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Elezioni italiane, le ripercussioni sui mercati

Italia

Per Carmignac, nel breve periodo sia il contesto politico sia quello economico dovrebbero evitare ulteriore volatilità. Ma nei prossimi 6 mesi la situazione potrebbe cambiare.

Domenica 25 settembre in Italia si terranno le elezioni politiche. Secondo i sondaggi, Giorgia Meloni, leader del partito di destra all’opposizione, Fratelli d’Italia, dovrebbe diventare presedente del Consiglio .Lo scenario principale stima infatti una chiara vittoria della coalizione di centrodestra composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, grazie all’accordo raggiunto dai i tre partiti prima delle elezioni. Secondo, Kevin Thozet, membro dell’investment committee di Carmignac, l’impatto sui mercati del risultato delle urne non sarà forte, ma nei prossimi sei mesi la situazione potrebbe cambiare.

Elezioni, le sfide future dell’Italia 

“Durante la campagna elettorale, la linea politica del possibile futuro primo ministro italiano è stata per certi versi più accomodante, mentre il suo dissenso, solitamente molto esplicito, è stato mitigato – osserva Thozet -. Ma la visibilità sull’agenda politica di Giorgia Meloni dipenderà molto da quali saranno i ministri eletti e dalla loro provenienza, dall’establishment politico italiano o da una base euroscettica. Fratelli d’Italia è sempre stato un partito di opposizione, il che solleva dubbi sulla sua capacità di destreggiarsi tra le istituzioni italiane ed europee”.

Elezioni e quadro economico

Per l’esperto, la situazione economica ha favorito un tono più tenue. “Quest’estate la crescita economica italiana si è rivelata resiliente .- argomenta -. Il Paese dovrebbe ottenere quasi 200 miliardi di euro nel quadro del piano di ripresa e resilienza della Commissione Europea (pari al 10% del Pil), ricevendo circa 20 miliardi di euro con cadenza semestrale. Per il momento, la richiesta per la prossima tranche è stata inviata e deve ancora essere accolta, a patto che l’Italia soddisfi diversi requisiti. L’Italia, particolarmente esposta alla crisi energetica, è stata relativamente attiva nell’attuare misure per attenuare il colpo, con stimoli fiscali pari al 3% del PIL già messi in atto e discussioni su un’ulteriore dotazione di 14 miliardi di euro”.

Thozet sottolinea come il governo presieduto da Mario Draghi abbia predisposto il bilancio 2023 già all’inizio dell’anno, con un deficit che dovrebbe attestarsi al 3,9% del Pil e una crescita pari al 2% per il prossimo anno. “Inoltre – evidenzia -, l’impatto dell’aumento dei tassi d’interesse non è stato pienamente avvertito, dal momento che il rialzo è stato rapido e la maggior parte del debito è stata ampliata con rendimenti relativamente bassi. In futuro, però, la situazione economica potrebbe diventare più critica”.

“Dopo la spinta iniziale legata all’aumento delle entrate fiscali, i livelli di inflazione attesi dovranno essere modificati parallelamente alla spesa e all’indicizzazione delle pensioni – prosegue -. Allo stesso modo, la crescita economica è destinata a rallentare e si prevede una recessione nei prossimi trimestri. Già solo per questo motivo, il deficit dovrebbe raggiungere il 5% (contro il 3,9% previsto inizialmente). Il tutto in un momento in cui il futuro governo dovrà mantenere le promesse a livello fiscale, tra cui la costosa riforma delle pensioni o la flat tax, ed evitare il fiscal cliff dopo un 2022 particolarmente oneroso”.

Inoltre, l’esperto evidenzia come, date le aspettative di un atteggiamento da falco da parte della Bce, la dinamica del debito pubblico italiano tornerà ad essere di nuovo sotto esame.

Elezioni e mercati

I mercati finanziari si sono concentrati sulle preoccupazioni legate all’inflazione e sulla corsa dei banchieri centrali verso politiche monetarie più restrittive a fronte del rapido aumentare delle probabilità di recessione.

Per Thozet, nel breve periodo, sia il contesto politico sia quello economico dovrebbero evitare ulteriore volatilità sui mercati italiani. “In assenza di rischi di coda, lo spread italiano si sta muovendo nell’intervallo di 200-250 punti base. Inoltre, le opinioni negative sui mercati italiani (soprattutto) del reddito fisso sembrano essere abbastanza condivise e si sono rivelate anche piuttosto impegnative da attuare, con le obbligazioni italiane a 10 anni che rendono più del 4%. Nello scenario attuale, dunque, le posizioni negative sui tassi d’interesse core (piuttosto che su quelli periferici) costituiscono un’alternativa migliore, per riflettere l’impatto negativo dell’inflazione persistente, della normalizzazione della Bce e del front-loading dei rialzi dei tassi d’interesse”.

Tuttavia, l’esperto avverte che la tendenza attuale degli spread italiani potrebbe cambiare nei prossimi sei mesi, dal momento che la retorica politica potrebbe evolversi, nel contesto di un possibile razionamento invernale, di una crescita economica scarsa e di uno sguardo più attento da parte della Commissione Europea. “In tale scenario, la credibilità della Bce e il Transmission Protection Instrument potrebbero essere messi a dura prova”, conclude.

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