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Benzina alle stelle: ogni automobilista spenderà 214 euro in più

Nonostante i controlli della Gdf, i prezzi alla pompa continuano a salire. Codacons: il pieno costa 8,9 euro in più rispetto a dicembre. Assoutenti: tra benzina, autostrade e bus è salasso-trasporti

Continua la corsa dei carburanti nonostante Procura di Roma e Guardia di Finanza siano scese in campo per fermare possibili speculazioni. Secondo le elaborazioni di Quotidiano energia il prezzo medio della benzina servito sale ancora e arriva a 1,965 euro mentre quello del diesel tocca quota 2,023 euro al litro.

In attesa quindi di recepire i lievi ritocchi al ribasso sulla rete carburanti a valle del calo di mercoledì delle quotazioni internazionali dei prodotti, il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self è 1,821 euro al litro (1,814 il dato del 5 gennaio). Con i diversi marchi compresi tra 1,816 e 1,835 euro al litro (no logo 1,819). Il prezzo medio praticato del diesel self è a 1,879 euro al litro (contro 1,875).

In autostrada, aggiunge Staffetta Quotidiana, il prezzo medio della benzina in modalità servito sale a 2,171 euro, il self costa invece 1,912 euro al litro. Per il gasolio in autostrada si spendono 1,963 euro al litro per il self e 2,223 per il servito mentre per il Gpl si spendono 0,823 euro a litro per il self e 0,900 euro al litro per il servito. Per la benzina le accise pesano per 0,728 euro al litro mentre per il diesel per 0,617 euro.

Caro benzina, allarme dei consumatori

Mentre anche il governo si muove per fermare la speculazione, le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme puntando il dito anche contro lo stesso esecutivo che a fine dicembre non ha rinnovato gli sconti sulle accise. “I dati diffusi oggi da Quotidiano Energia e Staffetta Quotidiana confermano in pieno le denunce del Codacons circa le anomalie dei listini dei carburanti”, afferma l’associazione, secondo cui oggi un pieno di benzina costa in media 8,9 euro in più rispetto a fine dicembre. Aggravio che equivale a una maggiore spesa su base annua di circa +214 euro ad automobilista. 

“Al di là dei casi limite registrati nelle isole o su alcune tratte autostradali, dove i listini si avvicinano anche ai 2,5 euro al litro, è evidente che qualcosa non torna sul fronte dei prezzi alla pompa – spiega il Codacons –. Il rialzo di benzina e gasolio era ampiamente atteso come effetto dell’aumento delle accise. Ma al netto della maggiore tassazione la componente di prezzo che non risente di Iva e accise avrebbe dovuto scendere per effetto del forte calo delle quotazioni del petrolio, sceso in questi giorni abbondantemente sotto gli 80 dollari al barile. Non si capisce poi come due pompe dello stesso marchio, ma ubicate in zone diverse, possano vendere lo stesso carburante con differenze di prezzo di anche 20 centesimi di euro”.

“Ora saranno magistratura, Guardia di Finanza e Antitrust, cui il Codacons ha inviato un esposto, a dover verificare la correttezza dei listini alla pompa. E l’esistenza di eventuali speculazioni tese a mantenere ingiustificatamente elevati i prezzi di benzina e gasolio”, si legge ancora nella nota.

In Italia record di tasse sulla benzina

Oltre ai rincari ingiustificati, sottolinea Assoutenti, l’Italia occupa il primo posto in classifica per la tassazione sul gasolio. Con ben 0,958 euro di tasse su ogni litro di diesel. “Rispetto alla media europea, gli italiani pagano un litro di benzina 24,8 centesimi di euro in più,  +24,2 centesimi il gasolio”, sottolineano dall’associazione.

“Il confronto europeo dimostra come gli automobilisti italiani paghino lo scotto di una tassazione abnorme che porta i listini alla pompa ai livelli più alti d’Europa – afferma il presidente Furio Truzzi -. Ci chiediamo se la premier Meloni abbia contezza di tali numeri. E se intenda intervenire per evitare una nuova emergenza economica che avrà inevitabili pesanti effetti diretti e indiretti  per famiglie e imprese”.

Trasporti, raffica di rincari nel 2023

Per gli italiani si prospetta insomma un 2023 salatissimo sul fronte trasporti. Indipendentemente dall’andamento dei listini alla pompa, la maggiore spesa solo per il rialzo delle accise sulla benzina, secondo Assoutenti, ipotizzando due pieni a famiglia al mese, è pari a 366 euro annui. 

C’è poi la questione pedaggi autostradali, che sulla rete Aspi sono aumentati del 2% dal 1° gennaio. Con un ulteriore rincaro dell’1,34% a partire da luglio 2023. In base alle elaborazioni di Assoutenti, per andare da Roma (sud) a Milano (ovest), ad esempio, il pedaggio sale dai 46,5 euro del 2022 agli attuali 47,3 euro. Per poi raggiungere 48 euro a luglio, con un aumento di 1,5 euro. Da Napoli (nord) a Milano si spendevano lo scorso anno 58,6 euro. Ora servono 59,7 euro (60,5 euro a luglio, +1,9 euro). Per le tratta Bologna-Taranto la spesa sale da 55,1 euro a 56,1 euro del 2023 (56,9 euro da luglio, +1,8 euro).

Assoutenti segnala infine nel nuovo anno rincari anche per i prezzi dei biglietti dei bus cittadini. Il biglietto a Napoli è già salito da qualche mese da 1 euro a 1,20 euro. Per Milano il costo è oggi di 2,20 euro, con un aumento di 20 centesimi. A Parma l’aumento è di 10 centesimi con il costo del biglietto di corsa semplice che passa da 1,50 euro a 1,60 euro. A Ferrara il costo dei bus passa da 1,30 a 1,50 euro, mentre a Foggia dal prossimo marzo il biglietto semplice costerà 1 euro (10 centesimi in più ). Addirittura a Roma da agosto 2023 il prezzo passerà dagli attuali 1,50 euro a 2 euro: un aumento di ben il 33%. 

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