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Mercati, tre temi da tenere d’occhio il prossimo anno

La risalita dei mercati continua, ma serve prudenza. Bond, Cina e clima sotto i riflettori. L’Outlook 2022 di State Street Global Advisors

I mercati hanno superato il picco della crescita e il massimo livello di supporto da parte della politica economica, nel 2022 la ripresa economica sarà probabilmente irregolare e diversificata, ma continuerà a offrire una crescita globale superiore al potenziale. È quanto emerge dal Global Market Outlook 2022 di State Street Global Advisors.

Dal punto di vista macroeconomico i livelli elevati di crescita e inflazione che hanno dominato il 2021 proseguiranno nel 2022, ma gli esperti di State Street Global Advisors prevedono che i forti timori sull’inflazione si attenueranno nettamente entro la metà del 2022, quando si dovrebbe verificare una certa “rotazione dell’inflazione”, soprattutto negli Stati Uniti, dove l’inflazione dei costi abitativi aumenterà ma si allenteranno le pressioni inflazionistiche in altri settori. Le banche centrali dei mercati emergenti fino ad ora hanno guidato il movimento al rialzo dei tassi d’interesse e si prevede che quelle dei mercati sviluppati seguiranno l’esempio nel corso del 2022. Anche se i mercati dovrebbero continuare la loro ascesa, permangono diverse problematiche e rischi che suggeriscono di valutare di mettere in atto strategie di protezione dai ribassi.

“La Fed potrebbe accelerare il ritmo della sua riduzione del quantitative-easing nel primo trimestre del 2022 per prepararsi al suo primo rialzo dei tassi, ma ci sono molte incertezze intorno al ritmo della stretta, incluse quelle introdotte dall’emergere della variante Omicron”,  commenta Simona Mocuta, chief economist di State Street Global Advisors.

“Gran parte dell’inflazione rilevata in questo momento è ‘integrata nel sistema’ a causa del precedente stimolo fiscale e delle problematiche nella catena di approvvigionamento – sottolinea Gaurav Mallik, chief portfolio strategist -. Le banche centrali sanno che rialzi aggressivi dei tassi potrebbero essere inefficaci e potrebbero addirittura danneggiare le prospettive di crescita. Perciò, crediamo che le banche centrali si concentreranno sul recuperare il controllo sulle aspettative del mercato e degli investitori per assicurare una normalizzazione costante e graduale nei prossimi due anni”.

Outlook sui mercati obbligazionari

In uno scenario macroeconomico solido, è iniziato il passaggio da una politica monetaria espansiva ad una restrittiva, con le banche centrali che segnalano l’arrivo dei primi rialzi dei tassi dopo l’inizio della pandemia. Sebbene i tassi a breve termine siano saliti in risposta ai potenziali rialzi dei tassi nel 2022, gli esperti di State Street Global Advisors ritengono che l’aumento dei rendimenti e l’orientamento restrittivo della Fed potrebbero servire ad accelerare il ciclo economico; si prevede quindi un ulteriore appiattimento della curva dei rendimenti.

“Riteniamo che nel 2022 gli spread obbligazionari degli asset più rischiosi siano una buona fonte di carry e di rendimento incrementale rispetto ai Treasury statunitensi – afferma Lori Heinel, global chief investment officer -. Prevediamo che gli spread nei segmenti obbligazionari più rischiosi, tra cui il credito investment grade e high yield, rimangano ben supportati da solidi fondamentali e dalla richiesta di rendimento da parte degli investitori esteri. Inoltre, uno scenario più ottimista per le “rising star” contribuirà a creare un contesto favorevole per quanto riguarda i default e i declassamenti”.

Outlook sui mercati azionari

Sul fronte obbligazionario, è necessario essere cauti poiché la volatilità nel mercato azionario continua ad aumentare. Tuttavia, considerando il premio al rischio azionario sia nei mercati sviluppati che in quelli emergenti che rimane al di sopra della media a lungo termine, il rapporto medio price-to-equity per l’Msci World che si trova ad un livello sostenibile e le prospettive sugli utili aziendali che probabilmente rimarranno solide, State Street Global Advisors ritiene che le azioni offrano interessanti extra-rendimenti rispetto ad altre classi di attivo.

Mentre il graduale irripidimento della curva dei rendimenti ha avvantaggiato i titoli finanziari, la rinnovata enfasi del governo sulle infrastrutture pesanti sosterrà i titoli ciclici, tra cui industriali, materie prime ed energia. Le azioni europee, che offrono valutazioni vantaggiose rispetto a quelle statunitensi, mostrando allo stesso tempo un forte potenziale di crescita degli utili, sembrano essere favorite, perché i mercati azionari della regione sono caratterizzati da una maggiore presenza di titoli ciclici. Le società dei mercati emergenti, invece, devono ancora beneficiare pienamente della riapertura degli scambi a causa del ritardo delle campagne vaccinali, quindi è probabile che la crescita dei mercati emergenti prenda forma solo in un secondo momento durante il 2022.

“Ci aspettiamo che nel 2022 i mercati siano meno compiacenti con l’inasprimento della politica monetaria e il prosieguo delle pressioni inflazionistiche. State Street Global Advisors vede un’opportunità per la gestione attiva nei prossimi anni e ritiene che gli investitori possano beneficiare di un approccio selettivo al mercato azionario”, sottolinea Altaf Kassam, head of investment strategy & research in Emea.

Nel suo Global Market Outlook per il 2022, State Street Global Advisors ha quindi identificato tre temi chiave che meritano l’attenzione degli investitori nel 2022.

1. Ottenere il meglio dal comparto obbligazionario

“Con i tassi ostinatamente bassi, molti investitori stanno giustamente considerando alternative alle obbligazioni che possono offrire un maggiore potenziale di rendimento. Pensiamo che sia importante non trascurare il potenziale di alcuni comparti del mercato obbligazionario, tra cui il debito dei mercati emergenti, per ottenere risultati significativi e maggiori rendimenti. Allo stesso tempo, concentrarsi solo sul rendimento può portare gli investitori a trascurare il ruolo critico che gli investimenti obbligazionari possono svolgere nel diversificare le esposizioni del portafoglio e nel fornire liquidità, in particolare per gli investitori che hanno cercato rendimento attraverso l’esposizione ad asset privati non liquidi. Nell’outlook di quest’anno, ribadiamo il ruolo che le obbligazioni continuano a svolgere come fattore di diversificazione fondamentale del portafoglio e come modo per aumentare la flessibilità degli investimenti nei portafogli in cui sono aumentate le allocazioni a investimenti alternativi spesso non liquidi”.

2. Tenere il passo con la transizione climatica

“Pensiamo che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio debba essere meglio compresa come un evento di shock multidimensionale, distribuito nel tempo, con importanti conseguenze a livello normativo ed economico e profonde implicazioni per gli investimenti. La decarbonizzazione, che è destinata ad aumentare, ha effetti di second’ordine che potrebbero spingere una maggiore partecipazione sia dei mercati sviluppati che di quelli emergenti, portando enormi opportunità di crescita e migliorando la bilancia commerciale per gli importatori netti di energia nell’attuale regime di combustibili fossili. Consigliamo agli investitori di seguire attentamente le implicazioni normative ed economiche della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, monitorando l’importanza crescente del ruolo della stewardship e dell’engagement, il miglioramento delle informazioni divulgate in materia di clima, le sfide della creazione di modelli sull’integrazione dei criteri Esg e di carbon pricing, così come gli effetti strutturali della decarbonizzazione sugli utili aziendali”.

3. Riconsiderare l’esposizione alla Cina

“Crediamo che la motivazione generale per investire in Cina rimanga intatta nonostante le notizie degli ultimi mesi. L’Outlook spiega che la bassa correlazione degli attivi cinesi con altri mercati, la sottovalutazione strutturale del mercato azionario cinese e il solido premio di rendimento delle obbligazioni cinesi rispetto ai mercati sviluppati sono motivi per cui gli investitori dovrebbero separare la loro esposizione alla Cina rispetto agli altri mercati emergenti, preferendo le strategie attive”.

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