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Azionario Usa, tutte le variabili da tenere d’occhio 

Per J. Safra Sarasin, un nuovo rialzo nel secondo trimestre dipende soprattutto da un’ulteriore ripresa del ciclo macro

Più di tre quarti delle società dell’S&P500 hanno comunicato i risultati del primo trimestre e il 68% ha battuto le aspettative di consenso sugli utili. Una percentuale approssimativamente in linea con la media degli ultimi cinque anni. Ma secondo Wolf von Rotberg, equity strategist di J. Safra Sarasin, l’aspetto più interessante è che le sorprese sui dati delle vendite sono state ancora una volta nettamente superiori a quelli sugli utili, proseguendo l’insolita tendenza iniziata nel terzo trimestre dello scorso anno. “Ciò dimostra -sottolinea – che lo slancio leggermente più positivo degli utili nel primo trimestre è stato determinato da vendite migliori del previsto, piuttosto che da maggiori margini. Il margine d’interesse ha continuato a ridursi nel primo trimestre. Si è attestato all’11,2% (al netto dei titoli finanziari), il livello più basso dal quarto trimestre del 2020”.

In termini di crescita, gli utili sono ancora in calo su base annuale e trimestrale. Ma von Rotberg fa notare che, rispetto alle previsioni del consenso preliminare di un calo degli eps pari al -8% annuo, il calo del -1% riportato (dopo che è stato pubblicato il 76% delle trimestrali) sembra abbastanza incoraggiante e potrebbe ancora diventare positivo nelle prossime due settimane. A livello settoriale, a detta dell’esperto, il più grande stravolgimento è stato quello avvenuto nell’energy. “Mentre il settore continua a generare solidi valori di crescita su base annua, trainati dagli effetti base, il calo del 7% dei prezzi del petrolio nel primo trimestre ha pesato sulla crescita degli utili del trimestre, una tendenza che continuerà nel secondo trimestre, dato che i prezzi del petrolio sono tornati ai livelli del 2021”, afferma.

Il settore finanziario ha registrato un altro trimestre molto favorevole. “In particolare sottolinea von Rotberg – l’aumento degli utili non è stato trainato solo dal margine d’interesse, che ha continuato a beneficiare dell’aumento strutturale dei tassi, ma anche da altre componenti del conto economico, come i ricavi da commissioni e il trading. Queste componenti non correlate al margine d’interesse tendono a essere più strettamente correlate al ciclo macro, piuttosto che ai tassi”.

Dato che i tassi sulla parte più lunga della curva hanno chiaramente raggiunto il picco, i tassi sui depositi stanno subendo una crescente pressione al rialzo e i rischi finanziari sono aumentati e sono destinati a rimanere elevati, l’esperto prevede dunque che il quadro relativo agli utili del settore bancario diventi più complesso nei prossimi trimestri e si asterrebbe dall’aggiungere rischio nel settore. “In secondo luogo – prosegue – l’indebolimento del dollaro Usa ha favorito gli utili prodotti all’estero. I settori dell’S&P500 con maggiore esposizione verso l’estero (tecnologia, beni di consumo discrezionali, sanità e industria) hanno registrato un’impennata, con gli utili sostenuti da un calo del dollaro Usa, rapportato ad un paniere ponderato di valute, pari all’8% rispetto ai massimi di ottobre. Il consenso solitamente stenta a considerare questi movimenti valutari, fornendo così un forte rialzo rispetto alle aspettative”.

In conclusione, per von Rotberg i dati del primo trimestre sono stati finora più solidi del previsto, grazie a tre fattori principali: la ripresa del ciclo economico nel primo trimestre, che ha fatto aumentare le vendite in tutti i settori e ha aiutato gli utili a battere le aspettative, nonostante la continua compressione dei margini d’interesse; la continua solidità degli utili bancari e l’indebolimento del dollaro.

“In prospettiva, è improbabile che nel prosieguo il contesto per le banche migliori sostanzialmente e che il ribasso per il dollaro Usa sia più limitato. Anche le dinamiche dell’inflazione restano una incognita per i margini, poiché la pressione dei salari rimane elevata, mentre il calo del prezzo del petrolio continua a erodere il potenziale di guadagno del settore energetico. Le opportunità per un ulteriore rialzo nel secondo trimestre dipendono quindi in larga misura da un’ulteriore ripresa del ciclo macro”, conclude.

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