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Azionario emergente, i settori e i Paesi più interessanti

I casinò di Macao, l’immobiliare cinese, le banche indonesiane. E poi Brasile, Russia e India. Ecco su cosa puntare secondo Capital Group

Dopo due anni consecutivi di solidi guadagni per l’indice di riferimento Msci Em, l’azionario emergente sembra ben posizionati per un’ulteriore crescita. Il dollaro si è indebolito, i prezzi delle materie prime si sono stabilizzati, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina potrebbero attenuarsi e ci sono diverse opportunità che permetterebbero agli investitori di trarre vantaggio da una potenziale ripresa ciclica dei mercati globali. “Le economie dei paesi emergenti stanno uscendo dai rallentamenti indotti dalla pandemia più velocemente rispetto a molte economie sviluppate – afferma Viktor Kohn, equity portfolio manager di Capital Group -. Prevediamo una ripresa accelerata nei mercati emergenti, oltre che in Cina, Taiwan e Corea del Sud, anche in paesi come India, Indonesia e Vietnam. Una ripresa più veloce dovrebbe limitare la necessità di stimoli fiscali molto più sostanziosi, che potrebbero mettere a dura prova i bilanci di questi paesi”.

Come negli Stati Uniti, il rally dell’azionario emergente è stato sovralimentato e ha riguardato un campo molto ristretto, portando benefici alle società di alcuni settori della tecnologia e dei servizi internet, soprattutto nell’area della Grande Cina. “Il Covid-19 ha esacerbato le differenze tra settori e aree. Le piattaforme legate a Internet hanno visto una considerevole espansione dei multipli, le società finanziarie della maggior parte dei paesi hanno subito un ulteriore rallentamento, mentre le società legate ai consumi si trovano nel mezzo”, osserva l’esperto secondo cui con la ripresa delle economie  il rally di mercato potrebbe interessare altri settori:

Ad esempio, i piani per la distribuzione dei vaccini e la previsione di una forte ripresa economica fanno ben sperare per il settore finanziario in tutta l’Asia. “Ci sono alcune banche che pensiamo possano beneficiare di una più ampia ripresa in Indonesia e di qualsiasi miglioramento della qualità degli asset nel sistema bancario del paese – chiarisce -. L’India ha probabilmente superato il momento peggiore in termini di stress sul suo sistema economico e finanziario. Le banche del settore privato hanno già iniziato a registrare una crescita dei prestiti e degli utili. Gli assicuratori con sede in Asia che vendono prodotti finanziari in Cina potrebbero beneficiare del ritorno agli incontri di persona”.

Kohn continua a credere in una ripresa del settore dei viaggi e dell’intrattenimento, dove vede molta domanda repressa. “Gli operatori di casinò a Macao potrebbero essere i primi a beneficiarne – sottolinea -. In ottobre e novembre, i casinò di Macao stavano operando a circa il 30% della capacità, che rappresenta circa il livello di breakeven in termini di flusso di cassa”.

Altro settore da tenere d’occhio è il mattone cinese. “La domanda nel settore immobiliare rimane dinamica in Cina – spiega -, sostenuta in particolare da chi acquista la prima casa e da chi intende passare a un’immobile più prestigioso. Con il governo cinese che ha emesso nuove linee guida volte a prevenire una bolla immobiliare, pensiamo che la concentrazione dell’industria sarà accelerata soprattutto tra i player con bilanci più solidi che vengono scambiati a valutazioni molto ragionevoli”.

Piuttosto che investire direttamente in società di materiali o energetiche, secondo Kohn ci sono altri modi per esporsi indirettamente al rimbalzo della domanda di materie prime. “La nostra convinzione è cresciuta guardando alcune società russe e brasiliane che potrebbero beneficiare di un rimbalzo economico dei rispettivi paesi e di una maggiore spesa dei consumatori. Queste includono società che operano nei settori finanziario, dei consumi e immobiliare – argomenta -. Quando la crescita globale riprenderà nel 2021 e i paesi sviluppati cercheranno di rifornire le loro catene di approvvigionamento, questo dovrebbe aiutare a sostenere i paesi ricchi di materie prime che forniscono metalli per uso industriale e altre materie prime utilizzate nelle infrastrutture di base, così come componenti tecnologiche e beni di consumo”. 

Inoltre, se le economie emergenti si riprenderanno relativamente in fretta dalla crisi, a detta dell’esperto alcuni leader politici potrebbero decider di riprendere i propri programmi di riforma. “In Cina gli sforzi per attuare le riforme stanno riprendendo – fa notare -. Il governo è tornato a concentrarsi sugli eccessi di debito nel sistema finanziario e sulle nuove linee guida per l’industria, come nel settore immobiliare e tecnologico, dove i regolatori hanno preso di mira le più grandi aziende del paese legate a internet per comportamento anticoncorrenziale”.

“Prima del Covid – prosegue – l’India aveva messo in atto diverse riforme radicali per modernizzare il paese che avevano iniziato a prendere quota nell’economia indiana, tra cui una legge sulla bancarotta e una tassa nazionale sulle vendite. Nell’ultimo periodo, l’India si è attivata per attrarre investimenti nel settore manifatturiero, visto che le multinazionali stanno rivalutando le loro catene di approvvigionamento globale e considerano di spostare parte della produzione dalla Cina. L’assemblaggio di telefoni cellulari è stata una delle prime aree su cui si è puntato.

In ottobre il presidente dell’Indonesia Joko Widodo ha approvato una legge omnibus con una serie di misure per migliorare l’imprenditoria. Queste includono il taglio dell’aliquota d’imposta sulle società, la riduzione della burocrazia per le imprese, l’apertura agli investimenti stranieri e la creazione di più zone di libero scambio. Anche i mercati primari stanno mostrando segni di vita. Sembra che la popolare piattaforma di e-commerce Tokopedia abbia accelerato il piano per quotarsi in borsa entro l’anno”.

Infine, anche se è impossibile prevedere un ciclo valutario, le valute dei mercati emergenti sono ampiamente considerate dagli analisti valutari di Capital Group come sottovalutate nel medio-lungo termine. “Questo dovrebbe fornire un ulteriore vento di coda per le azioni dei mercati emergenti. Nel complesso, crediamo che sia un buon momento per gli investitori per dare un nuovo sguardo all’asset class”, conclude Kohn.

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