vantaggioso per incoraggiare il settore privato a mettere in campo capitale e ingegnosità a un livello che i governi da soli non possono raggiungere”.

Europa – “Facendo tesoro delle lezioni apprese dalla crisi europea del 2012 e dalla pandemia, la politica di bilancio dell’Unione europea non può più limitarsi a ripristinare i deficit di bilancio e i tetti al debito pubblico concordati nel Trattato di Maastricht, ma deve rivederli o addirittura riformarli radicalmente. Per evitare la stagflazione, non si può prescindere da un compromesso che consenta un’interpretazione molto flessibile delle regole e riforme più chiare potrebbero scaturire dal piano di rilancio Next Generation EU (NGEU)”.

Geopolitica Stati Uniti-Cina – “Il presidente Biden comincerà a occuparsi di politica estera nel 2022: le tensioni geopolitiche potrebbero quindi riaffacciarsi all’orizzonte. Sul fronte commerciale non si esclude che torni un po’ di serenità se gli Stati Uniti aboliranno alcuni dazi per allentare le pressioni sulla supply chain. Tuttavia, l’origine delle tensioni potrebbe cambiare, con l’aumento delle coalizioni multilaterali guidate dagli Stati Uniti e delle restrizioni imposte alla Cina nell’accesso alle tecnologie avanzate”.

Gestione del rischio – “Nel 2022 gli investitori dovranno andare incontro a nuovi e inconsueti rischi connessi all’economia dell’era pandemica. I minimi storici della volatilità azionaria registrati nel 2021 stanno per concludersi: le strategie in opzioni tornano quindi a offrire una protezione interessante, mentre i decisori politici in tutto il mondo tentano di contenere le pressioni inflazionistiche e di stimolare gli investimenti in un’economia globale sempre più sostenibile per i prossimi decenni”.

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