Cosa sono gli Nft? Il termine Nft è l’acronimo inglese di non-fungible token, che tradotto letteralmente vuol dire gettone non fungibile. Per spiegarlo con parole semplici, l’Nft è un certificato digitale che attesta la proprietà di un bene (virtuale) e, grazie alla blockchain, garantisce l’autenticità e l’unicità del bene stesso.
Molti pensando che gli Nft siano delle criptovalute. Niente di più sbagliato. Un non fungible-token può essere comprato con moneta virtuale, ma non è una criptovalute. Il bitcoin o ether (il token del “sistema” Ethereum) sono asset fungibili, in quanto possono essere scambiati con altrettanti bitocin o ether dello stesso valore, e quindi non sono Nft.
L’Nft, invece, è qualcosa di unico. È un bene non fungibile, appunto. Esempi di non fungible token oggi se ne trovano in diversi campi. Il più emblematico è quello dell’arte, ma gli Nft si stanno diffondendo anche nel campo audio-visivo e in tanti altri settori.
Negli ultimi anni, per esempio, è nata una piattaforma di fantacalcio digitale (Sorare) che ha dato vita a delle figurine virtuali di giocatori, che sono Nft a tutti gli effetti.
Di fatto si tratta di beni che vengono dematerializzati e resi unici nel mondo del virtuale. Così, per fare un esempio, un domani la copertina del primo numero di Dylan Dog potrebbe diventare un Nft. Di fatto, dunque, come sta succedendo nel mondo dell’arte, con i non fungible token si viene a creare un mercato virtuale parallelo a quello fisico, che può rappresentare un’opportunità per l’artista ma anche per i potenziali investitori.
E c’è chi è pronto a scommettere che il business dei non fungible token esploderà con il “Metaverso”, ovvero con la diffusione di un mondo tutto in virtuale.