L’Inps chiarisce i dettagli dell’incremento delle pensioni del 2%. Da gennaio prossimo scatterà invece la rivalutazione
Boccata d’ossigeno per le pensioni. Per i mesi di ottobre, novembre e dicembre gli assegni fino a 2.962 euro lordi avranno infatti, come annunciato, un aumento. La misura punta ad aiutare i pensionati contro l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi e il caro bollette che sta mettendo a dura prova le tasche degli italiani. E dovrebbe interessare 16 milioni di cittadini. Da gennaio prossimo, poi, scatta la rivalutazione
Pensioni, a chi spetta l’aumento del 2%
Il decreto Aiuti bis prevede un incremento del 2% per le mensilità di ottobre, novembre, dicembre e tredicesima per chi percepisce un assegno di importo massimo pari a 2.692 euro ovvero 35 mila euro l’anno. L’aumento, come chiarito dell’Inps, sarà del 2% per la quota fino a 2.097,40; dell’1,80% per quella fino a 2.621,75 euro e dell’1,50% per quella fino a 2.962 euro lordi.
L’incremento, spiega una nota, “non rileva, per l’anno 2022, ai fini del superamento dei limiti reddituali previsti nel medesimo anno per il riconoscimento di tutte le prestazioni collegate al reddito. Per le prestazioni assistenziali l’aumento perequativo trova applicazione sulle pensioni di inabilità e sull’assegno mensile di assistenza nonché sulla pensione per sordi e sulla pensione per ciechi. La perequazione non trova applicazione sulle indennità di natura assistenziale. Nello specifico: indennità di accompagnamento, indennità per ciechi parziali, indennità per ciechi assoluti, indennità di comunicazione, indennità di frequenza e indennità di talassemia”.
L’importo sarà identificato da una specifica voce di cedolino denominata “Incremento D.L. Aiuti bis”, è imponibile ai fini Irpef e sarà tassato su ciascuna mensilità.
Quanto valgono gli aumenti
“Nel dettaglio, il calcolo viene effettuato sulla base delle percentuali di perequazione previste per la rivalutazione delle pensioni secondo i seguenti criteri: il 100% dell’indice di rivalutazione per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo. In questo caso l’incremento sarà del 2% più il conguaglio; il 90% dell’indice di rivalutazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo; il 75% dell’indice di rivalutazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo”, prosegue la nota dell’Istituto. Gli aumenti previsti saranno al massimo di 52,44 euro al mese per quanto riguarda l’anticipo del 2% sulla rivalutazione di gennaio 2023”.
Ad essere interessati dalla rivalutazione anticipata sono circa 16 milioni di cittadini. Ovvero tutti coloro che percepiscono: trattamento pensionistico erogato da previdenza pubblica, gestione da lavoro autonomo, gestione sostitutiva, esonerativa, esclusiva, integrativa; pensione diretta, indiretta, di reversibilità.
Pensioni, da gennaio scatta la rivalutazione
È prevista poi per tutti i pensionati una rivalutazione delle pensioni dello 0,2%. Una cifra che è il risultato della differenza tra l’1,7% di inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi stimata e l’1,9% di quella effettiva, a recupero dell’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi del 2021 con anticipo al 1° novembre 2022.
Dal mese di gennaio 2023 scatterà dunque la rivalutazione per tutte le pensioni. Questa verrà appunto calcolata sui dati provvisori dell’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi 2022 che attualmente è in forte crescita.
“I trattamenti pensionistici erogati dall’Inps vengono sottoposti annualmente – continua la nota – a una revisione degli importi in modo che risultino più adeguati al costo della vita. Questa revisione è detta perequazione ed ha l’obiettivo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni rispetto all’aumento del tasso di inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi. La perequazione viene applicata a tutte le tipologie di trattamento pensionistico erogate dalla previdenza pubblica, indipendentemente dall’essere integrate al trattamento minimo”.