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È il momento di guardare ai corporate ibridi

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Il segmento ha ottenuto buoni risultati, con spread e rendimenti medi più ampi rispetto ai livelli di febbraio. Ecco perché secondo Federated Hermes

In questo momento gli investitori si stanno muovendo all’interno di un contesto caratterizzato da una ripresa disomogenea del mercato high yield, a causa di elevati livelli di default. In altre parole, vista la debolezza economica, stanno cercando di bilanciare la ricerca di extra-rendimento con la riluttanza ad assumersi ulteriore rischio di credito. Questo, secondo Andrey Kuznetsov, senior portfolio manager per la divisione internazionale di Federated Hermes, ha trovato riscontro nella performance del segmento high yield, molto legata alla qualità creditizia del singolo emittente. E  nel mercato dei corporate ibridi.

“I corporate ibridi sono principalmente debiti senior emessi da grandi società con rating investment grade. Sono società che, proprio per il loro rating, si trovano in una posizione migliore nelle attuali condizioni di incertezza: hanno più opzioni a disposizione per gestire eventuali battute d’arresto in termini di cash flow, come la riduzione dei ritorni per gli azionisti o la vendita di asset, e tanto le Banche centrali quanto i governi riconoscono l’importanza di sostenere le grandi società in questi tempi senza precedenti”, spiega Kuznetsov.

In questo contesto, a detta dell’esperto, chi occupa di asset allocation ha preferito non scendere troppo in basso nello spettro del rating del credito, preferendo invece spostarsi verso il basso per quanto riguarda la struttura del capitale, alla ricerca di società solide e con rating elevato. 

Inoltre, l’ancoraggio degli spread nelle società investment grade, insieme alla minore volatilità dei titoli di Stato sulla scia del sostegno garantito dalle banche centrali, sta incoraggiando gli investitori a guardare al settore dei corporate ibridi. Di conseguenza, per Kuznetsov questo segmento ha ottenuto buoni risultati, con spread e rendimenti medi rispettivamente più ampi di 58 e 45 punti base rispetto a livelli di febbraio. 

“Tutto ciò è particolarmente evidente per quanto riguarda il debito denominato in dollari, data la convergenza tra i rendimenti negli Stati Uniti e resto del mondo – afferma l‘esperto -. In questo contesto, gli emittenti hanno visto opportunità di rifinanziamento. In effetti, nelle ultime settimane abbiamo assistito a una pioggia di nuovi deal ibridi, che senza dubbio contribuiranno a rinforzare nel prossimo mese l’attività sul mercato primario per gli high yield”.

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