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Mutui, tassi in aumento. Ora costano fino a 8.800 euro in più

Bankitalia certifica che a marzo i tassi hanno superato il 2%. Va peggio per i mutui a tasso fisso: per il Codacons chi accede ora a un finanziamento paga molto di più rispetto a gennaio

Guerra e inflazione pesano sui mutui e sulle tasche degli italiani. Stando alla rilevazione mensile di Bankitalia, infatti, a marzo i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (il Taeg, tasso annuale effettivo globale) si sono collocati al 2,01% contro l’1,85 di febbraio.

Mutui, tassi mai così su dal 2019

La risalita dei rendimenti è dovuta alle strette monetarie  messe in atto dalle banche centraliper contrastare la corsa dell’inflazione. E pesa sui mutui: il 2,01% certificato dalla Banca d’Italia non si vedeva dall’agosto del 2019.

La fiammata dell’inflazione registrata negli ultimi mesi e il conflitto scoppiato in Ucraina hanno insomma avuto effetti diretti sui tassi di interesse applicati sui mutui, rendendo più costoso per le famiglie chiedere oggi un finanziamento per l’acquisto di un immobile.

Va peggio ai mutui a tasso fisso

Come spiega il Codacons, a risentire delle preoccupazioni del mercato sono in particolare i tassi fissi. L’Euribor invece, l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, si è mantenuto sostanzialmente stabile tra gennaio e aprile. 

L’Eurirs, indice di riferimento dei mutui a tasso fisso, ha subito una vera e propria impennata. Ad esempio, per i mutui a 20 anni è passato dallo 0,60% di inizio gennaio all’1,69% di fine aprile. Chi accende oggi un finanziamento a tasso fisso per l’acquisto della prima casa si ritrova così tassi finali più elevati rispetto a chi ha avviato un finanziamento a gennaio. 

I più penalizzati sono coloro che accendono mutui a 30 anni, stando al Codacons. Il tasso finale più elevato su tale tipologia di finanziamento e la maggiore durata del finanziamento incrementano infatti il divario. E una famiglia che accende oggi un mutuo a tasso fisso a 30 anni arriva a spendere complessivamente circa 8.812 euro in più rispetto allo stesso prestito acceso a inizio gennaio 2022, solo per il costo maggiore delle rate e senza considerare le altre spese (perizie, spese di pratica, costi bancari, ecc.).

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