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Ciclo di liquidità a una svolta: come investire

Per Ubp, il vento favorevole della liquidità è destinato a diventare un vento contrario nella seconda metà del 2023

Ad aprile i titoli azionari e obbligazionari globali sono rimasti fermi, mentre i mercati digerivano le iniezioni di liquidità globali che sono seguite alla crisi di marzo nel settore bancario statunitense e al sostegno del governo svizzero all’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubc. Secondo Norman Villamin, group chief strategist di Ubp, nel sistema bancario Usa stanno emergendo i primi segnali di strette sul credito, con contrazioni annualizzate sia dei prestiti commerciali e industriali che dei prestiti immobiliari commerciali, con lo stesso ritmo che seguì la crisi finanziaria globale. “Resta da vedere se la cautela degli istituti di credito continuerà e si estenderà anche ai prestiti al consumo”. 

Più preoccupante è però, a detta dell’esperto, la prospettiva di una svolta nella liquidità globale. “Come evidenziamo dal novembre 2022  spiega – l’espansione dei bilanci delle banche centrali ha fornito un sostegno temporaneo alle azioni globali e agli asset di rischio. Con la Bce destinata a prelevare oltre 700 miliardi di euro di liquidità tramite scadenze Tltro e il Quantitative Tightening, e con il Tesoro degli Stati Uniti che potenzialmente ritirerà 200-400 miliardi di dollari per rifornire le proprie casse dopo l’innalzamento del tetto del debito, il vento favorevole della liquidità è destinato a diventare un vento contrario nella seconda metà del 2023”. 

Secondo Villamin, tutto ciò dovrebbe avvenire mentre la crescita dell’economia statunitense, in particolare, sembra destinata a continuare a rallentare, creando la prospettiva di una vera e propria recessione nella seconda metà dell’anno. “Tra giugno e agosto, inoltre, si avrà l’apice della crisi del tetto del debito statunitense del 2023 – aggiunge -. Anche se ci aspettiamo che si risolva, gli investitori possono guardare alla crisi del tetto del debito del 2011 per vedere come è avvenuta la stabilizzazione e il successivo aumento della volatilità azionaria e obbligazionaria, che sembra fornire una tabella di marcia anche per la volatilità del 2023”. 

“Se abbiamo ragione – chiarisce -, ci aspettiamo che la nostra recente maggiore esposizione alle strategie carry di volatilità attraverso prodotti strutturati possa offrire agli investitori un riparo in mezzo all’elevata volatilità se le trattative dovessero protrarsi fino all’ultimo, come accadde nel 2011.  Questo integra il carry guadagnato all’interno dei portafogli attraverso strategie di credito tradizionali, strategie di hedge fund alternativi e persino il carry Em Fx, proteggendo al contempo dal previsto aumento della volatilità azionaria durante l’estate”. 

Con la fine del ciclo di rialzo dei tassi negli Stati Uniti, Villamin continua a prevedere che la forza delle valute non statunitensi offrirà un ulteriore fattore di rendimento, soprattutto nei portafogli con riferimento all’usd. “Anche l’oro dovrebbe continuare a beneficiare della fine del ciclo di rialzo dei tassi”, conclude. 

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