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Assegno unico, ultima chiamata per marzo

Assegno unico

L’assegno arriverà il mese prossimo per chi ne fa domanda entro il 28 febbraio. Ma gli arrestati non si perdono. A marzo cesseranno tutte le altre prestazioni

Assegno unico al via. Manca meno di una settimana alla prima scadenza del 28 febbraio per presentare domanda per avere da subito l’agevolazione, cioè già a partire dalla seconda metà di marzo. L’Inps ha ricevuto ad oggi 2.280.705 domande di assegno unico per un totale di 3.801.040 figli. 

Per i ritardatari però niente paura: gli arretrati non si perdono e nel caso di domanda presentate in seguito, i soldi arriveranno nei mesi successivi. Il termine ultimo per ricevere, oltre all’assegno unico, anche gli arrestati è fine giugno. L’importo che si ottiene è legato all’Isee, ma se non si presenta si ha diritto comunque, facendo la domanda, a 50 euro per ogni figlio. 

Online il sito dedicato all’assegno unico

L’Inps ha anche annunciato l’operatività del sito www.assegnounicoitalia.it per agevolare le 7 milioni di famiglie, per un totale di 11 milioni di figli, che hanno diritto all’assegno unico. Sul sito possono essere reperite tutte le informazioni sul nuovo strumento. Da chi può fare domanda a chi sono i beneficiari, da quanto spetta a quali voci della busta paga o della pensione sostituisce. 

La domanda per l’assegno unico può essere invece presentata attraverso il sito internet www.inps.it (con accesso diretto al servizio in evidenza tramite Spid, Carta di Identità Elettronica 3.0 o Carta Nazionale dei Servizi). Oppure attraverso il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico). O, infine, tramite gli enti di patronato. 

Assegno unico, da marzo stop alle altre prestazioni

Intanto, da marzo cesseranno le prestazioni attualmente erogate in busta paga o con la pensione per il nucleo familiare e le detrazioni fiscali relative.  L’Assegno Unico infatti “sostituisce tutte le altre prestazioni e sarà erogato dall’Inps sull’Iban indicato dal richiedente”. 

Per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza l’assegno verrà versato in automatico sulla carta RdC, senza bisogno di inoltrare alcuna domanda. L’Inps precisa che l’Iban che si comunica, deve essere un servizio di pagamento operante in uno dei Paesi dell’area Sepa (conto corrente bancario/postale, carta di credito o di debito, libretto di risparmio). L’Iban inoltre “deve risultare intestato o cointestato al beneficiario della prestazione, fatta salva l’ipotesi di domanda presentata dal tutore di genitore incapace: in tal caso l’Iban può essere intestato o cointestato al tutore, oltre che al genitore medesimo”.

La verifica in merito alla titolarità dell’Iban di pagamento è effettuata dall’Inps. Questa avviene attraverso un apposito processo telematico strutturato con Poste Italiane e con tutti gli Istituti di credito convenzionati per il pagamento delle prestazioni pensionistiche in Italia. Qualora non venga accettata la corrispondenza della titolarità dell’Iban al codice fiscale del richiedente il pagamento verrà bloccato. 

In presenza di discordanze, per evitare il blocco del pagamento, i cittadini che abbiano già presentato domanda di assegno unico possono accedere alla domanda già inoltrata tramite le loro credenziali e modificare l’Iban direttamente.

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