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Cloud, lusso e Svizzera: 3 idee d’investimento anti incertezza

Ecco come diversificare il portafoglio azionario e spostare in avanti l’orizzonte temporale, vincendo la tentazione del ‘presentismo’. L’analisi di Gam (Italia) Sgr

Nell’attuale contesto storico, l’incertezza è l’unica certezza e per gli investitori può risultare difficile  trovare idee di investimento capaci di resistere alle turbolenze. A dare qualche indicazione ci pensa Carlo Benetti, market specialist di Gam (Italia) Sgr, secondo cui cloud, lusso e Svizzera possono costituire in questo momento un scelta intelligente per la diversificazione del portafoglio azionario.

“ Dagli anni Ottanta in avanti è cominciata la globalizzazione come l’abbiamo conosciuta – osserva il market specialist -: l’economia del mondo e i suoi processi produttivi diventarono ‘just in time’, in pratica il modello Toyota applicato in scala globale. Ora però il pendolo della Storia oscilla nella direzione opposta, non è un caso che l’inversione dei tassi coincida con l’inversione dei fenomeni che furono all’origine della globalizzazione”.

Benetti cita Zygmunt Bauman, che per semplificare il ragionamento sulla modernità ‘liquida’ afferma che ‘il cambiamento è l’unica cosa permanente e l’incertezza l’unica certezza’. “I grandi cambiamenti hanno sempre avuto ricadute negli equilibri politici e nel possesso della ricchezza, non sono mai stati privi di costi economici e sociali. Non sarà diverso in questa fase storica nella quale si ridisegnano gli equilibri del potere globale e le dinamiche politiche assorbono e distorcono quelle economiche”, avverte quindi il market specialist.

“L’idea di incertezza radicale definita da Mervin King – prosegue Benetti – fotografa l’attuale condizione dei mercati dove i tassi di inflazione hanno raggiunto un po’ ovunque livelli non visti da decenni e le banche centrali hanno cominciato a rispondere con le parole della forward guidance e le opere degli interventi sui tassi e della riduzione dei bilanci. Non è più tempo di omissioni, le banche centrali hanno urgenza di tornare davanti alla curva e riprendere il controllo delle aspettative. Il difficile esercizio che i banchieri centrali devono risolvere è affrontare l’inflazione mentre la crescita rallenta e salgono i rischi di recessione, soprattutto in Europa”.

Per il market specialist, l’esercizio altrettanto difficile che attende gestori, consulenti e investitori è l’inversione dei rendimenti dopo decenni di costante diminuzione; da inizio anno gli indici obbligazionari di tutte le categorie mettono a segno le peggiori performance degli ultimi quarant’anni. “Le tre storie che seguono forniscono alcune suggestioni per la diversificazione del portafoglio azionario e dovrebbero aiutare a spostare in avanti l’orizzonte temporale e vincere la tentazione del ‘presentismo’”, sottolinea.

“Il boom del cloud computing è avvenuto negli ultimi dieci anni ma lo sviluppo di questo particolare sottosettore della tecnologia è appena all’inizio – argomenta quindi Benetti -. Basti pensare che attualmente la spesa globale nel cloud computing è stimata attorno a 410 miliardi di dollari, a fine 2022 dovrebbe attestarsi a quasi 500 miliardi, con una crescita del 20%, nel 2023 dovrebbe crescere di altri cento miliardi di dollari. Lo sviluppo del cloud computing è collegato agli sviluppi di altre tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose o le reti mobili 5G, entro la fine del decennio si stima che la spesa totale annua globale nel cloud computing possa salire al trilione di dollari”.

Il market specialist cita poi il settore del lusso, fortemente condizionato dalla pandemia, dalle misure adottate dal governo cinese sui super-ricchi e dalla guerra in Ucraina. “Sul settore del lusso pesano lo shock dei prezzi dell’energia e le valutazioni sono tornate ai livelli del 2020, l’annus horribilis. Eppure – precisa -, guardando in profondità, emerge qualche indizio favorevole. I numeri pubblicati sino ad ora dalle società del settore confermano l’efficacia del ‘pricing power’ e il recupero dei consumi. Il ritorno alla vita sociale ha sostenuto in modo particolare la cosmesi che ha registrato buoni recuperi nell’area del Pacifico (con una quota di mercato pari a 45%), negli Stati Uniti e in Europa (quote di mercato di 25% e 20% rispettivamente)”.

L’ultima storia citata da Benetti riguarda la Svizzera che, grazie alla lunga stabilità istituzionale e ad un avanzato sistema scolastico (offre un livello di istruzione tra i più alti dei paesi Ocse) rappresenta un hub ideale per le società multinazionali. “Poi c’è il franco svizzero, valuta stabile grazie alla stabilità delle istituzioni politiche e finanziarie – aggiunge -. Ma quello che per gli investitori esteri è un tradizionale bene rifugio, per le imprese nazionali è una condizione che sfavorisce la competitività sui mercati esteri. Il franco ha costretto le società svizzere a dotarsi di standard di efficienza elevati per compensare con la produttività la forza delle ragioni del cambio”.

“La ricerca di efficienza passa per l’incessante attenzione ai costi e per i continui investimenti nell’innovazione tecnologica – prosegue -. Ne deriva un ambiente economico che è sano per le imprese, per i lavoratori e, naturalmente, per gli investitori che cercano remunerazione in aziende competitive, attive sui mercati internazionali, capaci di approfittare dei trend pluri-decennali. Particolarmente vivace è il segmento delle società a piccola e media capitalizzazione, molte sono attive nella farmaceutica e nell’elettronica, impegnate da tempo in strategie di crescita e di costante innovazione”.

Tre storie diverse, tre idee che secondo Benetti contribuiscono a diversificare la componente azionaria e aiutano all’esercizio del lungo periodo. “L’unico che si addice all’investitore accorto, ha ricordato Warren Buffett ai suoi azionisti pochi giorni fa, l’investimento di lungo termine aiuta a scansare i pericoli di ‘Wall Street trasformata in sala da giochi’ ha detto il Saggio di Omaha”, conclude l’esperto.

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