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Il lusso non teme l’inflazione

settore del lusso

Il settore tende a performare positivamente in tempi di prezzi alti perché i beni sottostanti hanno un forte pricing power e i consumatori sono tipicamente anelastici al prezzo. L’analisi Gam

Una sorta di preconcetto diffuso tra alcuni investitori vuole che il lusso non possa performare in tempi di inflazione crescente. In realtà è vero esattamente il contrario: questo settore tende a performare positivamente in tempi di inflazione perché i beni sottostanti hanno un forte pricing power e i consumatori di prodotti di lusso sono tipicamente anelastici al prezzo.

“L’elemento principale del pricing power del settore sta negli alti margini lordi – spiega Swetha Ramachandran, investment manager e responsabile del fondo Gam Luxury Brands Equity di Gam -. Per esempio, nelle ultime settimane sia Burberry che Richemont hanno rilasciato dichiarazioni commerciali citando una domanda robusta, indicando che l’aumento dei prezzi non si è ancora dimostrato un deterrente per i loro consumatori target”. 

Non solo. Secondo l’esperta, a completare la capacità del settore del lusso di trasferire le pressioni inflazionistiche ai consumatori, ci sono i bilanci immacolati del settore: “Queste aziende hanno tipicamente liquidità netta positiva e sono anche al livello basso più basso di leva finanziaria a causa delle misure prese durante la pandemia, il che significa che sono isolate in larga misura dai tassi crescenti che tipicamente accompagnano l’inflazione”, evidenzia.

Una tendenza secolare chiave, a detta della Ramachandran, è la crescita a lungo termine del consumatore asiatico, e in particolare cinese. “Nonostante l’aumento della classe media in Cina, c’è ancora una percentuale molto piccola di persone che consuma beni di lusso, ma rimane molto ambizioso per i nuovi entranti nella classe media, specialmente i più giovani, fare il loro primo acquisto di lusso – osserva -. Il settore è tutto basato sul reclutamento. Due terzi dei consumatori di lusso acquistano solo un articolo all’anno, quindi non è un caso che solo i molto ricchi acquistino il lusso. Questo è destinato ad aumentare, dato che un recente sondaggio di Hsbc suggerisce che c’è un livello ragionevolmente alto di ottimismo tra i consumatori di lusso che si aspettano che il loro reddito rimanga piatto o aumenti, il che è in definitiva il motore dei loro acquisti di lusso”.

Passando agli Usa, qui il mercato del lusso è in crescita e ora rappresenta il 27-28% della domanda globale di lusso, dal 20-23%. Ci sono diverse ragioni dietro questo aumento secondo l’esperta. “Mentre i tassi di risparmio si stanno normalizzando negli Stati Uniti, la ricchezza delle famiglie è comunque ai massimi storici, il che favorisce il consumo del lusso”, argomenta.

Inoltre, la base dei consumatori si sta allargando. “Più uomini stanno entrando nella categoria, grazie al passaggio al casual e allo streetwear, mentre il lusso non è più appannaggio delle città costiere e nuovi centri di consumo stanno emergendo in città che vanno da Austin ad Atlanta. Soprattutto i consumatori più giovani sono attratti dall’etica del ‘comprare meno, comprare meglio’ a cui il settore aderisce”, conclude la Ramachandran.

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