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Draghi e il Quirinale: le conseguenze per gli investitori

Per Ostrum Am, se il premier fosse eletto presidente della Repubblica, con la convocazione di elezioni anticipate lo spread potrebbe allargarsi e assestarsi intorno ai 150 punti o oltre

Di norma le elezioni presidenziali italiane non attirano molta attenzione da parte degli investitori, dal momento che il presidente della Repubblica ha un potere limitato. Questa elezione, però, è importante perché l’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi, potrebbe essere ‘promosso’ al Quirinale. 

“Questa sarebbe la prima volta in Italia e potrebbe essere una fonte di instabilità politica a causa del ruolo chiave di Draghi nello sviluppo e nell’implementazione del piano di recupero e resilienza – afferma Aline Goupil-Raguénès, developed countries strategist di Ostrum Am (affiliata Natixis Im) -. La sua elezione costituisce quindi un rischio potenziale per la continuazione delle riforme e degli investimenti necessari per beneficiare dei fondi dell’Unione Europea. Ciò potrebbe anche rappresentare una fonte di incertezza per gli investitori dato il suo ruolo chiave per quasi un anno a capo del governo”.

Insomma, se Mario Draghi fosse eletto presidente, gli investitori temono che il nuovo governo possa non essere altrettanto propenso a realizzare le riforme e gli investimenti necessari per beneficiare dei fondi europei. “Se il prossimo governo non dovesse raggiungere gli obiettivi, l’Unione Europea sospenderà l’erogazione dei fondi, pesando sulle prospettive di crescita e sulle finanze pubbliche e potenzialmente generando tensioni sui mercati obbligazionari”, sottolinea l’esperta.

Se Draghi fosse eletto presidente, a detta della Goupil-Raguénès si aprono tre possibili scenari: il primo con il mantenimento dell’attuale coalizione o almeno in gran parte, il secondo con una coalizione più piccola, ma senza elezioni legislative, e il terzo con elezioni legislative anticipate.

Il rischio reale è quello di elezioni legislative anticipate che potrebbero generare una crisi politica. Ma per l’esperta tale rischio sembra però essere limitato, per cinque motivi: la significativa riduzione dei seggi in Parlamento a seguito di elezioni politiche, i vincoli sull’eleggibilità del membri del Movimento 5 Stelle in base al loro statuto, la priorità al contenimento del Covid-19, il garantire l’accesso ai fondi Next Generation Eu e le tematiche previdenziali di alcuni parlamentari.

“In sintesi – fa notare dunque la Goupil-Raguénès -, sembra quindi improbabile che i mercati possano essere delusi dopo le elezioni presidenziali. Nei due casi più probabili, o Mario Draghi rimane presidente del Consiglio o diventa presidente della Repubblica e potrà contare su un governo che riunisce una vasta coalizione per continuare ciò che ha iniziato. Lo spread dell’Italia rispetto alla Germania non dovrebbe quindi subire impatti rilevanti”.

“Diversamente, nello scenario meno probabile in cui Mario Draghi fosse eletto presidente con la convocazione di elezioni legislative anticipate, lo spread potrebbe allargarsi e assestarsi probabilmente intorno ai 150 punti base o oltre”, conclude.

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