Cingolani annuncia gli aumenti, mentre il governo studia come limitare l’impatto. Federcosumatori: “Tra carburanti e bollette, salasso di quasi 670 euro annui a famiglia”
Dopo i rincari del terzo trimestre, per le famiglie italiane si prospetta un nuovo salasso. Dal prossimo primo ottobre la bolletta elettrica aumenterà infatti del 40%. A dare l’annuncio è stato lo stesso ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, il quale ha reso praticamente ufficiale una notizia che già da un po’ circolava tra gli addetti ai lavori. “Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenterà del 40% – ha spiegato nel corso di un convegno della Cgil -. Queste cose vanno dette, abbiamo il dovere di affrontarle”.
Dietro i rincari c’è l’aumento, a livello internazionale, dei prezzi del gas e delle emissioni di CO2 prodotte. “Il governo è fortemente impegnato – ha poi assicurato Cingolani che ha la competenza sull’energia – per la mitigazione dei costi delle bollette dovuti a queste congiunture internazionali e per fare in modo che la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie”.
“La transizione ecologica non può essere fatta a spese delle categorie vulnerabili”, ha infatti aggiunto. “Se l’energia aumenta troppo di costo, le nostre imprese perdono competitività e i cittadini, soprattutto quelli con un reddito medio-basso, faticano ulteriormente per pagare dei beni primari come l’elettricità in casa. Queste cose vanno considerate perché sono egualmente importanti rispetto alla transizione ecologica”.
Federcosumatori: “Tra carburanti e bollette, stangata di quasi 670 euro annui a famiglia”
In attesa di eventuali misure del governo, Federconsumatori che ha espresso forte preoccupazione. “Stando alle stime dell’Enea – spiegano dall’associazione – i fattori climatici, l’incremento del Pil e della produzione industriale hanno determinato una impennata nella domanda di energia, nonché delle emissioni di anidride carbonica. Si parla di una crescita inaudita: +30% per il gas e +20% per l’elettricità. Che si sommano ai già forti aumenti registrati nel corso dell’anno e superano le previsioni, già estremamente negative, della stangata che le famiglie subiranno in autunno”.
Per Federconsumatori, si tratta di un dato che, se il governo non interverrà per calmierare, avrà ripercussioni disastrose per i cittadini, costretti non solo a fare i conti con l’aumento delle proprie bollette, ma anche con il rincaro generalizzato dei prezzi dovuto all’aumento dei costi di produzione e di trasporto. “Un andamento che si traduce, in termini diretti, in un aggravio di +110 euro annui per l’energia elettrica e +281 euro annui per il gas”.
L’associazione ricorda poi anche che nemmeno i carburanti smettono la loro corsa, anche se in questo caso l’aumento del costo della materia prima incide solo in maniera parziale sul prezzo finale, composto in larga parte da accise e tasse. Sul fronte della benzina il rincaro, in termini annui, sarebbe di circa 58 euro.
“Le ricadute indirette, dovute all’aumento dei prezzi determinato dai rincari dei costi di produzione e trasporto, ammontano invece a circa +42 euro annui per i carburanti e +178,80 Euro annui per gli altri costi energetici – prosegue la nota -. Se tali stime venissero confermate, gli aumenti a carico di una famiglia, in termini annui, potrebbero attestarsi complessivamente a +669,80 euro annui”.
“È giunta l’ora di dare un taglio ad accise, oneri di sistema, voci desuete e ingiustificabili che appesantiscono le bollette e svuotano le tasche dei cittadini – afferma quindi Emilio Viafora, presidente Federconsumatori –. Era la fine del 2018 quando abbiamo presentato al Parlamento migliaia di firme di cittadini che si univano alla nostra richiesta di una riforma degli oneri di sistema. Da anni, inoltre, invochiamo una rimodulazione delle accise dei carburanti per fare in modo che si riducano automaticamente calmierando i prezzi quando il costo della materia prima aumenta.”
Insomma, per l’associazione la fase di grave tensione sui costi dell’energia, che avviene in un contesto di piena transizione energetica, pone più che mai l’accento sulla necessità di aprire una nuova era nelle politiche energetiche fondata su tre punti: riforma fiscale, istituzione di un albo delle società che vendono energia elettrica e gas (in base a parametri di correttezza e sostenibilità ambientale), incentivi reali, concreti, fruibili, per chi produce o acquista energia da fonti rinnovabili (attraverso un concreto sviluppo delle comunità energetiche, nonché l’avvio di monitoraggi e controlli nei confronti delle aziende che utilizzano l’energia green solo per farsi pubblicità).