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Azionario Europa, favoriti i settori green

Secondo Schroders, la ripresa del Vecchio Continente proseguirà nel 2022. E l’attuale forte slancio dell’azionario continuerà. Ecco i settori da privilegiare

L’Europa sta entrando nel 2022 con un forte livello della domanda. I profitti delle aziende sono aumentati e c’è un’ondata di investimenti in arrivo, mentre le aziende riconfigurano le loro catene di approvvigionamento e passano a tecnologie sostenibili. Tuttavia, ci sono nuvole all’orizzonte, con la prospettiva di un’inflazione più alta, di tassi d’interesse più elevati e potenzialmente di un panorama d’investimento molto diverso, in particolare verso la fine dell’anno. Cosa accadrà dunque? Secondo Martin Skanberg, fund manager european equities di Schroders, la ripresa nel Vecchio Continente proseguirà e nell’azionario ci sono alcuni settori favoriti in modo particolare, come quello legato alla transizione green.

La ripresa continuerà nel breve periodo

L’Europa ha visto un aumento dei casi di Covid-19 nelle ultime settimane. Tuttavia, sembra improbabile che vengano imposti lockdown prolungati grazie al tasso alto di vaccinazione raggiunto nei Paesi europei più sviluppati. Le nuove varianti rappresentano un’ulteriore preoccupazione. “Al momento – afferma Skanberg -, non riteniamo che l’attuale aumento delle infezioni possa causare una disruption diffusa o arrestare la ripresa. Si prevede che i profitti aziendali nell’Eurozona aumenteranno di circa il 50% su base annua per il 2021 e si prevede una crescita dell’8-9% per il 2022. La domanda è stata finora robusta a sufficienza da permettere a molte aziende di aumentare i prezzi per compensare l’aumento dei costi. Queste potrebbero trovarsi in una posizione molto forte nel 2022 in termini di margini di profitto se le pressioni sui costi diminuiranno”.

L’inflazione si sta ancorando alle aspettative?

Anche se alcuni costi dei fattori di produzione potrebbero raggiungere il picco, secondo l’esperto di Schroders ci sono ragioni per cui l’inflazione potrebbe non scendere. “Le catene di approvvigionamento – fa notare – si stanno riconfigurando a causa della pandemia e delle preoccupazioni geopolitiche. Questa riconfigurazione, tuttavia, porterà a costi più elevati, poiché le aziende cercano fornitori più vicini geograficamente, ma che potrebbero non essere così efficienti”.

Anche l’aumento dei prezzi associato alle emissioni di carbonio sta facendo crescere i costi. Nel corso del 2021, tale prezzo è raddoppiato nell’Ue rendendo necessario il passaggio a carburanti meno inquinanti e metodi di produzione rinnovabili, con il probabile aumento dell’inflazione.

“Molti settori stanno affrontando carenze di manodopera che possono far salire i salari – aggiunge -. I prezzi dell’energia sono già nettamente più alti, e i lavoratori potrebbero cercare salari più alti per compensare questo aumento del costo della vita. C’è il rischio che l’aumento di tutti questi costi contribuisca a consolidare le aspettative di un’inflazione più alta”.

Quali settori possono beneficiare di queste tendenze?

Secondo Skanberg, l’Europa è ben posizionata per beneficiare della riorganizzazione delle catene di approvvigionamento, in particolare nel settore dei beni capitali e in quello tecnologico. Tra i leader di quest’ultimo settore, spiccano le aziende europee di attrezzature per semiconduttori che stanno sperimentando un’impennata della domanda, mentre il mondo si digitalizza e i produttori di chip costruiscono capacità extra. 

“Al contempo, i titoli finanziari e soprattutto quelli bancari tendono ad andare bene quando l’inflazione e i tassi d’interesse sono in aumento, in quanto ciò permette loro di riprezzare i prestiti. Tuttavia, i titoli legati ai consumi potrebbero rivelarsi vulnerabili se gli aumenti salariali non riuscissero a compensare l’inflazione più alta”, mette in guardia.

La spesa ‘green’ può rilanciare le aziende europee

L’esperto ricorda poi come ci siano ancora importanti stimoli in arrivo in Europa. “Il budget dell’Ue a lungo termine e la spesa per il Next Generation Eu coprono il periodo 2021-27: gran parte di questa spesa sarà diretta a progetti creati per prevenire o mitigare il cambiamento climatico – sottolinea -. Vediamo un potenziale nelle imprese industriali, per le quali l’energia green rappresenta una nuova area di crescita. L’Europa vanta infatti molte aziende leader di mercato nelle tecnologie sostenibili, come carburanti rinnovabili, auto elettriche o riciclaggio dei metalli”.

Tuttavia, non è detto che tutte le aziende attive nello spazio ‘green’ si rivelino un buon investimento: alcune, come i produttori di turbine eoliche, hanno visto i loro margini di profitto gravemente colpiti dalla scarsa esecuzione degli ordini e dai costi più elevati delle materie prime. “Gli investitori dovranno essere ancora molto selettivi quando si tratta di singoli titoli”, avverte Skanberg.

I rischi potrebbero aumentare nella seconda metà dell’anno

“Pensiamo che l’attuale forte slancio per l’azionario continuerà nella prima parte del 2022. Nuove fusioni e acquisizioni potrebbero aggiungere ulteriore impeto, mentre le società colgono la loro ultima opportunità di trarre vantaggio dei finanziamenti a basso costo. Tuttavia, i rischi posti dall’inflazione e dall’azione (o inazione) della Bce potrebbero aumentare nel corso del 2022”, precisa l’esperto, secondo cui è importante ricordare anche i rischi geopolitici. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina potrebbero riaccendersi, ma ci sono rischi più vicini, come dimostra la crisi dei migranti al confine tra Bielorussia e Unione Europea. Anche le elezioni presidenziali francesi di aprile dovranno essere seguite da vicino dagli investitori. “Nel complesso, le valutazioni dei mercati azionari hanno raggiunto livelli elevati e uno shock geopolitico potrebbe facilmente causarne una flessione”, afferma.

Tuttavia, l’Europa potrebbe trovarsi in una posizione migliore rispetto ad altre regioni del mondo. “È una zona che ha già un’alta base di costi fissi, mentre altre zone caratterizzate da costi variabili sentiranno un impatto maggiore. Anche le banche europee sono in buona salute per affrontare un contesto più difficile. Le azioni dell’Eurozona hanno avuto una performance molto positiva rispetto ai minimi della primavera 2020. In conclusione, è possibile che l’Europa emerga come un vincitore relativo, in quello che probabilmente si rivelerà un anno in generale più difficile”, conclude Skanberg.

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